Celebrazioni domenicali in assenza del presbitero

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Capitolo I - La domenica e la sua santificazione

8. « Secondo la tradizione apostolica, che ha origine dallo stesso giorno della risurrezione di Cristo, la chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che chiama giustamente "giorno del Signore" o domenica ».5

9. Testimonianze dell'assemblea dei fedeli, nel giorno che già nel Nuovo Testamento è indicato come « domenica », ( Cf. Ap 1,10. Cf. Gv 20,19.26; At 20,7-12; 1 Cor 16,2; Eb 10,24-25 ) si trovano esplicitamente negli antichissimi documenti del primo e secondo secolo,7 e tra di esse si eleva quella di san Giustino: « Nel giorno chiamato del sole, tutti gli abitanti delle città e delle campagne si radunano insieme nello stesso luogo … ».8

Tuttavia, il giorno in cui i cristiani si radunavano, non coincideva con i giorni festivi del calendario greco e romano, e per questo costituiva anche per i concittadini un certo segno di professione cristiana.

10. Fin dai primi secoli, i pastori non hanno mai cessato di inculcare ai fedeli la necessità di radunarsi in domenica: « Non vogliate separarvi dalla chiesa, pur essendo membra di Cristo, per il fatto che non vi riunite …; non vogliate essere negligenti, né alienare il Salvatore dalle sue membra né scindere e smembrare il suo corpo … ».9

E quanto di recente ha ricordato il concilio Vaticano Il con le parole: « In questo giorno i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio e partecipare all'eucaristia, e così far memoria della passione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendere grazie a Dio, che li ha rigenerati nella speranza viva per mezzo della risurrezione di Cristo dai morti ».10

11. L'importanza della celebrazione della domenica nella vita dei fedeli viene così indicata da sant'Ignazio di Antiochia: « ( I cristiani ) non celebrano più il sabato, ma vivono secondo la domenica, in cui anche la nostra vita è risorta per mezzo di lui ( il Cristo ) e della sua morte ».11

Il senso cristiano dei fedeli, sia in passato che nel tempo presente, ha avuto in così grande onore la domenica, da non trascurarla assolutamente neppure nei momenti di persecuzione e in mezzo a quelle culture, che sono lontane dalla fede cristiana o vi si oppongono.

12. Gli elementi principalmente richiesti perché si abbia l'assemblea domenicale, sono i seguenti:

a) riunione dei fedeli per manifestare che la chiesa non è un'assemblea formatasi spontaneamente, ma convocata da Dio, e cioè il popolo di Dio organicamente strutturato, cui presiede il sacerdote nella persona di Cristo capo;

b) istruzione sul mistero pasquale per mezzo delle Scritture, che vengono proclamate e spiegate dal sacerdote o dal diacono;

c) celebrazione del sacrificio eucaristico, compiuta dal sacerdote nella persona di Cristo, che lo offre a nome di tutto il popolo cristiano e con il quale è reso presente il mistero pasquale.

13. Lo zelo pastorale sia rivolto principalmente a fare in modo che il sacrificio della messa si celebri in ciascuna domenica, perché soltanto per esso si perpetua la pasqua del Signore12 e la chiesa si manifesta interamente.

« La domenica è la festa primordiale …, da proporre e raccomandare alla pietà dei fedeli.

Non le venga anteposta alcun'altra solennità che non sia di grandissima importanza, perché la domenica è il fondamento e il nucleo di tutto l'anno liturgico ».13

14. È necessario che tali principi siano inculcati fin dall'inizio della formazione cristiana, affinché i fedeli adempiano volonterosamente il precetto della santificazione del giorno festivo, e comprendano il motivo per cui ogni domenica si radunano, convocati dalla chiesa, per celebrare l'eucaristia14 e non soltanto per soddisfare la propria devozione privata.

Così i fedeli potranno avere esperienza della domenica, quale segno della trascendenza di Dio sul lavoro dell'uomo e non quale semplice giorno di riposo; e potranno anche cogliere più profondamente il valore dell'assemblea domenicale e mostrare esteriormente di essere membri della chiesa.

15. I fedeli devono poter trovare nelle assemblee domenicali, sia una partecipazione attiva, sia una vera fraternità e l'opportunità di rinvigorirsi spiritualmente sotto la guida dello Spirito.

Così saranno protetti più facilmente dalle attrattive delle sette, che promettono loro sollievo nella sofferenza della solitudine e più completa soddisfazione per le loro aspirazioni religiose.

16. Infine, l'azione pastorale deve favorire le iniziative per rendere la domenica « anche giorno di gioia e di riposo dal lavoro »,15 così che nella odierna società si manifesti per tutti come segno di libertà, e di conseguenza come giorno istituito per il bene della stessa persona umana, la quale è senza dubbio di maggior valore rispetto agli affari e ai processi produttivi.16

17. La parola di Dio, l'eucaristia ed il ministero sacerdotale sono doni che il Signore offre alla chiesa sua sposa.

Devono essere accolti ed anzi richiesti come grazia di Dio.

La chiesa, che soprattutto nell'assemblea domenicale gode di questi doni, in essa rende grazie a Dio, nell'attesa del perfetto godimento del giorno del Signore « davanti al trono di Dio e al cospetto dell'Agnello ». ( Ap 7,9 )

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5 SC 106,
cf. ibid, Appendix. Sacrosancti oecumenici concilii Vaticani II de calendario recognoscendo Declaratio.
7 Cf. Didaché 14,1
8 S. Iustinus, Apologia I, 67: PG 6, 430.
9 Didascalia apostolorum, 2, 59, 13: ed F.X. Funk 1, p.170.
10 SC 106.
11 S. Ignatius Antiochenus, Ad Magnesios 9, 1: ed F.X. Funk 1, p. 199.
12 Cf. Paulus VI, Allocutio ad quosdam episcopos Galliae sacra limina visitants ( 26.3.1977 ): AAS 69 (1977), 465: « L'objectif doit demeurer la celebration du sacrifice de la messe, seule vraie realization de la Pâque du Seigneur ».
13 SC 106.
14 Sacra Rituum Congregatio, Instructio Eucharisticum mysterioum ( 25.5.1967, n. 25 ).
15 Ibid.; SC 106.
16 "Le sens du dimanche dans une société pluraliste.
Réflexions pastorales de la Conférence des évéques du Canada": La Documentarion catholique, n. 1935 (1987), pp. 273-276.