Spiritualità

10-11-2001

Don Mauro Agreste

Capitolo 4. L'impostazione di questi corsi é vitale, esistenziale, nel senso che non stiamo a riflettere o ad approfondire dei temi teologici, ma stiamo cercando di vivere in prima persona gli insegnamenti della Chiesa e successivamente chiarendo e mettendo le basi, i punti fermi su quello che é la nostra la nostra dottrina cattolica che deve essere conosciuta poiché viviamo in un periodo di grande confusione nel quale è facile deviare o scivolare da una parte o dall'altra.

Quello che ci importa di più e che da questi corsi vengono fuori non solo persone competenti dal punto di vista della trasmissione catechistica ma, soprattutto da cristiani convinti che per il fatto di essere cristiani sono anche catechisti.

Tema già affrontato precedentemente : non é possibile scindere il battezzato dal catechista, ossia é necessario che ci sia questa figura ufficiale all'interno della Chiesa che presenti la verità di fede, li spezzetti e le renda comprensibili a chiunque ma in ogni caso, quello che a cui si punta forse é un'utopia.

Noi di questa scuola siamo convinti che non si può essere veramente dei catechisti se non si é veramente innamorati di Cristo.

L'itinerario, dunque, non dipende da questi corsi, da questa scuola ma bisogna che ognuno si senta personalmente interpellato dì fronte a questa grande verità e cioè l'essere cristiano faccia parte della Chiesa senza fare della Chiesa un paravento per godere semplicemente dei tesori spirituali dell'intera Chiesa senza contribuire all'arricchimento di questi medesimi tesori.

Ognuno di noi é chiamato non solo a beneficiare dei tesori spirituali della Chiesa ma, ognuno di noi, é chiamato a contribuire affinché questo stesso tesoro spirituale della Chiesa si accresca, si consolidi e diventi sempre più splendente.

È la comunione dei Santi che ci è stata anche sottolineata in vari aspetti dalla parola di Dio, ed uno di questi aspetti é la famosa parabola dei talenti.

In questa parabola non possiamo essere cosi superficiali da individuare semplicemente delle capacità o delle competenze umane o tecniche che se ci sono ringraziamo il Signore.

In questa parabola va rivalutata l'intera figura della persona umana dove ci sono le capacità fisiche ed intellettuali ma, dove c'è anche la reale spiritualità che deve permeare, riempire e dare tutto un senso a tutto quello che si compio non solo un modo ufficiale quando si compiono degli atti ufficialmente indirizzati alla catechesi, ma trasformano do qualsiasi atteggiamento e qualsiasi attività in un'occasione di testimonianza.

Questa occasione di testimonianza non é detto che deve essere sempre compiuta in presenza degli altri anzi é la prova del nove che il cammino spirituale di una persona è autentico.

Non quando la persona é di fronte agli altri che é compromessa e deve dimostrare la validità delle proprie convinzioni;

la prova del nove é quando la persona si trova da sola.

Quando é chiamata a testimoniare la verità, la giustiziai la bontà, l'equilibrio, la spiritualità, la preghiera, la fedeltà, la perseveranza, etc. …, in una occasione in cui non essendoci nessuno che controlla, questa persona potrebbe facilmente deviare e decidere per ciò che é più comodo.

Piccola parentesi, si parla di fondamentalismo islamico, ecc. …

Non é cosi facile distinguere chi è fondamentalista da chi non lo é per la semplice ragione che essendoci dei fondamentalisti lì come in qualsiasi altra esperienza si sentono osservati dagli altri.

Non é né la prima né l'ultima volta che si sentono persone che in privato si cibano di tutti i cibi proibiti secondo le loro tradizioni, ma in pubblico sono assolutamente fedeli.

Questo é semplicemente un esempio per farvi capire che cosa sono chiamati a compiere cioè una fedeltà che deve essere a 360° all'interno di noi e che si manifesta sempre :

é la fedeltà dell'eremita.

L'eremita che isolato dal resto del mondo, l'eremita che vive in obbedienza totale agli insegnamenti di Dio nella scrittura e nel Magistero della Chiesa anche se non c'è nessuno che lo vede.

Dunque é richiesta un'onestà di fondo che é fondamentale.

Questo capitolo 4 ci presenta proprio la figura del catechista nella sua caratteristica principale di "uomo di Dio".

In questa presentazione abbiamo già delle definizioni perché si parla del catechista che é uomo che appartiene a Dio.

