Summa Teologica - I-II

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Articolo 4 - Se il peccato originale sia uguale in tutti

In 2 Sent., d. 32, q. 1, a. 3

Pare che il peccato originale non sia uguale in tutti.

Infatti:

1. Il peccato originale, come si è detto [ a. prec. ], è la concupiscenza disordinata.

Ma non tutti sono ugualmente portati alla concupiscenza.

Quindi il peccato originale non è uguale in tutti.

2. Il peccato originale è una disposizione disordinata dell'anima, come la malattia lo è del corpo.

Ma la malattia può avere dei gradi.

Perciò deve averli anche il peccato originale.

3. S. Agostino [ De nupt. et concup. 1, cc. 23,24 ] insegna che « la libidine trasmette il peccato originale nella prole ».

Ora, avviene che la libidine è più forte in uno che in un altro nell'atto della generazione.

Quindi il peccato originale in uno può essere maggiore che in un altro.

In contrario:

Si è detto sopra [ q. 81, a. 1 ] che il peccato originale è un peccato di natura.

Ma la natura è uguale in tutti.

Quindi anche il peccato originale.

Dimostrazione:

Nel peccato originale bisogna distinguere due aspetti: la privazione della giustizia originale e la relazione di tale privazione al peccato del nostro progenitore, dal quale essa deriva in forza di una generazione viziata.

Ora, quanto al primo aspetto il peccato originale non può avere gradazioni: poiché il dono della giustizia originale è stato sottratto per intero; e sopra [ q. 73, a. 2 ] si è visto che le privazioni totali, come la morte e le tenebre, non ammettono gradazioni.

E lo stesso si dica quanto al secondo aspetto: tutti infatti abbiamo un'identica relazione al primo principio della nostra origine viziata, dal quale il peccato originale prende l'aspetto di colpa, dato che le relazioni non ammettono gradazioni.

Perciò il peccato originale non può trovarsi in uno più che in un altro.

Analisi delle obiezioni:

1. Spezzato il vincolo della giustizia originale, che abbracciava in un certo ordine tutte le potenze dell'anima, ciascuna di queste si abbandona al proprio impulso: e in modo tanto più veemente quanto più la potenza è forte.

Ora, avviene che certe potenze dell'anima, per la diversa complessione fisica, sono più forti in uno che in un altro.

Perciò che uno sia inclinato alla concupiscenza più di un altro non è a motivo del peccato originale - poiché in tutti è spezzato ugualmente il vincolo della giustizia originale, e tutte le parti inferiori dell'anima sono lasciate a se stesse -, ma dipende dalla diversa disposizione delle potenze, come si è detto.

2. La malattia del corpo non ha in tutti una causa identica, anche se è della medesima specie: p. es. in una febbre dovuta alla putrefazione della bile la putrefazione può essere maggiore o minore, e più vicina o più lontana rispetto al centro vitale.

Invece la causa del peccato originale è uguale per tutti.

Perciò il paragone non regge.

3. La libidine che trasmette il peccato originale nella prole non è la libidine in atto: poiché anche se per divina virtù si concedesse a qualcuno di non sentire alcuna libidine disordinata nell'atto della generazione, costui trasmetterebbe ugualmente il peccato originale nella prole.

La libidine suddetta va invece intesa come uno stato abituale, in quanto l'appetito sensitivo, spezzato il vincolo della giustizia originale, non è sotto il controllo della ragione.

E questa libidine è uguale in tutti.

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