Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se il dono della scienza sia una scienza pratica

In 3 Sent., d. 35, q. 2, a. 3, sol. 2

Pare che la scienza posta tra i doni sia una scienza pratica.

Infatti:

1. S. Agostino [ De Trin. 12,14.22 ] ha scritto che « alla scienza è deputata l'operazione con la quale ci serviamo delle realtà esterne ».

Ma la scienza a cui è deputata un'operazione è una scienza pratica.

Quindi il dono della scienza è una scienza pratica.

2. S. Gregorio [ Mor. 1,32 ] insegna: « La scienza è nulla se non è utile alla pietà; e la pietà è del tutto inutile se manca la discrezione della scienza ».

Dal che si rileva che la scienza dirige la pietà.

Ma questo non può essere il compito di una scienza speculativa.

Quindi la scienza in quanto dono non è speculativa, ma pratica.

3. I doni dello Spirito Santo si trovano, come si è visto [ I-II, q. 88, a. 5 ], soltanto nei giusti.

Ma la scienza speculativa può trovarsi anche nei peccatori, come è chiaro da quelle parole di S. Giacomo [ Gc 4,17 ]: « Chiunque conosce il bene e non lo compie, commette peccato ».

Perciò la scienza in quanto dono non è speculativa, ma pratica.

In contrario:

Scrive S. Gregorio [ l. cit. ]: « La scienza nel suo giorno prepara il convito, vincendo il digiuno dell'ignoranza nelle viscere della mente ».

Ma l'ignoranza viene totalmente eliminata solo con entrambe le scienze, cioè con quella speculativa e con quella pratica.

Quindi la scienza in quanto dono è insieme speculativa e pratica.

Dimostrazione:

Abbiamo già detto [ a. 1 ] che il dono della scienza, come anche quello dell'intelletto, è ordinato alla certezza della fede.

Ma la fede in maniera primaria e principale consiste nella speculazione, in quanto cioè aderisce alla prima verità.

Siccome però la prima verità è anche il fine ultimo del nostro operare, ne viene che la fede si estende anche all'operazione, secondo le parole di S. Paolo [ Gal 5,6 ]: « La fede opera mediante la carità ».

Perciò il dono della scienza in maniera primaria e principale riguarda la speculazione, in quanto cioè uno sa che cosa deve credere.

In maniera secondaria invece si estende anche all'operazione, regolandoci nell'agire mediante la scienza delle verità di fede e di quanto è ad esse connesso.

Analisi delle obiezioni:

1. S. Agostino parla del dono della scienza in quanto si estende all'operazione: infatti ad esso viene attribuita l'azione; però non sola, né per prima.

Ed è così che esso dirige anche la pietà.

2. È così risolta anche la seconda obiezione.

3. Come a proposito del dono dell'intelletto abbiamo visto [ q. 8, a. 5 ] che non lo posseggono tutti quelli che intendono, ma solo chi intende come attraverso l'abito della grazia, così anche per il dono della scienza va notato che lo posseggono solo quelli che per l'infusione della grazia hanno un giudizio tanto certo sulle cose da credere e da operare, da non deviare mai dalla rettitudine della giustizia.

E questa è « la scienza dei santi », di cui così parla la Scrittura [ Sap 10,10 ]: « Il Signore condusse il giusto per diritti sentieri e gli diede la scienza dei santi ».

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