Supplemento alla III parte

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Articolo 4 - Se nell'inferno i dannati desiderino la dannazione anche degli altri che non sono dannati

Pare che nell'inferno i dannati non desiderino la dannazione anche degli altri che non sono dannati.

Infatti:

1. Nel Vangelo [ Lc 16,27 ] si legge che il ricco epulone pregava per i suoi fratelli, affinché non venissero nel medesimo luogo di tormenti.

Quindi per lo stesso motivo anche gli altri dannati vogliono che almeno i loro amici carnali non vadano all'inferno.

2. Ai dannati non vengono tolti i loro affetti disordinati.

Ora, certi dannati hanno amato disordinatamente certe persone.

Quindi non possono volere il loro male, desiderando che siano dannate.

3. I dannati non desiderano l'aumento della loro pena.

Ma se molti altri si dannassero, la loro pena aumenterebbe, come anche il moltiplicarsi dei beati accresce la loro gioia.

Perciò i dannati non possono volere che i salvati si dannino.

In contrario:

1. A commento delle parole di Isaia [ Is 14,9 ]: « Si alzarono dai loro troni », la Glossa [ ord. di Gir. ] afferma: « È un sollievo per i malvagi avere molti compagni di pena ».

2. Tra i dannati regna al massimo grado l'invidia.

Perciò essi si rattristano della felicità dei beati, e ne bramano la dannazione.

Dimostrazione:

Come nella patria esiste fra i beati la più perfetta carità, così ci sarà fra i dannati un odio perfettissimo.

Per cui come i santi godranno di ogni bene, così i reprobi se ne rattristeranno.

Quindi anche la felicità dei santi farà molto soffrire questi ultimi, secondo le parole di Isaia [ Is 26,11 ]: « Vedano, arrossendo, il tuo amore geloso per il popolo, e il fuoco preparato per i tuoi nemici ».

Dunque essi vorrebbero che tutti i beati fossero dannati.

Analisi delle obiezioni:

1. L'invidia nei dannati sarà così grande che raggiungerà anche la gloria dei loro congiunti, essendo essi nella somma miseria: cosa del resto che avviene anche nella vita presente, col crescere dell'invidia.

Tuttavia essi avranno meno invidia per i propri congiunti che per gli altri; e la loro pena sarebbe maggiore se tutti i loro congiunti si dannassero e gli altri si salvassero, che non se alcuni dei loro congiunti si salvassero.

Per questo il ricco epulone chiese che i suoi fratelli scampassero dalla dannazione: sapeva infatti che alcuni sarebbero scampati.

Tuttavia egli avrebbe preferito che anche i suoi fratelli si dannassero con tutti gli altri.

2. L'amore che non è fondato sull'onestà facilmente si dilegua, specialmente tra i malvagi, come nota il Filosofo [ Ethic. 8,10 ].

Perciò i dannati non conserveranno l'amicizia verso coloro che hanno amato disordinatamente.

Tuttavia la loro volontà rimarrà perversa per il fatto che ameranno ancora la causa del loro amore perverso.

3. Sebbene in seguito al moltiplicarsi dei dannati aumenti la pena di ciascuno, tuttavia tanto crescerà in essi l'odio e l'invidia che preferiranno essere tormentati di più con molti che meno da soli.

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