Uomo significa che appartiene all'umanità e soprattutto l'umanità con un certo taglio specifico, una certa colorazione.

Questo tipo di umanità, questo tipo di essere umano appartiene a Dio.

Questa decisione (di appartenere a Dio) deve essere personale e coinvolgente.

Se deve essere di Dio vuol dire che prima di tutto l'uomo deve essere libero e, quando si dice libero si intende che non sei vincolato, incatenato da niente e da nessuno che non sia in perfetta comunione con il Signore;

quindi a ben vedere noi dovremo prima partire dalla concezione di UOMO per poi arrivare alla specificazione di Dio e quindi all'oggettivazione ed infine al catechista.

Chi ti vede dovrebbe dire : "Ecco un uomo!", come faceva il filosofo Diogene che andava in giro nell'antica Grecia con una lanterna per cercare l'illuminato, cioè il vero uomo.

"Vero uomo", a noi interessa come concezione che viene dalla rivelazione quindi dalla Bibbia, quindi abbiamo un'idea, un'intuizione di che cosa significhi essere uomo.

Nella I Lettera ai Tessalonicesi ( 1 Ts 5,23 ) si dice qualcosa di molto importante "il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione e tutto quello che sei vostro spirito, anima e corpo si conservi irreprensibile per la venuta del nostro Signore Gesù Cristo".

In questo versetto c'è il condensato essenziale, fondamentale, basilare, eccezionale, etc. … di quello che è l'essere umano secondo la visione di Dio.

San Polo illuminato dallo Spirito Santo ci dice che per definire l'uomo si parte da Dio = il Dio della pace.

Nel linguaggio biblico pace significa realizzazione delle promesse di Dio.

La notte di natale gli angeli cantano "Et in terra pax et omnibus" che significa sulla terra c'è pace per gli uomini, c'è Gesù Cristo appena nato.

Quindi Gesù Cristo è la pace degli uomini ossia la realizzazione di tutto ciò che Dio aveva promesso da secoli e da millenni nella Bibbia.

Il Dio della pace ossia il Dio che realizza sempre ciò che promette e segue poi "… vi santifichi".

Santificare significa separare non con senso di disprezzo ma valorizzare;

tra un insieme di cose belle tu ne prendi alcune perché le vuoi realizzare.

Il "Dio della pace vi santifichi" significa vi metta da parte perché vi vuole perfezionare, valorizzare, portare a compimento, vuole realizzare dentro di voi le promesse che Lui ha sempre fatto (nella Bibbia sono contenute almeno 8.000 promesse).

Se Dio le ha fatte bisognerà che si realizzano però non si realizzano se non le si conoscono e se non si chiede al Signore che si realizzino.

Quindi Dio santifica, é un'opera che Lui fa, non siamo noi che possiamo scegliere (dice Gesù) ma è Lui che ha scelto noi. "…

Vi valorizzi fino alla perfezione" significa che siamo veramente persone umane come Dio le ha progettate, perché quando Dio ha creato l'uomo aveva le idee molto chiare nella testa.

Non è certamente fiero del genere umano che ha creato, ma ama tutte le sue creature (anche Lucifero);

un genitore che ha un figlio che si droga o fa cose cattive non può non amare questo figlio anche se rimane amareggiato e certamente non approva quello che fa.

Portare alla perfezione è un'opera che Dio compie e non può dipendere da noi perché è una cosa che fa Lui, ciò significa che noi abbiamo delle potenzialità che possono giungere al massimo solo se c'è uno stile di collaborazione e comunione con il Signore.

Abbiamo delle potenzialità che Dio ci ha dato, una parte dipende da noi, ma il compimento di tutto questo dipende da Dio.

Dio farà tutto ciò ma con una totale disponibilità da parte nostra.

Essere una persona disponibile significa non avere altri 3.000 interessi o altre cose da seguire quindi essere una persona "libera" = che non si lascia possedere da niente.

Difatti San Paolo né dà spiegazione "tutto quello che é vostro …" vuol dire "volete essere liberi?

Controllate se ciò che vi appartiene come umanità è veramente libero oppure é condizionato da qualcosa (legato-trascinato- interessato a qualcos'altro che non è Dio)" ed ancora specifica "tutto quello che è vostro spirito-anima e corpo si conservi irreprensibile" sottolineando per chi non ha capito che Dio come dice il Vangelo di Giovanni Il se il Figlio vi farà liberi, voi sarete liberi davvero" significa che Dio ci ha resi liberi però San Paolo ci ricorda "Dio l'ha fatto, ma tu cerca di restare libero perché Dio non è costretto a liberarti continuamente, Lui ti ha aperto la porta del carcere ma se tu non esci e te ne vuoi restare in prigione non dipende da Dio, ma dipende da te.

