Una storia a due: Gesù Crocifisso e Fra Leopoldo

La vita con il Crocifisso

Gesù continua a istruire Leopoldo, il suo amico prediletto, e lo viene preparando a compiere la sua "Opera".

Dovrà crescere ancora nell'intimità con Lui, fino a immedesimarsi in Lui, nonostante tutte le difficoltà e le persecuzioni.

Il 25 marzo 1910 è venerdì santo e la Madonna gli dice: "Oggi praticherai il silenzio e se ti occorre parlare, fallo sottovoce unito al mio Cuore addolorato ai piedi della Croce …

Da questo Cuore trafitto di Gesù, non devi più separarti, fin quando tu muori.

Ricordati del tuo Crocifisso Gesù in ogni evento come fai nel tempo prezioso di questo momento.

Figlio mio, vi sarà chi ti farà guerra atroce, ma ci sarà la tua Mamma SS.ma ai piedi della croce".

Lo sa, ormai, Leopoldo: la sua vita dev'essere sempre lassù, sul Calvario, in un'offerta perenne: la vita come continuo venerdì santo, sulla terra, in attesa della vita eterna, della gloria.

Così, la sua vita acquista un tono singolare, pur nell'ordinarietà di ogni giorno.

Qualcuno lo guarda con compatimento e commiserazione: "Beati quelli - annota Leopoldo - che furono creduti sciocchi!

In cambio sono i più furbi di tutto il mondo …

La SS.ma Vergine, per il pochissimo tempo che impiego nell'orazione ai piedi di Gesù Sacramentato nel suo santuario prediletto, più volte mi diede segno certissimo della sua presenza consigliandomi: vedo, come lampo, aprirsi l'intelligenza soavemente al mio avvenire, che mi appariva tanto amareggiato e io trasformarmi come per incanto dolcissimo, proseguendo la via di fortezza e di perdono verso i miei amareggiatori, che mi furono di inciampo alla preghiera" ( 20 agosto 1910 ).

In quei giorni ha ancora qualcosa di suo nel mondo, ma lo lascia tutto ai suoi parenti, i quali "disputando, mi tacciavano di pazzo, perché lascio quella poca cosa che possedevo, che avrei potuto stare bene restando in famiglia, ossia con loro".

Così solo Gesù è il suo unico possesso, la sua sola eredità.

Null'altro, come ha fatto il suo padre S. Francesco d'Assisi.

Gesù lo colmerà ancora di più di grazie, di tutto Se stesso.

Tornato da un rapido soggiorno a casa del fratello Vincenzo ammalato, può scrivere con sicurezza e gioia incontenibile: "Il vero religioso … deve considerare il convento come un luogo beato sulla terra, in cui Gesù, per la sua infinita misericordia, ci lasciò il SS.mo Sacramento; luogo più che mai prediletto da Dio, là dove più da vicino è più adatto per esporre i nostri bisogni ed è più facile sentire la sua voce dolcissima …

Là … un buon religioso più volte al giorno deve portarsi, là dov'è la fonte della vita, delle grazie senza misura …".

Ma se il religioso non mette le sue compiacenze ai piedi del Santo Tabernacolo, anticamera del Paradiso, con la preghiera, dove volete che attinga tanta forza e tanto esempio, l'amore e la preghiera al Sommo Bene di tutti i beni?

E questo valga pure per tutti i cattolici del mondo!" ( 25 sett. 1910 ).

Nel tempo in cui, anche tra i credenti e i consacrati, si comincia a dare la preferenza alle cose da fare, all'impegno sociale, ai valori umani, il piccolo fraticello della cucina di "S. Tommaso", illuminato da Gesù stesso, vive con Gesù Crocifisso e Eucaristico, il suo "paradiso sulla terra", certissimo che da Lui verrà ogni grazia per le anime, per il mondo intero.

Basta pregare, intercedere, offrire con Lui.

Nell'ottobre 1910, segna un colloquio bellissimo con Gesù: "Signore, vedi bene quanto sono meschino, illetterato, ma se Tu vuoi che ti glorifichi, dammi un po' di scienza, affinché la mia voce possa parlare per la tua gloria!

Gesù risponde: "Non fa bisogno che tu sia grande davanti agli uomini: sei piccolo? Fa' la mia volontà, diverrai grande!".

"Fa' attenzione, quando preghi, che la tua preghiera sia retta, affinché sia glorificata in cielo" ( 8 ott. 1910 ).

"Signore, come potrei far risplendere la vostra gloria e verità, io, povero di tutto?"

"Tu farai quello che i superiori ti diranno di fare".

"Ti sei offerto vittima, ebbene io, Gesù, accettai e ciò sarai.

Ti assicuro il mio aiuto e la felicità eterna".

"Sei sempre un po' angustiato, perché voglio che tu stia sempre presso di Me, Gesù Crocifisso".

"Questo mio Cuore batte continuamente per Te, Leopoldo; alzati, e va' a segnarlo" ( 9 ottobre 1910 ).

Ha il sentore, anzi la certezza, che Gesù lo chiama a grandi cose, ma come sarà possibile?

Gesù gli risponde: "La tua fede fa miracoli".

"Io sono un poverissimo e logoro strumento nelle mani della divina Provvidenza".

"Tu ami Me, Io amo te: vedi che sei sempre stato il pensiero del mio Cuore" ( 9 ott. 1910 ).

Indice