Il catechista è un educatore

7-12-2002

Don Mauro Agreste

Indice

1) L'uomo essere vivente
2) Eva prefigura Maria
3) Maria inaugura la creazione nuova e la nuova umanità
4) Il Catechista è un educatore
5) Lo zelo
6) I doveri di stato e loro priorità
7) La veracità
8) Educazione integrale: Prima umana, poi spirituale

1) L'uomo essere vivente

Nel racconto più antico della Creazione, quello che sul libro della Genesi si trova la seconda volta ( la prima volta è Dio disse: "Sia la luce") invece il racconto più antico è quello che viene dopo nel capitolo 2, ( Gen 2 ) dove si dice che Dio prese la polvere della terra la plasmò e poi soffiò nelle narici di questo fantoccio e si legge che l'uomo divenne un essere vivente.

Allora chiamare Eva madre dei viventi, il significato di Eva è quello: e dire che Maria è prefigurata in Eva, significa avere un progetto teologico spirituale molto chiaro e cioè il destino dell'uomo quello di essere vivente.

E vivente non è semplicemente uno che vive biologicamente, quando Dio parla di vita parla di se stesso.

Egli soffia nelle narici di questo pupazzo, che ha plasmato, secondo la tradizione più antica.

Voi sapete che sono racconti simbolici.

Il termine che viene usato è ruah Iavhe, dove il termine ruah Iavhe è lo stesso che si usa per indicare lo Spirito Santo.

Quindi dire che l'uomo diventa essere vivente, significa dire che si differenzia in modo sostanziale da tutti gli altri esseri che vivono.

Perché gli altri vivono, invece l'uomo è vivente, ha in sé l'essenza della vita.

Tant'è vero che gli altri esseri cessano di esistere, l'uomo no, cambia il modo di esistere, ma non cessa di esistere.

2) Eva prefigura Maria

Dunque dire che Maria è prefigurata in Eva significa dire che il progetto di Dio partiva già da Eva, come un progetto in cui l'essere umano sarebbe stato il tempio di Dio.

Certo questo avrebbe avuto molte conseguenze, che noi non immaginiamo.

E non vogliamo neanche indagare anche perché rischieremmo di fare della fantateologia.

E credo che basarsi sulla realtà dei fatti della nostra rivelazione, non un'ipotetica rivelazione, sia già abbastanza.

È arduo per noi conservare nel nostro cuore tutti gli insegnamenti che abbiamo ricevuto nella scrittura.

3) Maria inaugura la creazione nuova e la nuova umanità

Però teniamo presente che Maria inaugura la creazione nuova, dove per nuova non si intende la novità come si usa trovare nei negozi o nella pubblicità: " Ecco una cosa che prima non c'era" no, non è in questo senso.

Si dice nel senso del significato latino della parola cioè "definitiva".

L'umanità definitiva è l'umanità che ha raggiunto il suo modo di dover essere.

Come una persona che nasce piccola, poi cresce, arriva al massimo dello sviluppo, si dice che più di così non cresce, perché è arrivato alla definitività della sua crescita biologica.

Allora dire nuovo equivale a dire definitivo.

Maria è la creatura nuova che dà origine all'umanità nuova, nel senso che lei corrisponde pienamente al progetto di Dio.

Il progetto di Dio è essere prediletti da Lui, cioè diletti da Lui.

Dio in quella creatura si diletta, si riposa, si trova a suo agio, è accolto in situazione di comunione.

Sto riassumendo moltissimo perché la nostra riflessione sulla catechesi sarà dopo, però qualche accenno vorrei che non lo perdeste.

Anche perché è giusto che noi si abbia una visione teologica completamente corretta della figura di Maria, nell'arco della storia della salvezza.

Dobbiamo essere attenti a non cadere nei facili devozionalismi, che non producono fede, ma soltanto sentimento.

Domani abbiamo il Ritiro in cui si parlerà sicuramente della nostra Mamma del cielo e saremo affascinati dall'opera che Dio ha compiuto in lei, ma non solo per lei

L'ha conferita in lei come modello, come stereotipo ( ciò a cui tutti dobbiamo tendere, la perfezione per ciascuno di noi).

4) Il Catechista è un educatore

Eccoci dunque al nostro cammino: il titolo che contraddistingue la nostra riflessione di oggi è: il Catechista è un educatore.

