Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se il dono dell'intelletto si trovi in tutte le anime in grazia

Pare che il dono dell'intelletto non si trovi in tutti quelli che sono in grazia.

Infatti:

1. S. Gregorio [ Mor. 2,49 ] insegna che il dono dell'intelletto viene dato contro « l'ottusità della mente ».

Ora, molti di coloro che sono in grazia soffrono ancora di ottusità di mente.

Quindi il dono dell'intelletto non si trova in tutti coloro che sono in grazia.

2. L'unica cosa necessaria alla salvezza nell'ordine della conoscenza è la fede: poiché « per la fede Cristo abita nei nostri cuori », come dice S. Paolo [ Ef 3,17 ].

Ma non tutti quelli che hanno la fede hanno il dono dell'intelletto: anzi, secondo S. Agostino [ De Trin. 15,27.48 ], « coloro che credono devono pregare per poter intendere ».

Perciò il dono dell'intelletto non è necessario alla salvezza.

Quindi non si trova in tutte le anime in grazia.

3. Le prerogative comuni a tutti coloro che sono in grazia non vengono mai sottratte a chi conserva la grazia.

Invece l'elargizione dell'intelletto e degli altri doni « talora viene utilmente interrotta », come nota S. Gregorio [ l. cit. ]: infatti « mentre l'anima si esalta nell'intellezione di realtà sublimi, va a cadere in cose infime e vili per una degradante ottusità ».

Quindi il dono dell'intelletto non si trova in tutti coloro che sono in grazia.

In contrario:

Nei Salmi [ Sal 82,5 ] si legge: « Non capiscono, non vogliono intendere, avanzano nelle tenebre ».

Ma nessuno di coloro che sono in grazia avanza nelle tenebre, poiché il Signore afferma [ Gv 8,12 ]: « Chi segue me non cammina nelle tenebre ».

Quindi nessuno che abbia la grazia è privo del dono dell'intelletto.

Dimostrazione:

In tutti coloro che sono in grazia non può mancare la rettitudine della volontà: poiché, come insegna S. Agostino [ Contra Iul. 4,3.14 ], « la grazia dispone al bene la volontà dell'uomo ».

Ma è impossibile ordinare la volontà al bene senza presupporre una conoscenza della verità: poiché la volontà ha per oggetto il bene intellettualmente conosciuto, come dice il Filosofo [ De anima 3, cc. 7,10 ].

Perciò, come col dono della carità lo Spirito Santo ordina la volontà dell'uomo a muoversi direttamente verso un bene soprannaturale, così col dono dell'intelletto illumina la mente umana perché conosca certe verità soprannaturali verso cui deve tendere una volontà retta.

Quindi, come in tutti coloro che hanno la grazia santificante c'è il dono della carità, così c'è pure il dono dell'intelletto.

Analisi delle obiezioni:

1. Alcuni di coloro che hanno la grazia santificante possono anche soffrire di ottusità mentale per cose non necessarie alla salvezza.

Ma nelle cose indispensabili per salvarsi sono istruiti a sufficienza dallo Spirito Santo, secondo le parole di S. Giovanni [ 1 Gv 2,27 ]: « La sua unzione vi insegna ogni cosa ».

2. Sebbene tra i fedeli non tutti abbiano la piena intellezione delle cose proposte a credere, tutti però intendono che esse sono da credersi, e che per nessun motivo ci si deve scostare da esse.

3. Il dono dell'intelletto non viene mai sottratto ai santi rispetto alle cose indispensabili alla salvezza.

Invece tale sottrazione avviene talvolta per le altre cose, cosicché essi non possono penetrarle chiaramente con l'intelletto; e ciò allo scopo di togliere materia alla superbia.

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