Pena di morte

27-10-2001

Don Mauro Agreste

La liceità della pena di morte si può desumere dalla Rivelazione?

Su questo argomento, che è un po' delicato, si può dire innanzitutto che questa affermazione sulla pena di morte non riguarda direttamente l'esercizio della spiritualità cristiana ma l'esercizio, della giustizia in ambito sociale quindi è proteggere in qualche modo l'istituzione del più debole in uno stato affinché sia protetto dal violento dal tiranno.

Questa è una questione che aveva a suo tempo già affrontato S. Tommaso nella" Summa Teologica ", e dal punto di vista strettamente logico non Scritturale, (anche se nella Scrittura se ne parla) non è contrario a questo tipo di questa difesa.

La pena di morte fine a se stessa non ha senso; certo è, che dobbiamo ammettere anche un'altra cosa e cioè che i tempi sono cambiati e ci sono altri modi più efficaci non solo per impedire al violento di seviziare e di massacrare gli altri, ma anche di reinserirlo, di reintegrarlo in tanti modi.

Quindi la questione non è di carattere concreto, ma è solo una questione di carattere, di principi, non della logica, non della Rivelazione.

Secondo la logica è giusto separare una persona che nuoce gravemente alla libertà e alla dignità di altre persone fino al punto della tortura e cose di questo genere per impedirgli di farlo; se la morte è l'unico modo di impedire di farlo è lecito farlo, perché vige il principio della difesa del più debole o legittima difesa.

Da questo a dire poi che questo è un dato della Rivelazione questo no, perché questo è un frutto del ragionamento umano; anche se nella Scrittura ci sono delle pene che parlano di lapidazione, ma sappiamo molto bene che queste erano delle concretizzazioni di uno stile di vita ecc.

Quindi bisogna avere i piani diversi delle cose, infatti non va contro i principi della morale nei confronti del più forte quando questi è in una situazione tale per cui sia così violento da massacrare gli altri.

Possiamo dire pertanto per assurdo non è contrario alla morale l'attentato nei confronti di Hitler, che poi non fu mai fatto perché non c'era nessun altro modo perché questo pazzo indemoniato massacrasse milioni di persone ecc.

Circa la pena di morte la Chiesa dice che è ingiusta , è immorale, che però ci sono dei principi che costituiscono l'eccezione della regola per esempio la difesa del più debole.

Se tu vedi una persona che ammazza un bambino ti è lecito fare di tutto per impedirglielo e se tu fai questo non come fine principale ma per difendere il bambino, sei innocente pur avendo ucciso una persona, perché tu hai agito così solo per difendere la vita innocente.

Quando è possibile evitare di ammazzare una persona è doveroso farlo, ma purtroppo non è sempre facile calibrare una azione violenta di difesa…

Il principio deve essere tuttavia sempre quello di difendere la vita ; se ci fossero altri interessi che non riguardano la difesa dalla vita allora sarebbe colpevole.

Il poliziotto che in un'azione di polizia uccide una persona è colpevole se ha premeditato quella azione se invece lo fa unicamente per difendersi no perché in questo caso si tratta di legittima difesa.

Volendo fermare Hitler ché sta ammazzando milioni di persone ingiustamente io cerco di impedirgli di farlo mettendogli del gas nervino oppure un sonnifero per poi imprigionarlo e dopo che l'ho messo in prigione lui non mi può più nuocere; però se questo non mi riesce io devo trovare un sistema che mi permetta di impedirgli di fare del male.

Ragionando così pare che venga a mancare l'esercizio della carità, ma in realtà anche se coloro che operano così barbaramente sono dei battezzati, sono dei cancri da estirpare.

Non ho mai vista una mela marcia che sia guarita perché l'ho messa in un cesto di mele sane; ho visto invece tutte le mele sane ammalarsi perché ce n'era una marcia dentro.

Tu devi difendere il bene maggiore.

Sulla terra il bene assoluto il male assoluto non esistono è solo nell'altra vita che si avrà o la totale comunione con Dio, quindi il bene assoluto oppure la totale distanza da Dio che si chiama inferno.