In svariate occasioni, ogni volta, abbiamo avuto modo di constatare che il Catechista non è un semplice ripetitore di nozioni acquisite.

Il Catechista è una persona che, prima di tutto, ha fatto un incontro autentico con il Signore.

Badate lo specifico ogni volta, perché questo deve entrare veramente nel profondo del vostro pensiero: quello che dirò del Catechista non vale solo per il Catechista, dovrebbe essere per ogni cristiano, per ogni battezzato.

Certamente dal Catechista tutti si aspettano qualcosa di più.

Probabilmente anche tu senti dentro di te questa responsabilità di autenticità, questa necessità che il tuo messaggio sia efficace.

5) Lo zelo

Io spero che voi sentiate dentro di voi lo zelo per annunciare il Vangelo.

Ne parlavamo la settimana scorsa, mi pare nel 2° corso, delle tre condizioni per essere discepoli.

Lo zelo per annunciare il Vangelo, cosa significa?

Significa proprio questo desiderio profondo della creatura di voler comunicare a qualcuno una gioia trascinante, che ha acquisito in sé nell'incontro speciale con Dio.

Vedete questa gioia trascinante che non deve essere necessariamente esplosiva, però sicuramente profonda, è un punto fondamentale sul quale vale probabilmente la pena di soffermarsi.

Io non ho la pretesa di volervi contagiare in questo aspetto però come sempre sapete nel mio essere provocatorio, lo faccio anche apposta.

Ma penso che lo sappiate che c'è questo intento e cioè che ognuno si soffermi, nel suo momento di preghiera personale, e dica: "Ma dentro di me è presente questa gioia spumeggiante, questo interesse per il Signore?".

6) I doveri di stato e loro priorità

Non vorrei che qualcuno si allarmasse dicendo "ma io non posso dedicare tutto il tempo della mia giornata a queste cose perché ho dei doveri di stato".

È vero che può giungere questo pensiero nella mente.

Allora vi ricordo però che i doveri di stato sono il "luogo" naturale in cui si realizzerà la vostra santità.

Nessuno vi chiede di fare un compito diverso dal quale e per il quale siete nati.

Se la tua vocazione è, per esempio, quella matrimoniale e hai la responsabilità di una famiglia, è evidente che su questo tuo ambito di lavoro agirà il Signore; Lui non ti chiede di essere una persona che lascia perdere tutti gli impegni di famiglia, perché deve stare continuamente in Chiesa.

Però ti fa capire che tra i tuoi doveri di stato c'è, e non si può nascondere, il tuo dovere nei confronti della comunità cristiana.

Vuol dire che ci sono delle priorità che vanno rispettate e queste fanno riferimento certo ai tuoi doveri di stato, ma tra essi vi è sicuramente quello della testimonianza cristiana, che si esercita in modi diversi per situazioni diverse.

Una religiosa ha dei doveri di stato verso la sua comunità, ma ha anche dei doveri di stato nei confronti della Chiesa; un coniugato ha dei doveri di stato per quello che riguarda la sua famiglia, la sua situazione coniugale, ma questi non possono assolvere la totalità, perché questo coniugato prima di essere coniugato è battezzato.

Allora sapete certe volte è molto comodo avere i doveri di stato, perché con i doveri di stato io ho la giustificazione per non impegnarmi.

Tante volte vengono a confessarsi delle persone e dicono: "Non sono andato a messa perché avevo i bambini".

Sei mica l'unica persona che aveva i bambini nel mondo vero?

Come faceva la tua mamma che, prima del Concilio, magari andava a Messa alle 6 del mattino, perché allora c'era il digiuno della mezzanotte, non ci si poteva neanche lavare i denti perché addirittura l'acqua, se ingerita, rompeva il digiuno eucaristico.

Vedete che la Chiesa è molto madre, quindi capisce che ci sono delle situazioni diverse in tempi diversi e vanno vissuti in modo diversi.

Ma allora è molto comodo nascondersi dietro presunti doveri di stato, perché volere è potere.

Se la tua priorità è Dio, stai tranquillo che la maniera per partecipare all'eucarestia la trovi.

Marito e moglie hanno la stessa dignità nella famiglia, devono sentire l'amore per i figli nello stesso modo, allora dove è scritto che se i bambini non stanno con la mamma non stanno da nessuna parte?

