Il Sacramento dell'Eucarestia

Scheda N° 20

"Fate questo in memoria di me "

Quando Gesù comanda di ripetere i suoi gesti e le sue parole " finché egli venga " ( 1 Cor 11,26 ), non chiede soltanto che ci si ricordi di lui e di ciò che ha fatto.

Egli ha di mira la celebrazione liturgica per mezzo degli Apostoli e dei loro successori, del memoriale di Cristo, della sua vita, della sua Morte, della sua Risurrezione e della sua intercessione presso il Padre. ( CCC 1341 )

Fin dagli inizi la Chiesa è stata fedele al comando del Signore.

Della Chiesa di Gerusalemme è detto:

"Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli Apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere …

Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore. ( At 2,42.46 ) ( CCC 1342 )

Soprattutto " il primo giorno della settimana ", cioè la domenica, il giorno della Risurrezione di Gesù, i cristiani si riunivano " per spezzare il pane " ( At 20,7 )

Da quei tempi la celebrazione dell'Eucaristia si è perpetuata fino ai nostri giorni, così che oggi la ritroviamo ovunque nella Chiesa, con la stessa struttura fondamentale.

Essa rimane il centro della vita della Chiesa. ( CCC 1343 )

Così di celebrazione in celebrazione, annunziando il Mistero pasquale di Gesù "finché egli venga" ( 1 Cor 11,26 ), il popolo di Dio avanza camminando per l'angusta via della croce verso il banchetto celeste, quando tutti gli eletti si sederanno alla mensa del Regno. ( CCC 1344 )

La testimonianza di Paolo

L'istituzione dell'Eucaristia è riferita anche da S. Paolo nella I Lettera ai Corinti, scritta ad Efeso verso il 57 d.C.

Nelle Chiese primitive, la celebrazione dei misteri eucaristici soleva essere preceduta da un'agape fraterna, nella quale i fedeli, imitando l'ultima Cena del Signore, sedevano insieme a mensa, consumando i cibi portati da casa.

Il convito era anche una manifestazione di carità, perché i poveri vi partecipavano a fianco dei ricchi e venivano largamente soccorsi.

Nella comunità cristiana di Corinto si lamentava invece un grave disordine:

alcuni difatti abbondavano di cibo, mentre altri soffrivano la fame, e l'agape, che doveva unire gli animi in fraterna solidarietà, per il prevalere dell'egoismo, era diventata causa d'inconvenienti e di discordia.

L'Apostolo interviene energicamente contro un sì deplorevole abuso e scrive ai Corinti :

"Quel che voi fate, quando vi riunite insieme, non è un celebrare la Cena del Signore, poiché, sedendo a mensa, ciascuno si affretta a consumare le proprie provviste, senza aspettare gli altri, così che, mentre alcuni patiscono la fame, altri bevono anche troppo.

Ma non avete le vostre case per mangiare e per bere?

O volete piuttosto disprezzare la Chiesa di Dio e umiliare quelli che non hanno nulla?

Che cosa vi dirò? Potrò forse lodarvi? No, di questo certo non vi lodo!". ( 1 Cor 11,20-22 )

Dopo tali rimproveri, l'Apostolo parla della Cena del Signore, a cui i fedeli devono ispirarsi.

Il racconto di S. Paolo è quasi identico a quello di S. Luca :

"La notte stessa in cui fu tradito , il Signore Gesù prese del pane e, rese le grazie, lo spezzò e disse:

" Questo è il mio corpo dato per voi: fate questo in memoria di me" .

Così pure, dopo aver cenato, prese il calice dicendo:

"Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue: fate questo, tutte le volte che ne berrete, in memoria di me" .

Ogni volta, dunque, che mangerete di questo pane e berrete di questo calice, annunziate la morte del Signore, finché Egli venga". ( 1 Cor 11,23-26 )

I discepoli di Emmaus riconobbero Gesù allo spezzare del pane ( At 24,13-25 )