Preparazione degli educatori nei seminari

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I - Aspetti della situazione attuale

Per rendersi conto delle necessità reali in questo campo, bisogna soffermarsi sull'odierna situazione, che è contrassegnata dalla scarsità di formatori, dalle aumentate esigenze dell'impegno educativo e da varie iniziative ed esperienze che in questi ultimi decenni si sono registrate in diversi paesi.

1. Scarsità di educatori

6. In primo luogo si nota la grande sproporzione tra la disponibilità di personale dirigente e docente e le necessità reali dei seminari.

Non mancano situazioni soddisfacenti e positive, soprattutto nelle diocesi e nelle nazioni che, grazie alle sane tradizioni spirituali e ad un prudente rinnovamento conciliare, sono riuscite a creare e a mantenere comunità cristiane attive, animate dallo spirito missionario e dall'ideale della vocazione sacerdotale.

Esse provvedono al proprio fabbisogno e sono spesso in grado di prestare aiuti dove sono ritenuti più necessari.

Tali condizioni, tuttavia, nel quadro della situazione generale, sono da considerarsi piuttosto eccezionali.

7. La scarsità di educatori si manifesta anche in molti paesi di antica tradizione cristiana.

In seguito alla crisi degli anni passati, le file del clero diocesano e religioso si sono diradate e l'età media è molto avanzata, mentre la complessità dei nuovi compiti pastorali richiederebbe invece un aumento di pastori d'anime.

Una situazione assai grave si profila, in particolare, nei paesi del blocco ex-comunista dell'Europa centrale e orientale dove, per molti motivi, non è facile trovare sacerdoti idonei per prestare un servizio nei seminari; e quando se ne trovano, non sempre possono essere trasferiti dai loro ministeri, per i quali sono ritenuti indispensabili.

8. In una situazione delicata si trovano anche le diocesi - soprattutto in terra di missione e in America Latina - che stanno registrando un sensibile aumento di candidati al sacerdozio.

Esse aspirano ad organizzare i propri seminari, per i quali però non è facile trovare un numero sufficiente di formatori adeguatamente preparati.

Improvvisazioni e soluzioni di ripiego, a cui talvolta si ricorre, si rivelano problematiche e insufficienti a garantire un buon livello spirituale, intellettuale e pastorale del futuro clero.

9. Per superare tali difficoltà alcune diocesi ricevevano, e in vari casi continuano a ricevere un generoso aiuto da parte di istituti religiosi.

Questa collaborazione è oggi però in via di diminuzione, in seguito alle difficoltà vocazionali degli istituti stessi.

In non pochi casi, infatti, i religiosi hanno dovuto ridurre il loro servizio ai seminari o anche sospenderlo per mancanza di personale preparato per tale compito formativo.

2. Esigenze del rinnovamento pedagogico

10. Con la dettagliata analisi delle condizioni spirituali del mondo e della Chiesa di oggi compiuta nel 1° cap. della « Pastores dabo vobis » viene confermata la complessità della situazione in cui si trovano i seminari.

I loro compiti formativi sono diventati più difficili e con ciò stesso anche i criteri di scelta dei formatori risultano molto esigenti.

La necessità di promuovere una pedagogia più dinamica, attiva, aperta alla realtà di vita e attenta ai processi evolutivi della persona, sempre più differenziati e complessi, richiedono doti di provata solidità in una misura quasi sconosciuta ai tempi passati.

Inoltre, oggi si richiede negli educatori un costante sforzo di aggiornamento, soprattutto nel campo della loro specifica competenza, insieme con la capacità di accompagnare l'intero processo formativo con una presenza assidua ed attenta alle necessità spirituali della comunità e di ogni singola persona.

Ciò comporta un impegno personale costante ed assorbente, che suppone rispondenti disposizioni psicologiche e fisiche nei candidati proposti a tale servizio educativo.

11. Un'altra istanza rilevata dall'Esortazione Apostolica che può rendere talvolta più difficile la scelta di educatori idonei, è la necessità di disporre di sacerdoti animati dallo spirito di comunione e di collaborazione, i quali posseggano « la conoscenza dei modi per lavorare in gruppo ».4

Si rivela pertanto insufficiente la scelta e la formazione di singoli educatori, anche se ricchi di doti personali, qualora non siano in grado di entrare a costituire delle vere e proprie « équipes educanti », ben affiatate e fraternamente collaboranti.

Occorre pertanto scegliere candidati ispirati agli autentici ideali sacerdotali, alla retta spiritualità e dottrina, i quali sappiano impegnarsi in un progetto educativo comune.

Le esperienze infatti dimostrano che senza un vero « lavoro d'insieme » ( teamwork ) non è possibile far funzionare bene il seminario.

Ciò costituisce, da un lato, la premessa per un vero progresso dell'opera formativa, ma, dall'altro, aumenta le difficoltà nella ricerca di sacerdoti adatti a questo tipo di attività.

