Filocalia

Abba Evagrio il monaco

Breve nota biografica

Evagrio, monaco e abate, vissuto nella solitudine egiziana di Schete, nacque verso la metà del IV secolo sulle rive del Ponto Eusino nella città di Ibora.

Sotto la guida dei grandi teologi della Cappadocia, Basilio, Gregorio di Nissa e Gregorio di Nazianzo, fu iniziato alla conoscenza dei misteri della fede cristiana.

Verso il 381, dopo un breve soggiorno a Gerusalemme, si ritirò nella solitudine di Schete in Egitto, dove ebbe maestro e amico S. Macario.

La sua attività di scrittore fu grande.

Predilesse il genere letterario gnomologico, brevi e concise massime.

I suoi scritti sono giunti a noi alcuni nell'originale greco, altri nelle traduzioni latina, siriaca, armena, ed altri sotto nomi differenti, "Sull'Orazione" col nome di Nilo l'ottava lettera dell'Epistolario di S. Basilio e di Evagrio.

La sorte toccata agli scritti di Evagrio si deve alla condanna, pronunciata dal V concilio ecumenico, dell'Origenismo nella quale fu coinvolto.

La Lettera ad Anatolio, le istruzioni ai cenobiti, e riflessioni sulle otto radici, sono nella Patrologia greca del Migne Vol. XV.

I detti dai vari testi " Early Fathers from the Philokalia " p. 109 ss e da L. Bouyer " La Spiritualit‚… des Pères" pag. 456-472.

Il cammino spirituale nel pensiero di Evagrio è contrassegnato da tre tappe: l'ascesi pratica - osservanza dei comandamenti ed esercizio delle virtù - conduce al perfetto dominio degli istinti passionali.

Questo dischiude la prima forma della conoscenza: la contemplazione, non colorata da passionalità, delle creature corporee ed incorporee, e la comprensione della parola divina che è la ragione di essere di ciascuna creatura.

Superata questa forma di conoscenza, si raggiunge la contemplazione di Dio al di là di tutte le forme e di tutti i concetti distinti e separati.

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