In questa vita c'è una commistione delle due cose perché , dopo il peccato originale, la natura umana è stata sfregiatala ed ecco che spunta o rispunta continuamente la cattiveria l'egoismo ecc. ecc.

L'uomo inoltre si è cibato dell'albero della conoscenza del bene e del male ma non perché ne ha chiesto il permesso a Dio ma perché l'ha rubato.

Quindi insito nella natura umana, nell'uomo, non c'è la comunione ma la defraudazione.

La natura umana non è innocente come pensava Jean Jacques Rousseau:

"il fanciullino" la natura umana è sfregiata ed ammalata di un cancro con le metastasi che sono la presunzione dell'assoluta autonomia nei confronti di Dio.

Quindi tutte le scelte, anche le scelte più sante sono inquinate, hanno in qualche modo dentro l'inquinamento che ti pongono nella situazione di dover sempre purificare i tuoi sì che dici a Dio.

Poiché il cammino di tutta l'umanità non è composto da una persona sola che potrebbe anche essere santissima ma è composta dal popolo di Dio che è un popolo di ammalati che cercano di diventare sani, vuol dire che io posso anche trovarmi di fronte un battezzato che in tutto sta smentendo il suo battesimo vivendo cioè come un figlio degenere.

Ogni genitore impedisce ad un figlio ammalato o drogato di avere relazioni con gli altri fratelli, se non vuole che anche gli altri fratelli si ammalino o si droghino.

Perché non lo fa Dio? Perché Dio ha detto che da quel momento in poi sarebbe vissuto con noi fino alla consumazione dei secoli in forma di mistero.

Questo vuol dire che Egli è presente in noi e non ci dà la possibilità di giudicare il fratello, però di proteggere il fratello sì.

E se io per proteggerlo gli devo impedire di fare del male lo devo fare.

Diversa è la questione della pena di morte, delle legislazioni nell'ambito civile, questa è una scelta di punizione che è evidentemente contraria agli insegnamenti di Dio, perché non si tratta più di avere un pericolo imminente perché se fosse solo per quel motivo lì io li potrei rendere inefficaci facendo come facevano due secoli fa, nell'ottocento, alla Salpetriere di Parigi, dove toglievano una parte di cervello e i più atroci assassini, diventavano dei paciocconi nullafacenti perché gli mancava un pezzo di cervello giungendo sino alla lobotomia; era un modo per non cadere negli eccessi della pena di morte che però, anche se impediva di fare il male riduceva quella persona allo stato semi larvale, ed era la negazione dell'umanità.

Vedete che i problemi sono estremamente delicati.

l'ideale sarebbe che queste persone malvagie giungessero ad una vera conversione.

Quando ci fosse una vera conversione sarebbe giusto che persino gli stati si accorgessero di questo.

Ciò non accadde per quella detenuta di due anni fa che ebbe una vera conversione.

Prima non conosceva Dio e ha fatto di tutto: ha ammazzato da tutte le parti, e poi dopo ha conosciuto Dio, e si è resa conto di quanto fosse stato ingiusto ciò che aveva fatto ma nello stato in cui si trovava non hanno accolto la sua richiesta di grazia e adesso sarà in Cielo questa donna perché si era veramente convertita ; però capite che lo stato civile non ha come fine primario il controllo sulla conversione o meno di una persona.

Se sono consapevole che per salvare una vita sto sopprimendo l'aggressore, davanti a Dio come mi trovo: colpevole o innocente?

Tu devi difendere l'innocente e il debole La priorità l'ha il debole.

Non sei colpevole se la tua uccisione non è stata premeditata; tu non hai detto a te stesso: adesso quello lì va a fare quell'attentato, io vado lì e l'ammazzo, così mi vendico.

Chi è costretto a uccidere per difendere l'innocente, il debole, in realtà non voleva uccidere ma ciò si è reso necessario dalle situazioni in cui si è venuto a trovare, e questo è ben diverso dall'accettare la pena di morte.

Tu poi anche rischiare la vita, o essere martire per te stesso, ma non poi pretendere che l'altro sia martire; se no tu sei connivente con il martirizzatore.

