Supplemento alla III parte

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Articolo 2 - Se le anime siano destinate al cielo o all'inferno subito dopo la morte

Pare che le anime non siano destinate al cielo o all'inferno subito dopo la morte.

Infatti:

1. La Glossa [ ord. ], commentando quel versetto del Salmo [ Sal 37,10 ]: « Ancora un poco e l'empio scompare », dice che « i santi saranno liberati alla fine del mondo; ma dopo questa vita tu non sarai dove saranno i santi, ai quali sarà detto: Venite, benedetti del Padre mio ».

Ma quei santi sono destinati al cielo.

Quindi i santi non vanno subito in cielo, dopo questa vita.

2. S. Agostino [ Enchir. 109 ] dice che « nel periodo che intercorre tra la morte e l'ultima risurrezione dell'uomo l'anima se ne sta in dimore misteriose, a seconda che essa è degna di pace o di dolore ».

Ma queste dimore misteriose non si possono identificare col cielo o con l'inferno, poiché anche dopo l'ultima risurrezione le anime saranno in tali luoghi assieme ai loro corpi; e allora sarebbe stato inutile distinguere il tempo che precede da quello che segue la risurrezione.

Quindi le anime non andranno né all'inferno né in paradiso, prima del giorno del giudizio.

3. È più grande la gloria dell'anima che quella dei corpi.

Ma la gloria dei corpi sarà data a tutti insieme, affinché per il gaudio comune risulti più grande la gioia dei singoli, come appare chiaro da ciò che dice la Glossa [ P. Lomb. su Eb 11,40 ]: « Affinché nel comune gaudio di tutti sia più grande il gaudio di ognuno ».

Perciò a maggior ragione si deve differire alla fine del mondo la gloria delle anime, in modo da concederla a tutte insieme.

4. Il premio o la pena che vengono dati mediante la sentenza del giudice non devono precedere il giudizio.

Ora, il fuoco dell'inferno o il gaudio del paradiso saranno dati a tutti per mezzo della sentenza di Cristo Giudice nell'ultimo giudizio, come risulta chiaro dalle parole evangeliche [ Mt 25,31ss ].

Quindi prima del giorno del giudizio nessuno ascende al cielo o discende all'inferno.

In contrario:

1. S. Paolo [ 2 Cor 5,1 ] afferma: « Quando verrà disfatto questo corpo riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani d'uomo, nei cieli ».

Quindi l'anima, liberata dai lacci della carne, ha una dimora preparata nei cieli.

2. Dice ancora l'Apostolo [ Fil 1,23 ]: « Desidero di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo »; per cui S. Gregorio [ Dial. 4,25 ] conclude: « Chi non dubita della presenza di Cristo in cielo, neppure può negare che vi sia l'anima di Paolo ».

Ora, siccome non possiamo negare che Cristo sia in cielo, essendo questo un articolo di fede, neppure è lecito dubitare che le anime dei santi siano portate in cielo.

- Che poi vi siano delle anime che immediatamente dopo la morte discendono all'inferno è chiaro da quanto dice S. Luca [ Lc 16,22 ]: « Morì anche il ricco e fu sepolto nell'inferno ».

Dimostrazione:

Come i corpi tendono al proprio luogo, che è il fine del loro moto, secondo la gravità o la leggerezza, così le anime giungono al premio o alla pena, che è il fine delle loro azioni, secondo il merito o il demerito.

Come quindi i corpi, se non ne sono impediti, tendono subito al luogo proprio, così le anime, libere dai legami della carne che le tratteneva nello stato di viatrici, subito ricevono il premio o la pena, se non ne sono in qualche modo impedite.

E l'impedimento al premio può provenire talvolta dal peccato veniale, che richiede una purificazione previa, dalla quale segue il differimento del premio.

Poiché dunque l'ultima dimora è connessa con il premio o con la pena [ a. 1, ad 3 ], ne viene che, non appena liberata dal corpo, l'anima o è sprofondata nell'inferno o se ne vola al cielo; a meno che non ne sia impedita da qualche reato che richieda la sua purificazione.

E questa verità è comprovata dalla Sacra Scrittura e dagli scritti dei santi Padri: per cui sarebbe eretico pensare il contrario, come appare chiaro da S. Gregorio [ Dial. 4, cc. 25,28 ] e dal De Ecclesiasticis Dogmatibus [ 79 ].

Analisi delle obiezioni:

1. La Glossa spiega se stessa, aggiungendo subito: « Cioè non avrai una duplice stola come i santi nella risurrezione finale ».

2. Tra queste dimore misteriose di cui parla S. Agostino sono compresi l'inferno e il paradiso, nei quali certe anime vengono a trovarsi prima della risurrezione.

Ma egli distingue il tempo che precede la risurrezione da quello che la segue sia perché prima della risurrezione le anime sono in quelle dimore senza il corpo, mentre dopo avranno anche quello, sia perché in certe dimore [ ultraterrene ] le anime non ci saranno più dopo la risurrezione.

3. In base al corpo gli uomini hanno fra loro un certo legame di continuità, poiché è vero ciò che leggiamo negli Atti [ At 17,26 ], che cioè « egli creò da uno solo tutto il genere umano ».

Le anime invece « le ha plasmate una per una ».

Perciò la congruenza che tutti gli uomini risorgano insieme quanto al corpo è molto più grande di quella che vorrebbe tutti gli uomini glorificati insieme anche nell'anima.

Inoltre la gloria del corpo non è così essenziale come quella dell'anima.

Quindi per i santi sarebbe più dannoso il ritardo della gloria dell'anima di quanto non lo sia invece quello della gloria del corpo.

Né questa lacuna verrebbe colmata dal fatto che i singoli avrebbero un maggior gaudio grazie alla gioia di tutti.

4. L'obiezione è posta da S. Gregorio [ Dial. 4,25 ] e dallo stesso è risolta: « Se dunque », egli dice, « le anime dei giusti sono già in cielo, che cosa potranno ricevere in premio della loro giustizia nel giorno del giudizio? ».

E risponde: « Nel giorno del giudizio avranno un aumento di beatitudine: questa infatti, mentre attualmente è goduta soltanto dall'anima, dopo sarà partecipata anche ai corpi; affinché i beati godano anche nella loro carne, nella quale per amore del Signore sopportarono travagli e martìri ».

E lo stesso argomento vale, analogamente, per i dannati.

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