1 Corinzi

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Capitolo 8

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

2. Gli idolotiti

L'aspetto teorico

1 Quanto poi alle carni immolate agli idoli, sappiamo di averne tutti scienza.
2 Ma la scienza gonfia, mentre la carità edifica.
Se alcuno crede di sapere qualche cosa, non ha ancora imparato come bisogna sapere.
Rm 15,2
3 Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto.
4 Quanto dunque al mangiare le carni immolate agli idoli, noi sappiamo che non esiste alcun idolo al mondo e che non c'è che un Dio solo.
5 E in realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo sia sulla terra, e difatti ci sono molti dèi e molti signori,
Dt 6,4+
6 per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui.
Es 20,2-3+
1 Tm 2,5
Rm 11,36
Ef 4,5-6
Col 1,16-17
Eb 1,2
Gv 1,3

Il punto di vista della carità

7 Ma non tutti hanno questa scienza; alcuni per la consuetudine avuta fino al presente con gli idoli, mangiano le carni come se fossero davvero immolate agli idoli, e così la loro coscienza, debole com'è, resta contaminata.
Rm 14
Rm 15,1-2
1 Ts 5,14
8 Non sarà certo un alimento ad avvicinarci a Dio; né, se non ne mangiamo, veniamo a mancare di qualche cosa, né mangiandone ne abbiamo un vantaggio.
Rm 14,17
Col 2,21s
Eb 13,9
9 Badate però che questa vostra libertà non divenga occasione di caduta per i deboli.
Rm 6,15+
10 Se uno infatti vede te, che hai la scienza, stare a convito in un tempio di idoli, la coscienza di quest'uomo debole non sarà forse spinta a mangiare le carni immolate agli idoli?
Rm 14,15
11 Ed ecco, per la tua scienza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto!
12 Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo.
Mt 10,40+
At 9,5
13 Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello.
Rm 14,13.20s
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Abbreviazioni
8,1-11,34 Culto pagano e culto cristiano
8,1-13 Le carni sacrificate agli idoli
Paolo affronta un primo problema sul quale i cristiani di Corinto sono divisi.
Delle carni di animali offerti in sacrificio agli dèi, parte viene consumata nei banchetti sacri presso il tempio e parte è venduta al mercato.
È lecito a un cristiano partecipare a questi banchetti sacri presso il tempio o mangiare privatamente la carne dei sacrifici?
L'apostolo condanna nettamente la partecipazione ai banchetti nel tempio pagano
( 1 Cor 10,14-22 );
invece, riguardo alle carni offerte agli idoli e poi vendute al mercato,
egli afferma che gli idoli non sono nulla,
quindi le carni dei sacrifici non sono sacre.
Ma per risolvere le tensioni nella comunità, egli richiama il principio della carità.
Il cristiano che si sente più sicuro e libero deve evitare di dare scandalo al fratello più debole.
cc 8-10 Gli idolotiti sono le carni degli animali sacrificati agli idoli e i cui avanzi,
non utilizzati nei banchetti sacri, erano venduti al mercato ( 1 Cor 10,25 ),
o consumati nei pressi del tempio ( 1 Cor 8,10 ).
I cristiani di Corinto erano divisi a questo riguardo:
si potevano mangiare senza venire a patti con l'idolatria?
Paolo, interrogato, risponde come in Rm 14-15: il cristiano è libero, ma la carità esige da lui che rispetti le opinioni degli scrupolosi e che eviti di scandalizzarli.
Paolo non fa uso del decreto di Gerusalemme ( At 15,20.29 )
e pare anzi ignorarlo ( At 15,1+ ).
8,3 conosciuto: nel senso biblico, cioè: « amato da Dio » ( cf. Os 2,22+ ).
8,4-6 Quanti dèi ci sono?
8,5 Paolo constata semplicemente il fatto.
Gli « dei » sono gli esseri immaginari dell'Olimpo e i corpi siderali;
i « signori » sono gli uomini divinizzati dai pagani.
8,6 Altra traduzione possibile: « un solo Dio, il Padre, da cui tutto ( viene )
e verso il quale noi ( andiamo )
e un solo Signore Gesù Cristo da cui tutto ( viene all'esistenza )
e per il quale noi ( andiamo verso il Padre ) ».
- Le parentesi indicano le parole che sono state aggiunte per rendere intelligibile questa frase dove mancano i verbi.
Notare l'affermazione sulla preesistenza del Cristo ( cf. Col 1,15+; Fil 2,6+ ).
8,7 per la consuetudine avuta fino al presente con gli idoli: codice di Beza, volg.
e altri hanno: « della idea che essi si fanno ancora dell'idolo ».
8,8 Altra traduzione: « Non sarà certo un alimento che ci farà comparire in giudizio davanti a Dio ».