Una storia a due: Gesù Crocifisso e Fra Leopoldo

Gesù chiama ancora

"Dolce Gesù mio Crocifisso, - prega fra Leopoldo il 15 marzo 1911 - se i malvagi tentano di scoronarti della tua divinità santissima, io voglio incoronarti della più bella e splendida corona, con la preghiera, con la fede, con l'amore al mio Bene, al mio Gesù, il mio bel Paradiso, e voglio invitare il mondo tutto a aiutarmi a innalzarti alla più alta gloria celeste".

Davvero ora Gesù lo chiama a compiere la sua "opera", che sorgerà per la gloria di Dio, per affermare la divinità del Cristo in un ambiente di negatori, per il trionfo regale del divino Crocifisso.

La grave malattia del 1899, da cui è stato guarito, lo ha tuttavia lasciato fragile di salute, con disturbi al cuore, che ogni tanto lo fanno soffrire.

Ma che importa? Ci penserà Gesù!

Nel maggio 1911 fra Leopoldo per obbedienza si reca per qualche settimana a prestare il suo servizio di cuoco nel Convento di S. Maria degli Angeli a Cuneo, in occasione del 400° anniversario della beatificazione di fra Angelo Carletti da Chivasso, un fraticello laico come lui, colà sepolto.

Confeziona un giglio di carta e lo porta sulla tomba del beato, al momento della ricognizione del suo corpo.

Il P. Filippo di Cuneo, gli dice: "Ha fatto molto bene, fra Leopoldo, che quando fu scoperta la cassa del Beato, gli fu trovato un giglio nato di fresco in segno della sua verginità".

Leopoldo prega il B. Angelo di liberarlo "dal batticuore" se vuole che compia il suo servizio.

Viene esaudito e trascorre un tempo di singolare serenità.

Gesù gli fa ancora altre confidenze: "Quando un Papa è eletto da Dio, tutto va bene; non così se è eletto umanamente" ( 17 giu. 1911 ).

"L'amore di Gesù Crocifisso e della sua SS.ma Madre è la via della verità e della vita" ( 10 ott. 1911 ).

"Io sono tutto bello, dolce e santo, io Gesù, e fuori di me l'uomo non può nulla" ( 29 nov. 1911 ).

"Non aver paura, Leopoldo, né per la vita né per la morte: va' avanti con Dio" ( 2 dic. 1911 ).

Il 22 novembre 1911 muore il suo amico Paolo Pio Perazzo, "il ferroviere santo" di Porta Nuova, apostolo dell'adorazione eucaristica, animatore di numerose iniziative sociali e apostoliche, noto ai Papi Leone XIII e Pio X.

Fra Leopoldo, per conto suo, scrive su di lui qualche nota biografica.

Gesù gli dice: "Il mio servo Perazzo è nella gloria e ti aspetta". ( 11 dic. 1911 )

"Dirai alle sue sorelle, per loro maggior conforto, che appena giunto in Paradiso, me lo strinsi al mio cuore … tu consola quelle anime che sono tutte mie, così consoli me stesso".

"Il mio servo Perazzo implora che tu sia vicino a lui in Paradiso e ti ringrazia dei conforti usati" ( 11 dic. 1911 ).

L'ultimo giorno del 1911 - l'anno in cui l'Italia ha ricordato con orgoglio il 50° anniversario della sua unità sotto la monarchia dei Savoia ( 17 marzo 1861 ) - Gesù spiega a Leopoldo: "La divozione del Crocifisso coprirà di misericordia tutto il mondo", "Grandi cose avverranno all'Italia, affinché ritorni nella giusta via", "Per tutto il tempo della tua vita, vivrai della mia vita.

Voglio infonderti tanta intimità giorno e notte che sarà il pane della tua vita interiore" ( 31 dic. 1911 ).

L'indomani, all'inizio del nuovo anno, Gesù lo illumina ancora: "Va' avanti in pace e santità! Questo sia l'anno per te".

Leopoldo gli domanda, pregando a mezzanotte con il Rosario alla Madonna: "Mio Dio, fa' che il 1912 sia un anno fecondo di preghiere e di benedizioni per tutti quelli che praticheranno la santa Divozione a Gesù Crocifisso e per i visitatori di Gesù Sacramentato".

In fondo, ha una sola preoccupazione per sé: "Fa', o Signore, che questa giornata che mi concedi, sia in preparazione alla mia morte, sia feconda di amore per Te, mio Gesù".

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