3. Iniziative ed esperienze in atto

12. Per quanto concerne la preparazione previa o iniziale dei formatori, essa è stata sperimentata solo in quelle diocesi e nazioni dove una certa disponibilità di vocazioni e di sacerdoti consente una buona programmazione del personale educativo in rapporto alle necessità dei rispettivi seminari.

Ma anche in questi casi, ed a maggior ragione in tutte le altre situazioni, si fa leva più sul « carisma » e sulle doti personali dei candidati che sulla necessità di una preparazione specifica e di studi specializzati.

Ci si accontenta, in genere, di una solida formazione teologica e spirituale e di un buon equilibrio psicologico, confidando nella successiva formazione acquisita attraverso la prassi pedagogica e la frequenza a convegni ed incontri.

L'idea di istituti speciali per gli educatori del clero non ha quindi trovato finora una realizzazione sufficientemente ampia, che consenta di riflettere criticamente sulla sperimentazione in atto.

13. Più abbondante e diffusa è l'offerta di convegni e corsi periodici di aggiornamento, di breve e media durata.

Essi si mostrano in genere molto utili, soprattutto quando si svolgono in un clina spirituale intenso e sereno, sotto la guida dei Vescovi e secondo programmi esigenti ed organici.

Una articolata valutazione s'impone invece per iniziative proposte da persone o enti fortemente « specializzati », soprattutto in campo psicologico.

Esse sono valide nella misura in cui esprimono una linea pedagogica radicata nei valori evangelici e negli orientamenti ecclesiali per i candidati al sacerdozio, mentre sono meno fruttuose, e persino fonte di disorientamento, quando non soddisfano pienamente a tale condizione, mediando contenuti e metodi unilaterali e discutibili.

A tale proposito è opportuno rilevare che indispensabile punto di riferimento e criterio di ispirazione rimangono il Magistero Pontificio, i documenti della Santa Sede e le « Rationes institutionis sacerdotalis » delle Conferenze Episcopali nazionali, approvate dai competenti dicasteri romani.

14. In vari casi viene utilizzato e debitamente apprezzato l'aiuto delle « commissioni tecniche » che prendono forma e denominazione concreta a seconda delle circostanze e tradizioni locali, soprattutto dove la loro composizione è equilibrata, i loro membri sono animati da un autentico spirito ecclesiale e viene evitato il rischio che assumano responsabilità improprie sulla conduzione dei seminari e sul discernimento vocazionale.

Tali commissioni non hanno potuto essere costituite nelle nazioni con un piccolo numero di diocesi, dove le esigenze organizzative a questo riguardo sono minori.

Si è rivelato prezioso l'apporto delle famiglie religiose e delle società sacerdotali legate istituzionalmente alla formazione del clero.

Esse mostrano in questo settore una lodevole disponibilità e spirito di iniziativa.

15. L'aggiornamento scientifico, e in parte anche didattico, degli insegnanti viene spesso promosso con una certa assiduità nel quadro delle associazioni che si articolano secondo le diverse discipline teologiche e filosofiche.

I loro congressi annuali e le settimane di studio, ormai abituali specialmente nelle grandi nazioni, vengono normalmente sostenuti ed orientati dai docenti delle grandi Facoltà ecclesiastiche, in collaborazione con le Commissioni episcopali per la formazione sacerdotale o per la dottrina della fede.

In base alle esperienze degli anni passati, la necessità di una tale cooperazione ed intesa viene avvertita sempre più come garanzia di un orientamento sicuro e rispondente alle vere esigenze spirituali e pastorali della formazione sacerdotale.

In questi ultimi tempi viene offerto un prezioso aiuto didattico agli insegnanti dei seminari con la redazione di libri di testo e di sussidi bibliografici che alcune Facoltà stanno promovendo con lodevole zelo, rispondendo così all'esplicito desiderio di molti Vescovi e degli alunni dei seminari.

Tali aiuti meritano quindi una sincera riconoscenza e sono da incoraggiare.

16. Le iniziative qui brevemente richiamate, anche se non hanno conseguito pienamente le mete prefisse dalle disposizioni ufficiali della Chiesa, sono tuttavia di vera efficacia.

Possono essere considerate una tappa importante nel rinnovamento dei seminari.

Dove si sono svolte in spirito sereno e costruttivo, la stessa vita dei seminari è risultata rafforzata.

Lo scambio delle idee e delle esperienze pratiche, le informazioni sull'uso delle scienze pedagogiche, la comunicazione dei risultati degli studi scientifici sono stati e sono per gli educatori di valore inestimabile, come lo sono del resto molti altri contributi: approfondimenti dottrinali, spirituali e pastorali riguardanti il ministero e la vita dei sacerdoti, commenti ai relativi documenti pontifici e della Santa Sede, contatti personali allargati con colleghi ed esperti e, non da ultimo, i legami più stretti con i Vescovi, dai quali gli educatori si sentono meglio aiutati e compresi.

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