2 Tessalonicesi

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Capitolo 2

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

La venuta del Signore e ciò che la precederà

1 Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui,
1 Cor 15,23
2 di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente.
1 Ts 4,15-17
Mt 24,31+
2 Ts 3,17
3 Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione,
1 Cor 1,8+
Ap 13,1-8
Dn 11,36
4 colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio.
Ez 28,2
Is 14,13
5 Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose?
6 E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora.
7 Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene.
8 Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo,
Is 11,4
Sal 33,6
Ap 19,11-21
9 la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri,
Ef 2,2
Ap 13,13-17
10 e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina, perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi.
Gv 8,44
Mt 24,12
11 E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna
1 Re 22,22
Is 6,10
12 e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità.
Gv 3,19
Gv 9,39

Esortazione alla perseveranza

13 Noi però dobbiamo, rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, attraverso l'opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità,
Ef 1,4
14 chiamandovi a questo con il nostro vangelo, per il possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
1 Ts 1,4-5
1 Ts 4,8
1 Ts 4,3+
1 Pt 1,1-2
15 Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola come dalla nostra lettera.
Rm 5,2+
16 E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza,
17 conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
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Abbreviazioni
2,1-12 I segni della venuta del Signore
La descrizione di 1 Ts 4,13-5,11 rifiutava di far previsioni sulla data della parusia
( cf. 1 Ts 5,1+ ).
Paolo, rispondendo forse a nuove domande, non ritorna qui sulla sorte dei vivi e dei morti;
si limita a precisare che il ritorno non è imminente e sarà preceduto da segni riconoscibili.
2,1-2 La venuta del Signore …
L'apostolo mette in guardia i fedeli di fronte all'allarmismo di chi afferma che la venuta del Signore è imminente.
D'altra parte nella prima lettera egli aveva detto, ripetendo frasi di Gesù, che nessuno ne conosce il tempo ( 1 Ts 5,1-2 ).
2,3-12 … e i segni che la precederanno
Si descrivono i segni che devono accadere prima del ritorno del Signore.
Innanzi tutto si descrive l'apostasia, che precede il tempo finale.
Il linguaggio è ispirato ai testi del libro di Daniele.
2,3 L'uomo dell'iniquità, di cui è certa la perdizione,
è descritto con allusioni a vari testi biblici ( Is 14,13-14; Ez 28,2; Dn 11,36 ).
È una figura rappresentativa di tutti i falsi profeti, che sono al servizio dell'empietà e che operano con la potenza di Satana.
l'apostasia: è nominata come già conosciuta.
Al senso generale della parola ( secessione, defezione )
bisogna dare un valore religioso ( At 5,37; At 21,21; Eb 3,12 ).
A coloro che non sono mai appartenuti al Cristo, si potrebbero qui aggiungere quelli che si lasciano distogliere dalla fede ( cf. 1 Tm 4,1; 2 Tm 3,1; 2 Tm 4,3s, ecc. ).
2,3-7 Chi è l'uomo del peccato e chi lo trattiene?
2,4 colui che si contrappone: l'apostasia sarà causata da un personaggio che porta tre nomi e si presenta come il grande nemico di Dio.
È l'empio per eccellenza, alla lettera « l'uomo dell'empietà »
( secondo la variante dei codici alessandrino, di Beza, ecc.: « l'uomo del peccato » );
l'essere destinato a « perdersi », alla lettera « il figlio della perdizione » ( v 10;
Gv 17,12; cf. 1 Ts 5,5 );
l'avversario di Dio, descritto qui in termini che si ispirano a Dn 11,36
( dove si tratta di Antioco Epifane ).
Nella tradizione cristiana, influenzata da Daniele, questo avversario riceverà il nome di anticristo ( cf. 1 Gv 2,18; 1 Gv 4,3; 2 Gv 7 ).