Dunque si conservi ( resti nella libertà ) irreprensibile (non preso da niente) in senso morale una persona che non si può riprendere perché non ha difetti, "… per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo", quindi ci dà la prospettiva trascendentale ossia non ti devi conservare irreprensibile, libero, puro, santo cosi tanto per …, ma perché c'è un fine.

La psicologia umana come la psicologia delle persone, quindi non solo umana, deve avere un fine al quale agganciare il senso del proprio esistere.

Se non si ha una meta da raggiungere perché si devono fare certe cose;

se non voglio prendere la laurea perché devo andare all'università ?

Se non mi interessa il Paradiso perché devo comportarmi bene?

Se non esiste la possibilità di sbagliare completamente il senso della nostra vita siamo liberi?

Più esplicitamente: se tutti vanno in Paradiso, perché dobbiamo impegnarci a fare le brave persone ?

Dopo gli anni di contestazione, per eccesso di buonismo (prendersi in giro) si è cercato di sbattere in Paradiso tutti perché Dio è buono.

È vero Dio è buono ma non è tonto.

L'essere buono corrisponde all'essere vero e corrisponde all'essere buono-vero-bello (bonum-verum et pulchrum con vertutum) cioè intercambiabili tra di loro perché coincidono, sono la stessa cosa UNUM = sono DIO.

Non ci può essere una verità che non è buona e nello stesso tempo bella perché è Dio.

L'essere umano come tutti gli altri esseri personali se non ha un fine da raggiungere non si impegna per raggiungerlo perché non ha senso.

È ora che finiamo di presentare un cristianesimo falso e bugiardo nel quale non esiste la remunerazione e quindi non esiste la giustizia.

La giustizia non è il castigo, è riconoscere la verità, la bontà, la bellezza che c'è o che non c'è.

Dio è giusto, sommamente giusto, Dio è la giustizia.

Se Dio è la giustizia ed è colui che è: il giustificatore cioè colui che ci rende giusti in Gesù Cristo, allora significa che il compito di Gesù Cristo è quello di riconoscere la verità, la bontà, la bellezza che c'è in ogni persona umana o che non c'è.

È scritto nel Vangelo in cui Gesù dice "… al figlio dell'uomo è stato dato il potere di giudicare" e non a Di Padre e neppure allo Spirito Santo.

Perché ? Perché è il Figlio dell'uomo.

In sé assume l'intera umanità senza smettere di essere Dio.

È l'unico mediatore. È Lui la nostra giustizia colui che ci rende giusti, perché se noi siamo in totale comunione con Lui siamo giusti.

Viceversa non lo siamo. Giusti vuol significare che siamo veri.

Se siamo esseri umani vuol dire che siamo come Gesù.

Gesù è l'essere umano perfetto.

Quindi se noi siamo perfetti manca qualcosa nella nostra umanità (forse manca la fiducia in Dio, oppure l'amore per il Signore) e ciò si manifesta don l'egoismo, l'avarizia, la gola, la lussuria, l'accidia, l'ira.

Questi vizi non sono qualcosa che si aggiunge, ma sono il segnale chiaro che noi non siamo persone libere, che ci manca qualche cosa, che non assomigliamo a Gesù.

Gesù è la giustizia, la persona perfetta.

Con la morte la persona si presenta davanti al giudice = Gesù che è vero uomo senza smettere di essere Dio, per di più trasfigurato nella bellezza totale che avremo quando saremo in Paradiso ed avremo aderito a Dio.

Dal Vangelo di Giovanni "… Egli che è luce si manifesta nel suo pieno splendore …" e l'anima del defunto si di fronte a Lui e praticamente vede se lo splendore di Gesù Cristo si riflette su quell'anima oppure se non si riflette.

Se non si riflette è perché ci sono delle macchie, come nei vecchi specchi quando la pellicola riflettente è consumata.

La luce di Gesù Cristo deve potersi riflettere su di noi perché Lui è LUCE e noi siamo la lampada.

