Lo Spirito Santo nella Liturgia

D 27

Frazione del pane

Rif.

L'espressione « frazione del pane » era abbastanza corrente, nel mondo ebraico, per indicare un pasto.
Interessante notare che questa espressione, nel mondo giudeo-cristiano, non è più del tutto banale.
Gli evangelisti si compiacciono di porre in rilievo, durante la Cena pasquale, la frazione del pane.
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Vi erano però ben altre caratteristiche, prima di quella, da porre in risalto nella Cena pasquale!
I primi cristiani hanno ripetuto il sacrificio della Cena, non una volta all'anno durante il banchetto pasquale ( ciò che avrebbero dovuto fare se fossero stati influenzati dal rituale pasquale della Cena ), ma ogni domenica, in un pasto di fraternità che l'usanza designava con l'espressione « frazione del pane ».
Una tale trasformazione si fece perché erano, innanzitutto, preoccupati dell'elemento « fraternità »
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e dell'elemento « memoriale » della croce più che del rituale pasquale.

Testi

Rilievi

Rif.

At 2,42
La « frazione del pane » non è un pasto ordinario ma un pasto religioso, perché è ricordata tra gli atti religiosi: predicazione e preghiere.

At 2,42
Mt 26,26
1 Cor 10,16
1 Cor 11,24
Si noti l'espressione: « perseverare nella frazione del pane » che si può intendere come fedeltà al comando del Signore di riprodurre il suo gesto che prende allora un valore sacrificale.

At 20,7.11
La frazione del pane si celebra alla domenica, giorno della risurrezione:
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nuova prova della densità del rito sul piano memoriale.

At 2,46
Ultimo ragguaglio sulla frazione del pane: il suo carattere comunitario e fraterno.
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Lc 24,30-35
Il Signore non si può riconoscere sul piano fisico e umano; attualmente è presente nel segno sacramentale ed è là che la fede lo riconosce come vittima, risorto e fermento di fraternità.
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