Appare come un essere personale, che si rivelerà alla fine dei tempi
( mentre satana, di cui è lo strumento, agisce da ora nel « mistero », v 7 ),
esercitando contro i credenti un potere persecutorio e seduttore
( cf. Mt 24,24; Ap 13,1-8 ),
per l'ultima grande prova cui metterà fine il ritorno del Cristo.
2,6 Su che cosa ( o su chi, v. 7 ) impedisca la manifestazione dell'uomo dell'iniquità
( v. 3 ) o dell'empio ( v. 8 ), vi sono diverse interpretazioni.
L'autore intende far notare, in ogni caso, che non vi sono ancora le condizioni previste per il pieno dispiegarsi dell'apostasia, come segno che precede la venuta del Signore.
ciò che impedisce la sua manifestazione: Paolo attribuisce il ritardo della parusia a qualche cosa ( v 6 ) o a qualcuno ( v 7 )
che « trattiene »: una forza o una persona che impedisce la manifestazione dell'anticristo ( la quale deve precedere la parusia ).
L'allusione doveva essere compresa dai destinatari della lettera, ma per noi resta un enigma, malgrado le numerose spiegazioni che sono state proposte.
2,7 Il mistero dell'iniquità è un'espressione antitetica al "mistero della vera religiosità"
( 1 Tm 3,16 ),
per indicare il disegno nascosto di Satana, che si realizza attraverso protagonisti che operano nella storia umana.
Il mistero dell'iniquità è già in atto: fino al momento della « rivelazione » finale,
il mistero della empietà è in atto ed è da questa attività che deriva l'apostasia.
Una volta tolto l'ostacolo, l'empio lavorerà apertamente.
2,8 Alla venuta finale del Signore Gesù si oppone quella dell'empio, che però viene distrutto dal soffio della sua bocca ( espressione che richiama Is 11,4 ).
allora sarà rivelato l'empio: l'empio si manifesta ( vv 6.8 )
davanti alla « rivelazione » del Signore ( 2 Ts 1,7; 1 Cor 1,7 ),
così come la sua venuta si contrappone alla venuta del Signore ( vv 8-9 ).
L'anti-Dio diviene l'anti-Cristo.
Ma non c'è dubbio che il Signore avrà ragione del suo nemico.
- Signore Gesù: BJ, con B,S,A, omette « Gesù ».
2,9 L'empio sta al servizio di Satana, che lo abilita a compiere i segni e i prodigi dei falsi profeti ( Mt 24,24; Ap 13,14 ).
satana: l'empio serve da strumento all'azione di satana ( cf. 1 Ts 2,18 ),
che gli comunica un potere sovrumano, un po' come lo spirito del Cristo si comunica ai cristiani ( cf. il drago e la bestia, Ap 13,2.4 ).
2,11 Come può Dio mandare una potenza d'errore per far credere alla menzogna, quando è sempre veritiero e condanna i bugiardi?
2,12 Il contrasto continua tra i credenti e i ribelli.
Menzogna e verità non hanno qui un valore puramente intellettuale, ma un senso religioso che impegna la vita e le opere ( cf. Gv 8,32+.44+; 1 Gv 3,19+ ).
2,13-3,15 Speranza e operosità
2,13-17 Perseverate nella speranza
2,13 La primizia designa la parte della messe scelta e riservata al Signore per rappresentare la consacrazione a lui di tutto il raccolto.
La primizia per la salvezza è anticipo e garanzia per l'intero processo salvifico.
La frase riprende temi della prima lettera ai Tessalonicesi ( 1 Ts 1,4 ).
come primizia: BJ con S e D legge: « dall'inizio ».
2,13-3,5 Questo passo si salda strettamente alla descrizione della parusia.
Dopo aver allontanato le false idee, l'apostolo viene alle conseguenze positive della sua concezione.
Il passo è di una grande ricchezza; è presente il pensiero « trinitario »
( 2 Cor 13,13+; cf. 1 Ts 4,6-8 ).
2,15 La tradizione apostolica è trasmessa e conservata sia oralmente sia per iscritto
( 2 Ts 2,5; 2 Ts 3,6; 1 Cor 11,2 ).
dalla nostra parola come dalla nostra lettera: le tradizioni insegnate da Paolo durante il suo soggiorno o per iscritto dopo la sua partenza ( 2 Ts 2,2.5; 2 Ts 3,6;
1 Ts 3,4; 1 Ts 4,2.6; 1 Ts 5,27 )
comprendono, nel messaggio evangelico ( cf. 1 Ts 2,13+ ),
i principi direttivi della vita cristiana ( cf. 1 Ts 4,1; 1 Cor 11,2.23-25 ).