Se riflette significa che la nostra vita ha aderito a Dio quindi assomigli a Lui e ripeti la sua immagine, so non si riflette significa che in quei punti ci sono degli egoismi, delle manchevolezze o delle vere e proprie colpe, o degli atteggiamenti contrari agli insegnamenti di Dio.

Tutto quanto a testimonianza che tra noi e Dio non c'è comunione.

Nel giudizio accade come nello specchio vecchio non più utilizzabile, se la persona aderisce veramente al progetto di Dio allora assomiglia a Gesù Cristo e questa è la comunione; è tutto quello che fa Gesù Cristo , tutto quello che pensa, tutto quello che è, corrisponde a tutto quello che siamo noi.

In questo modo l'uomo è veramente libero, cioè l'uomo non si lascia incatenare da tutto ciò che corrisponde alla parola uomo e cioè spirito-anima-corpo.

Tutto ciò che può legare, trascinare il corpo a qualche cosa che non sia splendente come Gesù Cristo, pertanto è qualcosa che non ti rende uomo, ti rende più giù dell'uomo: un'animale.

Tutto ciò che lega la corporeità e non permette di essere totalmente libero non può far parte di un vero cristiano, quindi è qualcosa in cui ci si deve fermare, ci si deve interrogare,, ci si deve porre un po' davanti al Santissimo Sacramento (= CRISTOTERAPIA = stare davanti a Gesù) perché hai bisogno di guarire.

Se il proprio corpo è incatenato da 3.000 passioni che sicuramente Gesù non aveva e che non faceva, né Maria, né San Giuseppe, se ci sono questi problemi l'unica soluzione è la CRISTOTERAPIA :

chiedere a Gesù, come Lui ha detto, perché Gesù è la pace = realizzazione delle promesse di Dio. Vangelo di Giovanni ( Gv 8,32 ) "…. se il Figlio vi fa liberi, voi siete liberi davvero" allora voi avete il diritto di andare davanti a Gesù e dirgli: "Ehi ! Tu l'hai detto! Tu sei Dio !

Adesso lo devi fare perché io voglio.

lo non combatterò più contro di te in questo tuo annuncio, io combatterò per essere libero, però lo so bene che è il Dio della pace che mi porta fino alla perfezione quindi io faccio la mia parte, il mio sforzo, ma chi mi guarisce, chi mi trasforma, chi mi libera sei tu".

Finché non si ha il coraggio di dire le cose come stanno e dire la verità a noi stessi, possiamo dire 50 rosari al giorno che non cambia niente perché bisogna veramente volerle le cose, non solo devozionalmente.

Se Dio ha promesso, questo succede, passeranno i cieli, passerà la terra, ma la sua parola non passerà.

Lui è fedele, non cambieranno le sue parole e le sue promesse.

Rendiamoci veramente conto se noi siamo persone di fede o se la nostra fede e la nostra religione ed il nostro atto psicologico ( = dipendente da quello che io sento, immagino da quello che io penso, da quello che io ho capito, che può portare all'isterismo, poiché la fede è molto concreta, è molto reale, la fede è una relazione personale con Dio, non idee colorate di rosa.

Questo per quanto riguarda l'ambito della corporeità poi c'è la psiche (tutto ciò che è mentale e costituisce la nostra personalità è qualcosa che noi dobbiamo domandarci se è vera mente nella signoria di Cristo o è nella Signoria di qualche cosa d'altro) o di qualunque altra idea;

non possiamo essere ingenui dicendo noi apparteniamo a Gesù Cristo e basta.

Fosse vero che è cosi, ma siamo fortemente condizionati dal tempo in cui viviamo, dal luogo in cui viviamo, dalla cultura e dalla società in cui siamo inseriti.

Cosa vogliamo fare? Isolarci, non avere più contatti con nessuno?

Questo non ci rende persone libere dai preconcetti.

Se siamo persone umane vuol dire che l'ambiente intorno a noi sta influendo e ci ha dato alcune strutture di pensiero.

Per gli strutturalisti la persona viene strutturata dall'esterno, cioè tutto quello che sta intorno a noi ci dà la struttura.

Noi siamo cristiani perché siamo nati in una nazione cristiana.

Noi siamo cristiani non siamo strutturalisti perché sappiamo che esistono queste strutture, ci sono ma noi non siamo vittime delle strutture perché noi come cristiani sappiamo che la verità ha fatto capolino sul genere umano.

