Supplemento alla III parte

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Articolo 8 - Se quel fuoco produrrà negli uomini gli effetti indicati

Pare che quel fuoco non produrrà negli uomini gli effetti indicati [ Sent. 4,47,4 ].

Infatti:

1. Essere consumato vuol dire essere ridotto al nulla.

Ma il corpo dei malvagi non verrà annichilato, poiché rimarrà in eterno per sostenere la pena eterna.

Perciò il fuoco non sarà « la consumazione dei cattivi », che è invece il primo effetto descritto dal Maestro delle Sentenze [ ib. ].

2. Se poi uno rispondesse che il fuoco consumerà i corpi dei malvagi perché li ridurrà in cenere, si replica che anche i corpi dei buoni subiranno la stessa sorte: poiché è privilegio esclusivo di Cristo che « la sua carne non abbia visto la corruzione » [ At 2,27.31; At 13,35 ].

Quindi anche i buoni allora vivi saranno consumati dal fuoco.

3. La contaminazione del peccato è più profonda negli elementi del corpo umano che in quelli ad esso estranei: poiché persino nei buoni si riscontra la corruzione del fomite.

Ora, gli elementi estranei al corpo umano saranno purificati dalla contaminazione del peccato.

Perciò a maggior ragione dovranno essere purificati gli elementi che fanno parte del corpo umano, sia dei buoni che dei cattivi.

Quindi il dissolvimento colpirà sia gli uni che gli altri.

4. Finché dura questa vita, gli elementi hanno un'azione identica sui buoni e sui cattivi.

Ma sino al momento di quella conflagrazione questa vita durerà ancora: poiché dopo quel fuoco non ci sarà più la morte naturale, che tuttavia dovrà essere prodotta dal fuoco suddetto.

Quindi esso agirà allo stesso modo sui buoni e sui malvagi.

Perciò non vi è alcuna differenza tra essi quanto al modo di subire quel fuoco, come invece afferma il testo delle Sentenze [ l. cit. ].

5. La conflagrazione finale avverrà quasi in un istante.

Ma allora ci saranno molti vivi che avranno bisogno di essere purificati in molte cose.

Quindi la conflagrazione finale non sarà sufficiente a purificarli.

Dimostrazione:

Il fuoco della conflagrazione finale prima del giudizio agirà per virtù naturale e come strumento della giustizia divina.

Per virtù naturale esso avrà lo stesso effetto sui buoni e sui cattivi tuttora viventi, riducendo in cenere i loro corpi.

Invece come strumento della giustizia divina avrà un'azione diversa sugli uni e sugli altri in rapporto alla pena.

I cattivi infatti saranno tormentati dal fuoco, mentre i buoni che non avranno nulla che debba essere purificato non riporteranno in seguito al fuoco alcun dolore, come i tre giovani nella fornace [ Dn 3,50 ], sebbene i loro corpi non rimarranno integri come quelli dei giovani [ Dn 3,92,94 ].

E sarà la potenza divina a far sì che i loro corpi si dissolvano senza che essi ne provino dolore.

- Quei buoni però nei quali verrà riscontrato qualcosa da purificare, saranno tormentati dal dolore più o meno secondo il loro merito.

- Tuttavia dopo il giudizio il fuoco potrà tormentare solo i dannati: poiché i corpi dei buoni saranno impassibili.

Analisi delle obiezioni:

1. Consumazione qui non vuol dire annichilazione, ma soltanto riduzione in cenere.

2. I buoni, come i giovani della fornace, non sentiranno alcun dolore quando il loro corpo sarà ridotto in cenere dal fuoco.

E questa è la differenza tra loro e i cattivi.

3. Gli elementi del corpo umano saranno purificati dal fuoco anche negli eletti; ma questa purificazione, per virtù divina, avverrà senza dolore.

4. Il fuoco non agirà solo per virtù naturale, ma anche in qualità di strumento della giustizia divina.

5. Coloro che saranno vivi alla fine del mondo potranno essere purificati assai rapidamente per tre motivi.

Primo, perché dopo gli spaventi e le persecuzioni subite rimarrà in essi poco da purificare.

- Secondo, poiché sopporteranno da vivi e volontariamente la pena.

Ora, la pena sopportata volontariamente in questa vita purifica assai meglio di quella inflitta dopo la morte: come vediamo nei martiri, nei quali, « se c'è qualcosa da purificare, tutto viene tolto dalla falce del martirio », come dice S. Agostino [ De unic. bapt. contra Petil. 13 ].

Eppure la pena del martirio è breve in confronto a quella del purgatorio.

- Terzo, perché quel fuoco ricupererà in intensità ciò che avrà perduto in durata.

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