I due coniugi non si possono dare i turni, si tratta poi di 50%.

7) La veracità

Dunque vedete bisogna essere molto onesti ed anche educare alla verità.

Voi vedete "l'impegno di ogni altra virtù, la giustizia, il coraggio, la veracità".

Guardate non è un termine ottocentesco, che è stato scritto nel documento così, perché è stato scritto negli anni sessanta.

La veracità non significa dire sempre la verità, ma "essere verità": vuol dire pronunciare con la bocca parole di verità, ma essere nella vita una testimonianza di verità.

Non è un termine che si usa spesso, ma a voi che siete impegnati e che date il vostro tempo al Signore, il Signore vi riempirà di grazie e benedizioni, perché è chiaro che a chi dà del tempo al Signore, il Signore dà poi il suo tempo; io sono sicuro che tutti tra di voi mi diranno: "Pensavo che impegnandomi in questo corso, non sarei più riuscito a fare quello che facevo prima, e invece riesco a farlo meglio di prima".

Il Signore dà il suo tempo a te e, se non basta, ti manda anche gli angeli.

A me è capitato che dovevo correre a Candia per dire una Messa e c'era un ingorgo in corso Giulio Cesare.

Telefonai dicendo: "Scusate, ma non riesco ad arrivare in tempo perché siamo tutti imbottigliati in corso Giulio Cesare".

Io non so cosa sia successo, so solo che un quarto d'ora dopo ero a Candia a circa 40-50 Km da Torino e non mi pare di essere andato ai 180 Km/h, anche perché ormai avevo avvisato che sarei arrivato mezz'ora dopo.

Quindi accadono delle cose particolari per chiunque si fidi del Signore e si metta tranquillamente nelle sue mani, senza problematicizzarsi troppo.

Essere persone di verità significa avere la chiarezza sulla propria vocazione cristiana.

Nella vocazione cristiana ci sono tutte le altre vocazioni.

Ogni evento della vita costituisce per noi una chiamata.

Tutta la nostra vita è un susseguirsi di chiamate e di risposte.

Dio chiama, noi rispondiamo, ma come?

Ognuno per sé deve fare questo atto di verità.

Chiedersi se il Signore lo chiama su quella strada e parlarne con il direttore spirituale.

Il direttore spirituale illuminato ti chiederà: "Come vivi la tua famiglia, la tua educazione i doveri che riguardano la tua famiglia, tutto ciò che riguarda i tuoi doveri?

E se tutto ciò avviene in modo sereno senza particolari difficoltà, allora è evidente che è una chiamata del Signore".

Da quel momento lì sei tu che rispondi.

Alcuni rispondono "Sì", alcuni rispondono menzogne: "Ah ma io devo fare la spesa, ma io devo guardare i bambini, ma non posso andare a Messa perché vengono tutti a pranzo ecc.".

Se tu sai che vengono delle persone a pranzo ti preparerai prima, se non puoi andare a Messa la Domenica ci andrai il Sabato sera.

Dunque essere veraci significa essere capaci di assumersi le proprie responsabilità.

Ponendosi nella comunità cristiana a livello di educatori alla fede: non bisogna essere troppo indulgenti e neanche troppo rigidi.

Ricordatevi sempre la legge della gradualità: l'ideale è quello, non si può imporre un peso ad una persona se si capisce che non è in grado di portarlo.

Tu sai che il bambino si deve comportare in modo perfetto, esemplare, però sai anche che può portare una capacità di rispondenza alla tua educazione limitata alla sua psiche, alla sua età, alle sue forze.

8) Educazione integrale: Prima umana, poi spirituale

S. Paolo dice: "Vi ho nutrito con il latte spirituale, adesso passate alle cose più solide".

È evidente dunque che l'insegnamento catechistico mira all'educazione cristiana integrale di quanti ascoltano.

Cosa significa educazione cristiana integrale?

Vuol dire educazione di "cristi", di persone che sono cristificate che vuol dire unite nel Signore.

Il battezzato è un consacrato del Signore.

Se voi ricordate i riti che fanno parte del sacramento del battesimo, ricordate che ci sono almeno due unzioni: l'unzione esorcistica con l'olio dei catecumeni e poi l'unzione con il sacro crisma, perché il battesimo è una vera e propria consacrazione.