Quindi ci possono essere tutte le strutture del mondo che mi possono dare delle idee psicologiche, una struttura di pensiero, una forma di pensiero, ma in ogni caso Dio mi garantisce la libertà (il famoso libero arbitrio) per mezzo della quale io posso confrontare e capire se questa struttura è vera o nasconde altre cose perché gli strutturalisti difficilmente accettano che ci sia una verità di tipo assoluto.

Non esistono i dogmi. Ciò significa che se non c'è la verità ci sono tante verità.

Se non esiste la verità nel senso della pienezza della verità, ciò che dà senso a tutto quello che esiste ed è tutto quello che noi siamo, allora possiamo dire che l'uomo si trova ancora nello stato di essere animale.

I filosofi latini e greci parlavano dell'uomo dicendo che l'uomo in questo caso si trova ad essere come un lupo : homo-homini-lupus = l'uomo è un lupo per l'altro uomo, o semplicemente dire la legge della giungla ( = la legge del più forte, chi ha più forza di qualsiasi tipo fisica o psicologica, prevale sugli altri perché se non c'è la verità a cui fare riferimento, punto immutabile, assoluto, eterno al di fuori di noi stessi diventa tutto più concepibile e possibile soprattutto tutto viene giustificato (esempio la stella polare che permette ai naviganti di fare il punto della rotta).

Il tutto è il contrario di tutto; non esiste più la verità, esiste la mia verità che vale tanto quanto la tua.

Se la struttura mi dà una psicologia di questo genere, allora è impossibile la comunione del cristianesimo perché il cristianesimo è ciò che risponde alla tua sensibilità ma non alla mia;

preferisco farmi guidare dai sensi quindi mi piace di più un'esperienza religiosa del tipo satanico.

Ma questa è la mia sensibilità non la tua (I'uomo per me è cosi, per te è un altro;

oppure Dio secondo me ha parlato mentre per te non è vero che ha parlato;

quindi é valida la mia sensibilità e visione tanto quanto la tua, tutto può coincidere con il contrario di tutto).

Quando c'è una struttura di questo genere la comunicazione, diventa ardua, molto difficile spesso è necessario che ci sia il classico colpo sulla testa che rimette le idee a posto perché quando ti scontri con una realtà che è molto diversa da quella che tu immagini forse ti fai delle domande.

Finché non ti fai delle domande è difficile che tu abbia un vero incontro con il Signore.

Ci sono quindi delle verità che sono contenute nella scrittura come nella lettura ai Tessalonicesi.

Quante cose emergono da questa lettura: che cos'è l'uomo, che cos'è la persona, etc. ….

In questo cap. 4 stiamo solo analizzando il titolo di "Uomo di Dio" cioè catechista, si parla solo di "uomo" per spiegare cosa significa "di Dio".

Le verità che sono contenute nella scrittura non si trovano come nel catechismo:

10 verità, 20 verità, 30 verità, c'è tutto un insegnamento, un modo che Dio ha per parlare con le persone, per fargli capire le cose.

Dio non fa catechismo, Dio vive con l'uomo, per questo l'uomo dovrebbe imparare a vivere da uomo.

Come la mamma ed il papà che insegnano al bambino a fare qualcosa o gli fanno vedere come si fa.

Differenza abissale perché comandando quella cosa la farà, la sbaglierà oppure non la farà, si ribellerà?

Ma facendola insieme impara, gli piace perché si fa in compagnia e non la dimenticherà più.

Quindi ci sono delle verità nell'ambito di tutto ciò che é pensiero che noi diciamo psiche=razionalità-intelligenza-fantasia-creatività-memoria-reattività etc … che per il cristiano non è un ambito intoccabile e nell'ambito in cui abbiamo il dovere di controllare se le strutture che abbiamo ricevuto sin dalla più tenera età (es. il linguaggio) é una struttura? Certo!

Se non ho la struttura del linguaggio come faccio a farmi capire (quindi struttura utile ma condizionante).

Il pensiero è condizionato da queste strutture, dalla lingua italiana, non studiando più il latino che costringeva a ragionare, a mettere le idee a posto se vuoi fare un discorso che sia logica.

Ci sono strutture che giungono a noi nei modi più diversi:

attraverso la musica, il modo di vivere, le costruzioni, l'architettura, l'arte, il clima, la natura.

Sono tutte strutture che noi riceviamo consciamente o inconsciamente.

Siamo sicuri che tutte queste strutture aderiscono completamente al pensiero ed alla volontà di Cristo Sono sicuri i genitori che i loro figli a scuola ricevano le strutture che a livello culturale aderiscono al modello educativo che essi hanno nella mente?