Tu te la sentiresti di dire ad una vecchietta che viene aggredita:

offriti, offriti io non ti difendo ma tu offriti al Signore.

Tu hai il dovere di difendere il più debole, se no tu sei un connivente, un collaboratore di colui che sta seviziando l'altro.

Se non poi fare altro almeno urla , almeno grida ,tira un sasso, suona i campanelli suona il clacson in modo tale da richiamare l'attenzione perché l'altro fugga, se poi vedi che l'altro sta per sparare a quella persona allora tu poi schiacciare l'acceleratore e investirlo.

Infatti se l'altro è debole e innocente e non c'è alcun motivo perché venga aggredito tu poi benissimo difenderlo perché oltre tutto ne vai di mezzo anche tu e assumi anche l'aspetto di martire.

Questo è brutto ma occorre non dimenticare che l'essere umano è anche psiche, quindi la psiche ha certi meccanismi che se non sono attivati o non sono preparati non sanno come reagiscono.

Se tu vedi una persona che sta facendo una rapina, che cosa fai in quel momento lì?

Potresti anche svenire, perché lo spavento è tale per cui tu non sai come reagisci.

Sfugge dal controllo della razionalità la psiche in quel momenti lì, l'eccezionalità dell'evento è tale che tu non hai i parametri per avere un punto di riferimento; in quel momento devi decidere qualche cosa, e se non sai cosa decidere la psiche è anche capace di farti svenire.

Non è sempre facile prendere delle decisioni qualche volta richiedono eroismo.

Padre Kolbe poteva benissimo stare zitto invece ha detto prendi me al posto suo.

Perché? Perché era stufo di stare al campo di concentramento?

Mica tanto! La sua è stata la risposta ad una chiamata , non è stata un obbligo ma un generoso atto di carità che giunse all'eroismo

I cristiani nei primi secoli si accusavano di essere cristiani in modo tale che venissero martirizzati e quindi poter andare subito in Cielo.

Fu allora che i Padri della Chiesa si dimostrarono molto severi su questo atteggiamento vietandolo assolutamente.

Era molto più salutare che ci fossero dei Lapsi cioè delle persone che avevano rinnegato la fede ma che poi si erano ravvedute che non avere più cristiani, perché ad un certo momento la Chiesa si svuotava perché erano tutti divorati dai leoni.

È importante che ci sia qualche testimone, ma la sua testimonianza, tuttavia, non deve mai essere disgiunta da tanto equilibrio

CI sono molti esempi di santi che desiderarono il martirio:

S. Antonio, S. Francesco e tanti altri, ma non sempre ciò era gradito a Dio.

S. Ignazio di Antiochia, già in prigione perché cristiano, si è particolarmente distinto nel desiderio del martirio:

"desidero che il mio corpo sia macinato dai denti delle belve", egli diceva, "così che possa diventare il buon frumento di Cristo".

Egli volle che non si facesse nulla per impedire di dare la sua testimonianza; aveva compiuto la sua missione e aveva capito che quella era la testimonianza che doveva dare.

Questo egli capì, come lo capì S. Paolo quando dovette andare a Roma per essere martirizzato…. era per essi una chiamata, però non c'è questa chiamata per tutti, per tutti ci deve essere la disponibilità al martirio.

Voi avete tutte queste fotocopie, sarei curioso di sapere se avete anche lo schema dell'antropologia cristiana.

In questo schema che voi vedete noi abbiamo una sintesi che:

sia la rivelazione che le scienze umane in qualche modo e a vario titolo ci hanno dato, cioè una illuminazione su quello che è la persona umana.

Ovviamente questo schema essendo uno schema non ha la pretesa di essere esaustivo, cioè completo però ha l'importanza di darci una griglia di interpretazione su quella che è la persona.

Quando noi sentiamo parlare a proposito e anche a sproposito della persona umana dovremo essere in grado di renderci conto in qualche modo che idea della persona umana ha la persona che ne sta parlando.