Pensate che addirittura il fatto che il battesimo cancelli il peccato originale e le sue conseguenze è un significato immediato, susseguente al fatto che, con il battesimo, una creatura è divenuta una cosa sola in Gesù Cristo.

È lui che ha distrutto il potere del peccato, ha distrutto il potere di satana.

È solo per il fatto che col battesimo sono immerso in Cristo, sono divenuto figlio di Dio sono divenuto figlio nel Figlio.

Con i meriti di Gesù Cristo si è distrutto il potere di satana.

Una volta si sottolineava questo frutto, ma si dimenticava che a monte c'è questo, diventare figli di Dio.

Cioè si dice cosa produce il battesimo?

Produce l'eliminazione del peccato originale, si concludeva velocemente.

Ma se uno si domandava perché distrugge il peccato originale, perché due gocce ti hanno lavato la testa?

Perché con il battesimo sei diventato, in Gesù Cristo, figlio di Dio.

Poiché il Figlio ha distrutto il potere di satana, tu nel Figlio sei libero come il Figlio.

L'acqua versata sul capo del battezzando richiama l'azione di Gesù che si immerge nell'umanità, quando fa il battesimo al Giordano.

Ma poi ci sono le due consacrazioni: l'unzione con l'olio dei catecumeni, che è l'unione esorcistica e l'unzione con il sacro crisma, che è una vera e propria consacrazione.

Il sacro crisma è l'olio che viene consacrato dal vescovo e da tutto il presbiterio il giovedì santo nella cattedrale e che verrà usato per i catecumeni, gl'infermi e l'ordinazione sacerdotale, diaconale, episcopale, i battesimi e le cresime.

Questo è il momento massimo della liturgia, a parte la veglia pasquale.

Quest'olio che viene imposto sul petto, sulla mente del battezzando indica che da questo momento tu sei il tempio dello Spirito Santo è una consacrazione.

Quando si parla di educazione cristiana si parla di educazione di persone consacrate, cioè che appartengono a Dio.

Però ricordatevi che Gesù Cristo è nello stesso tempo vero Dio, totalmente, assolutamente, infinitamente Dio ma è anche nelle stesso tempo vero uomo, concretamente uomo.

Allora quando si parla di educazione cristiana integrale, si dice che l'educazione cristiana deve essere sia umana che spirituale.

Allora voi capite quale alta dignità il Signore ha pensato per voi, quando vi ha fatto intuire che potevate essere tra coloro che nella Chiesa vengono chiamati i Catechisti?

Perché a voi il Signore vuole affidare la formazione integrale di una persona.

L'educazione integrale significa l'educazione umana e spirituale.

Vi ricordo questo: l'educazione spirituale non riuscirà se l'educazione umana è fallace.

È una lamentela comune nelle parrocchie!

Le persone che voi educate alla fede torneranno a casa, c'è armonia tra quello che comunicate voi e quello che i vostri allievi vivono a casa?

Vi renderete conto che quelli che hanno armonia con gli insegnamenti di Gesù li continuerete a vedere nell'assemblea liturgica, anche quando sarà terminato il ciclo della catechesi.

Quando invece non c'è armonia tra quello che comunicate e l'educazione che i ragazzi ricevono a casa, vedrete che terminato "l'obbligo" della frequenza, questi non li vedrete più.

Lì si può fare fino ad un certo punto, non ci si può sostituire alla famiglia.

Cercare, però, di insistere che un'educazione spirituale è fallace, se non ha sotto un'educazione umana.

Per esempio, il papà o la mamma non possono dire al bambino: "vai a Messa" ma devono dire: "Andiamo a Messa".

Il messaggio che viene lanciato è che sono cose da bambini.

Il bambino però crescerà e quando avrà 15-16-17 anni, all'epoca della contestazione, cosa farà?

"Se non ci vanno i miei, vuol dire che non è una cosa importante, perché ci devo andare io?".

"Mio padre alla domenica, invece d'andare a Messa, va a chiacchierare al bar e quindi vado anch'io al bar con i miei amici a giocare ai video giochi, perché tanto la Messa non è importante".

Vedete l'educazione è un fatto di esempio.

Il Catechista è colui che con l'esempio della vita educa cristianamente cioè umanamente e spiritualmente le persone che Dio gli ha affidato.

Sia lodato Gesù Cristo.