Sono sicuri che essendo genitori credenti troveranno insegnanti credenti che sottolineeranno certi valori e che a Natale non parleranno di Babbo Natale ma di Gesù bambino?

Invece di parlare della festa di Hallowen parleranno della solennità di tutti i Santi?

No, perché le strutture di formazione di pensiero degli insegnanti non sono strutture cristiane ma strutture materialistiche generalmente di tipo marxista (pensiero filosofico che ha avuto le sue attualizzazioni in alcuni totali carismi, alcuni dei quali sono ancora presenti ma che condizionano la storia del pensiero).

Ci sono dei diritti umani che devono essere difesi e vengono difesi solo dalla visione cristiana dell'uomo e quindi della società.

Il diritto assoluto dell'uomo dell'educazione appartiene all'uomo e non appartiene allo Stato.

Solo nei totalitarismi appartiene allo Stato, ed il totalitarismo che si arroga il diritto di tagliare il diritto naturale dei genitori di educare i figli ex "ducere" cioè tirare il buono che c'è dentro viene arrogato da altri Stati in modo tale che si formino delle menti e delle coscienze che siano secondo un certo stile.

Su questi punti solo una persona ottenebrata si rende conto di quanto siamo condizionati e di quanto la scuola per esempio che è solo una delle tante strutture condizionante la presa di coscienza di fede dei nostri giovani e delle nostre giovani generazioni.

Togliendo poi quello che è uno dei diritti del genere umano che è quello della educazione che appartiene solo ai genitori e non appartiene certo ad altre strutture.

Se il cristiano è un vero cristiano sa che il punto di riferimento è Gesù Cristo, ciò significa che se Gesù Cristo dice una cosa e le strutture in cui noi viviamo ne dicono un'altra: chi avrà ragione ? Per i credenti Dio.

Ci sono credenti che ripetendo gli stessi errori più volte, tutte le domeniche vanno a messa comunicandosi con Dio come se fosse una cosa normale.

Ciò vuol dire che c'è una coscienza, una consapevolezza di quelli che sono gli insegnamenti di Gesù Cristo, di Dio nella rivelazione che sono di una ignoranza abissale perché persino nelle cose più microscopiche si arriva a degli eccessi di questo genere.

Queste persone che da 30 anni non sapevano di non far parte della comunione cristiana, però tutte le domeniche si comunicavano.

Comunione con cosa ? Con chi ? Perché la comunione è un pezzo di pane ?

Oppure la comunione è una perfetta identità, divisione di pensiero, di desiderio e di concretizzazione tra quello che pensa Dio e quello che voglio io.

Se non c'è questa comunione si può fare anche 100 volte la comunione eucaristica che non si è fatto nessuna comunione.

Tra i tanti eccessi dell'epoca del "giansenismo" (corrente spiritualistica sorta in Francia nel XVII/XVIII secolo) c'erano questi eccessi per cui la comunione diventava un premio, faceva la comunione solo chi era stato buono, chi aveva avuto il permesso dal confessore.

Ora si è giunti all'eccesso opposto: la comunione è concessa a tutti anzi è diventata un diritto, dimenticandoci una cosa fondamentale che non ha alcun senso fare la comunione con Dio.

Se Dio dice certe cose, insegna certe cose, vuole certe cose e tu non fai quelle cose, come fai ad essere in comunione con Dio? Come fai a prendere la comunione ?

Non hai il diritto, non puoi è una contraddizione.

Ciò vuol dire che ci sono delle strutture, tutti hanno i rapporti prematrimoniali, lo fanno tutti quindi è diventata una cosa giusta.

Nella Bibbia non c'è scritto questo.

Il fatto che lo facciano tutti non rende affatto la cosa lecita-buona-giusta perché Dio ha parlato "… siate santi perché siete santi, perché lo sono Santo" oppure nella lettera agli Efesini "…. non sapete che i vostri corpi appartengono a Cristo, egli li ha acquistati a prezzo del suo sangue".

Il Signore è per il corpo ed il corpo è per il Signore non per l'impudicizia ( Ef 6 ).

Se ci sono dei cristiani che si prendono il diritto di prendere la parola di Dio, di stravolgerla facendo dire alla parola di Dio quello che Dio non ha detto questi non sono assolutamente in comunione con Dio.