Quando voi leggete degli articoli di giornale, o ascoltate delle conferenze, quando vedete dei servizi alla televisione o leggete articoli scientifici, tecnici o di carattere psicologico , filosofico, teologico, è molto importante intuire, renderci conto, di che tipo si sta parlando.

Allora quando dico antropologia, ( sapete tutti che cosa vuol dire?

Antropologia = come ò fatto l'uomo), chi ci dirà come è fatto l'uomo?

…La psicologia?… La filosofia?…La biologia? L'antropologia storica?…

L'archeologia?… Tutte queste cose danno il loro apporto ma il significato ultimo della persona umana, di cioè come è veramente fatto l'uomo ci viene dalla Rivelazione.

Certo che qualcuno potrebbe dire: ma come?

la Rivelazione vale solo per quelli che credono nel cristianesimo quindi nella Bibbia…

Questo è quello che potrà dire la gente impreparata ma io sto parlando a dei catechisti quindi è assolutamente necessario che noi abbiamo con chiarezza nella nostra mente ( non quello che ci dice il mondo sull'essere umano perché quello possono saperlo tutti, possono leggerlo tutti ) la specificità che c'è nel cristianesimo a riguardo della persona umana, cosa c'è di speciale che magari non c'è nel buddismo?

nell'islam? E così di seguito.

La specificità cristiana che quindi abbraccia tutto il cristianesimo, e quindi non solo il cattolicesimo ma tutto ciò che nel mondo ha il nome di cristiano e lo è realmente.

Quindi non sto parlando dei Testimoni di Geova che non sono cristiani, ( anche se loro si definiscono congregazione cristiana dei Testimoni di Geova: non sono cristiani.)

Non sto parlando dei Mormoni che, anche se dicono di essere chiesa cristiana di un certo tipo ecc. ecc. non sono cristiani.

I Mormoni non hanno infatti battesimo cristiano:

non sono cristiani perché non credono che Gesù Cristo sia Figlio di Dio vero Dio e vero uomo.

Se dunque il loro battesimo non è nel nome Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo essi non fanno parte della comunione cristiana.

Tutto il resto: gli evangelici, i battisti, i presbiteriani, gli anglicani, gli ortodossi, tutto quello che vi viene in mente che ha il nome di cristiano e che ha il battesimo trinitario, che vuol dire nel nome del: Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo, sono cristiani.

Allora tutto questo mondo che comprende più di un miliardo di persone ha una specificità.

Pochissimi di questi si rendono conto di qual è la specificità nell'antropologia, ma noi qui siamo apposta per illuminarci a vicenda e scoprire uno splendore di grazia che si allarga ed è presente in ogni persona umana.

Difatti la persona umana è stata considerata in tutti i modi possibili e immaginabili, ma unicamente nella Rivelazione cristiana, noi raggiungiamo la massima espressione dell'essenza completa e globale della persona umana.

Se voi avete a che fare con dei pensatori di tipo materialista oppure di altro genere vi renderete conto che l'impostazione è dualista, bipartita, binaria, che vuol dire due e cioè: materia e realtà immateriale.

Per Cartesio poteva essere lo spirito, lo spirito e la materia, oppure poteva essere il pensiero e la materia:

cogito ergo sum cioè: penso, quindi sono, res cogitans res extensa quindi la realtà pensante e la realtà estesa per dire la materia e il corpo.

Questo si chiama dualismo.

Il dualismo è l'esperienza più semplice e più comprensibile per la persona umana; quasi tutte le filosofie sono dualiste.

Le filosofie orientali che hanno prodotto grandi esperienze religiose quindi buddismo e tutto questo ambito orientale.

L'induismo è ancora un'alta cosa comunque anche nell'induismo c'è questa forma esagerata di dualismo.

L'induismo viene considerato una religione pagana il buddismo viene considerato più che altro una filosofa, perché è un ateismo pratico che però non vuole eliminare del tutto la possibilità di un essere che è nella trascendenza; però, e questo è il guaio, questo essere trascendente viene individuato nel proprio io.

Si tratta perciò di un ateismo pratico di tipo contrariamente trascendentale, cioè una contraddizione in termini: l'io o il se sarebbe l'assoluto.

