Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se la vita contemplativa sia impedita dalla vita attiva

I, q. 112, a. 1, ad 3

Pare che la vita contemplativa sia impedita dalla vita attiva.

Infatti:

1. Per la vita contemplativa si richiede una certa quiete dell'anima, secondo le parole del Salmo [ Sal 46,11 ]: « Riposatevi e vedete che io sono il Signore ».

Ora, la vita attiva è piena di inquietudine, come appare dall'espressione evangelica [ Lc 10,41 ]: « Marta, Marta tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose ».

Quindi la vita attiva impedisce quella contemplativa.

2. La vita contemplativa richiede la chiarezza della visione; ma la vita attiva impedisce questa chiarezza: S. Gregorio [ In Ez hom. 14 ] infatti afferma che « essa [ Lia ] è cisposa e feconda, poiché mentre è occupata nelle opere, vede di meno ».

Perciò la vita attiva impedisce la contemplativa.

3. Ogni cosa è impedita dal suo contrario.

Ora, la vita attiva e quella contemplativa sono contrarie, poiché la prima si occupa di molte cose, mentre la seconda si ferma alla contemplazione di un solo oggetto: per cui si contrappongono.

Quindi è evidente che la vita contemplativa è impedita dalla vita attiva.

In contrario:

S. Gregorio [ Mor. 6,37 ] scrive: « Chi vuole possedere la roccaforte della contemplazione, prima provi se stesso in campo aperto con l'esercizio delle buone opere ».

Dimostrazione:

La vita attiva può essere considerata sotto due aspetti.

Primo, quanto all'applicazione e all'esercizio nelle azioni esterne.

E da questo lato è evidente che la vita attiva impedisce la contemplativa: è infatti impossibile che uno attenda simultaneamente agli atti esterni e alla contemplazione di Dio.

Secondo, la vita attiva può essere considerata in quanto modera e ordina le passioni dell'anima.

E sotto questo aspetto la vita attiva favorisce la contemplazione, che è impedita dal disordine delle passioni.

Da cui le parole di S. Gregorio [ In Ez hom. 14 ]: « Quando si vuole possedere la roccaforte della contemplazione, prima si devono provare le proprie forze in campo aperto con l'esercizio delle opere buone: per sapere se si è capaci di non fare del male al prossimo, o di sopportare con pazienza il male che si subisce dagli altri; e se al sopraggiungere dei beni temporali l'anima si lascia dissipare dalla gioia, o si lascia abbattere da un'eccessiva tristezza alla loro perdita.

Quindi, rientrati in se stessi, ci si deve assicurare che quando ci si concentra nelle realtà spirituali non si trascinino con sé le ombre delle realtà corporee; o almeno, se vengono trascinate, che siano allontanate con la mano del discernimento ».

Perciò da questo lato l'esercizio della vita attiva favorisce la vita contemplativa acquietando le passioni, dalle quali provengono le fantasie che impediscono la contemplazione.

Analisi delle obiezioni:

Sono così risolte anche le obiezioni.

Infatti le ragioni portate valgono per le occupazioni esterne, non già per l'effetto della vita attiva, che è la moderazione delle passioni.

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