Eppure noi abbiamo le nostre chiese, le nostre comunità piene di persone che si recano ad ogni tipo di essoterismo dai più blandi e meno visibili a quelli più profondi e più chiari credendo che tutto sommato non ci sia nulla di male cure alternative, radioestesie, etc. …

Questi cristiani manifestano la loro totale ignoranza e dimenticano che nel libro del Levitico su queste cose sono scritte delle cose molto chiare "…. non si trovi in mezzo a te chi pratica la magia, lo spiritismo etc. …" e conclude con una frase cosi lapidaria che è difficile trovare nella Bibbia un'espressione più forte di questa "…. perché chiunque compie queste cose è in abominio al Signore", cioè lo fa vomitare.

Queste persone che consultano cartomanti, pranoterapista ed altri non sono i musulmani né i protestanti, sono i cattolici che la domenica vanno a fare la comunione sentendosi giusti ed a posto, che non conoscono affatto la struttura della persona umana che immaginano che ci siano delle energie cosmiche che si possono analizzare e che quindi preludono ad un'antropologia che non è quella cristiana ma dualista e non tripartitica come la nostra, manifestando una totale ignoranza nella quale sguazza Lucifero.

Lui vuole l'ignoranza. Nel libro dei Re Dio si lamenta con il profeta Natan che subito va a riferire a Davide "…. il mio popolo muore per mancanza di istruzione …", ciò a dire che il popolo di Dio muore perché non conosce affatto quello che Dio pensa.

Si basa sulle tradizioni, sul devozionalismo, senza capire che non si tratta di fare delle cose, non si tratta di avere una comunione reale con Dio.

Se Dio ha dunque ragione, si deve avere il coraggio di prendere le distanze su tutto ciò che non è secondo il pensiero di Dio : che ci piaccia o non ci piaccia; la verità è questa.

Il catechista se è un uomo irreprensibile vuol dire che non si lascia trascinare da altre cose perché se Dio si è scomodato nel dire una cosa che ci piace o non ci piace (es. non rubare ed invece per bere un caffè durante il lavoro impieghiamo 1/2 ora parlando di calcio questo 6 rubare).

La concretizzazione è molto usuale, perché la persona di fede non è una persona che svolazza tra le nuvolette e gli angioletti.

La persona di fede è una persona che agisce concretamente in comunione con gli insegnamenti di Dio che ci sono nella rivelazione e che ci sono presentati dal Magistero della Chiesa.

Al di fuori di questo se uno si mette a giudicare il Magistero della Chiesa vuol dire che si sta mettendo a giudicare Gesù Cristo perché è Gesù Cristo che ha voluto la Chiesa e l'ha voluta cosi come è:

con il sigillo ed il potere delle chiavi di Pietro, ed il potere delle chiavi non l'ha dato agli apostoli ma a Pietro.

Dio ha dato fiducia a Pietro, quindi é Pietro che ha ragione non gli altri.

Non ai singoli cristiani che secondo una visione protestantica, avrebbero la possibilità in qualche modo di interpretare la scrittura secondo il loro gusto ed uso personale.

La scrittura ci è data ed è interpretata autenticamente solo dal Magistero della Chiesa.

Su questi insegnamenti muoviti liberamente, ma se esci puoi assumere due atteggiamenti :

1) quello della ribellione

2) quello dell'umiltà.

Se si esce dall'insegnamento della Chiesa e non si sa se è giusto o non è giusto la cosa più semplice e chiederlo alla Chiesa stessa poiché il compito di discernere appartiene ai vescovi.

Qualunque problema anche il più particolare, i vescovi lo studiano e capiscono se nella scrittura c'è questo insegnamento, questo orientamento oppure quello e poi si esegue quello che verrà indicato.

Noi cattolici siamo fortunati perché non siamo in balia dei nostri sentimenti o delle nostre capacità di intendere e di volere, ma guidati, assistiti e protetti dal Magistero della Chiesa che Significa assistenza a tutto spiano dello Spirito Santo.

Proseguendo nell'insegnamento di questo cap. 4 è importante sottolineare la parola di Dio, sinora abbiamo analizzato la corporeità e la psicologia dell'uomo non è ancora stata analizzata la spiritualità, l'appartenenza a Dio dunque come risultato ovvio ed evidente come i vagoni seguono la locomotiva non stanno mai davanti, cosi l'uomo diventa catechista cioè colui che porta la verità di Dio intorno a sé, dovunque sia, qualunque cosa faccia.