Il nirvana è l'espressività massima di questo essere, ma il nirvana non è altro che il dissolversi nel nulla, una contraddizione in termini.

Il loro vero Dio è la legge del karma di implosione esplosione e ritorno nel nulla; questo ciclicamente in periodi che variano sui tremila anni circa, quindi è una visione che molti milioni di persone hanno, personalmente una visione molto angosciante che non si riesce a capire perché tante persone l'abbraccino con tanta leggerezza specialmente ex cristiani.

Quello che noi dobbiamo capire è che la visione cristiana di essere umano è sostanzialmente diversa dalla loro; la nostra definizione della persona umana ci viene dalla Rivelazione perché noi come credenti per conoscere Dio abbiamo come punto di riferimento fondamentale non solo le scienze umane come ci dice la Summa Teologia, ma quella della razionalità e quella della Rivelazione

Quindi la nostra fede non è una filosofia che è diventata religione, la nostra è una fede perché è una rivelazione che è stata accolta dall'intelligenza, è un'altra cosa.

Quindi noi diamo per scontato che Dio esista, che Dio abbia la possibilità di comunicarsi, cioè di farsi conoscere, di dirci qualche cosa di importante e di farci sapere cose che da soli noi non potremmo sapere.

Non è una illuminazione di come parlerebbero gli induisti è invece una comunicazione di se:

una comunione. Dio ci mette in comunione con Lui.

Allora ci sono alcune verità sull'essere umano che l'uomo ha perso a causa della propria indegnità a causa della propria lontananza da Dio, a causa del peccato originale.

Che cosa dire dunque di tutto questo?…

Che nella sacra Scrittura ci sono alcuni riferimenti che non appaiono subito come evidenti riferimenti alla persona umana che però confluiscono per noi in questa spiegazione, e cioè: la creazione dell'uomo, la consegna delle leggi a Mosè nei due diversi libri:

Deuteronomio ed Esodo, poi tutte le teofanie cioè tutte le volte che Dio si manifesta all'uomo dicendo determinate cose.

Quando non dice certe cose è perché le vuole proprio dire.

Nella Scrittura ci sono molte volte cose che mancano; in realtà una cosa che manca è proprio quella cosa che deve affiorare, manca per richiamare l'attenzione e farci capire che è quella la più importante, e poi nel Nuovo Testamento abbiamo veramente l'affermazione che avete anche stampata a piè di pagina che è quella di 1 Ts 5,23 e poi abbiamo il vangelo di Luca e in quello di Matteo il comandamento più grande, ma riprende esattamente Deuteronomio ed Esodo.

Nella Genesi: Gen 1,26-27 (che, come sappiamo, è un libro scritto in un'epoca molto tardiva, in epoca regale, quando c'era già il Tempio quindi dopo Salomone ) la descrizione della creazione è molto maestosa.

 In principio Dio disse facciamo ecc."

Questa presentazione della creazione del mondo è più tardiva di quella che si trova nel capitolo 2.

Nel capitolo 2 si parla della creazione del mondo della creazione dell'uomo è un racconto della creazione che è più antico di quello che si trova nel capitolo 1

 Nel capitolo 1 tutto sommato si trovano però delle cose strane; io dico cose strane per essere più semplice, e cioè nei versetti 26-27 Dio interviene e usa qui il plurale maiestatico.

Perché usa il plurale maiestatico?

Viene usato due volte: "facciamo l'uomo a nostra immagine".

Certamente si può semplicemente concludere che si tratta di un artificio letterario per sottolineare la solennità del momento, ma io voglio anche intravedere un particolare disegno della Provvidenza che in qualche modo ci fa intuire che questa azione della creazione dell'uomo è un'azione trinitaria.

Questa non è esegesi scientifica questo è intuizione spirituale.

quindi non lo troverete in nessun testo di esegesi ma lo troverete come motivo di riflessione spirituale sulla rivelazione di Dio.

Per oggi ci fermiamo qui perché abbiamo risposto a molte domande; tenete presente questo schema e cominciate a dargli una occhiata.

Fatemi avere eventuali vostre domande, possibilmente scritte e prima dell'incontro.