Crociata della sofferenza  

B241-A6

Anno XXIII - Lettera N. 94 - Ottobre 1986

« E sappiate che io sarò sempre con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo » ( Mt 28,20 )

Fratelli,

la promessa di Gesù ai suoi Apostoli, prima di lasciarli, che conclude il Vangelo di S. Matteo: « E sappiate che io sarò sempre con voi, tutti i giorni sino alla fine del mondo » è parola di conforto, di speranza, di incoraggiamento.

Essa è rivolta ad ognuno di noi e può essere momento di riflessione sul suo significato, specialmente per chi, nel dolore fisico o morale, sente più pesante la croce di sofferenza che lo accompagna e rende ansiose, depresse, tristi le ore di solitudine, di abbattimento, di disperazione.

Capita anche a noi di ripeterla a chi è provato dal dolore quando per infondere un po' di coraggio diciamo: « Ti sono molto vicino e partecipo alla tua sofferenza ».

Il pensiero che c'è qualcuno che si affianca a noi, con sincerità e affetto, nella nostra tribolazione ci può portare un po' di conforto, ci pare di aver trovato una mano amica che stringe la nostra, un cuore comprensivo che si avvicina a noi, un compagno di viaggio lungo una via di difficile percorso.

Ora l'amico primo che ha voluto esserci accanto e condividere con noi la nostra vita è stato Gesù che, Figlio di Dio, ha voluto farsi uomo come noi, eccetto il peccato, per percorrere la nostra stessa esistenza umana, dalla nascita alla morte.

È cresciuto come noi, ha lavorato, ha trovato amici e nemici, ha avuto comprensione e ostilità, ha sofferto ed ha gioito, ha superato le difficoltà della vita, ha amato e non è stato ricambiato, ha parlato, agito come uomo.

Conosce la nostra natura umana, come Dio, e, come Uomo, fattosi nostro fratello, l'ha presa nella sua natura divina.

Egli continua questa sua presenza in noi e accanto a noi con una comprensione che possiamo definire umana.

Quante volte nel Vangelo risuona questa parola di presenza e di unione con la nostra povera natura umana!

« Rimanete uniti a me, e io rimarrò unito a voi. Come il tralcio non può far frutto da solo, se non rimane unito alla vite, neppure voi potete dar frutto, se non rimanete uniti a me. » ( Gv 15,4 )

« Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi: rimanete nel mio amore! » ( Gv 15,9 ).

« Voi siete miei amici, se fate quello che io vi comando » ( Gv 15,14 ).

« Non vi lascerò orfani, tornerò da voi … e in quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me ed io in voi. » ( Gv 14,18-20 ).

Numerose altre sarebbero le citazioni che si potrebbero ricavare dal discorso confidenziale di Gesù nell'Ultima Cena con i suoi Apostoli.

Rileggiamo quelle pagine di Giovanni: ne avremo tanti buoni spunti di riflessione e di serenità.

Poi, con squisita delicatezza, affinché sentissimo che in quell'ora e con quelle espressioni Egli pensava anche a noi volle aggiungere: « lo non prego soltanto per questi miei discepoli, ma prego anche per gli altri, per quelli che crederanno in me, dopo aver ascoltato le loro parole.

Fa che siano tutti una cosa sola: come tu, Padre, sei in me, io sono in te, anch'essi siano in noi ». ( Gv 15,20,21 ).

S. Paolo, che ben aveva assimilato il pensiero di Gesù era giunto a dire: « Non sono più io che vivo; è Cristo che vive in me. La vita che ora vivo in questo mondo la vivo perché credo nel Figlio di Dio che mi ha amato e volle morire per me. » ( Gal 2,20 ).

E ripeteva questa sua convinzione nelle sue lettere ai Cristiani: « Noi siamo diventati uno stesso essere con lui » ( il Cristo ) ( Rm 6,5 )

« Non sapete che il Cristo è in voi? » ( 2 Cor 13,5 )

« Mediante la fede il Cristo abita nei vostri cuori. » ( Ef 3,17 ).

Con espressione e paragone intuitivo, S. Giovanni, nell'Apocalisse, ci conferma ancora questa presenza di Gesù in noi: « Ascoltate, io sto alla porta e busso! Se uno mi sente e mi apre, io entrerò e ceneremo insieme, io con lui e lui con me. » ( Ap 3,20 ).

La presenza di Gesù nella nostra vita può essere considerata sotto vari aspetti: la presenza della Trinità in noi, la presenza dello Spirito Santo nella nostra anima diventata suo tempio dopo la promessa di Gesù in noi nell'Eucarestia.

La nostra identificazione con Gesù è dunque realissima perché è una comunità di vita.

Il cristiano vive la vita del Padre, perché è « nel Cristo », esiste in Lui.

Ma la presenza sulla quale vogliamo fermare la nostra riflessione è quella che più ci può aiutare nelle sofferenze fisiche e spirituali che incontriamo nella vita: è la presenza di un fratello, di un amico che vive in noi, accanto a noi per condividere le nostre pene e le nostre gioie, per camminare con noi.

Un amico e un fratello sempre fedele che mai si allontana e che, anche se per disgrazia noi lo allontaniamo col peccato, è sempre pronto a ritornare alla nostra invocazione.

Un amico che ha detto: « Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi farò riposare.

Accogliete le mie parole e lasciatevi istruire da me. lo non tratto nessuno con violenza e sono buono con tutti.

Voi troverete la pace, perché quello che vi domando è per il vostro bene, quel che vi dò da portare è un peso leggero. » ( Mt 11,28-30 ).

Un amico e un fratello col quale possiamo confidarci in ogni circostanza, che possiamo chiamare in aiuto in ogni difficoltà, col quale possiamo aprire il nostro animo in ogni momento, col quale possiamo anche lamentarci, quando la sofferenza si fa più angosciosa.

Come fece Lui quando, rivolgendosi al Padre, disse: « Padre mio, se è possibile, allontana da me questo calice di dolore.

Però non si faccia come io, ma come vuoi tu. » ( Mt 26,39 )

« Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato? » ( Mt 27,46 ).

È proprio allora, quando siamo tribolati e oppressi che Egli ci rincuorerà, ci darà conforto, coraggio e forza per resistere e continuare nonostante tutto.

Penso alle tante sofferenze che affliggono l'uomo: alle ansietà, alle tristezze, all'abbattimento, alle malattie che si protraggono e di cui non si vedono soluzioni.

E penso, nello spirito della Crociata della Sofferenza, a queste stesse sofferenze che affliggono le anime sacerdotali, religiose e di impegno apostolico.

Alle giovani anime che si dibattono nell'incertezza di una decisione definitiva e coraggiosa per una consacrazione, alle anime dei sacerdoti, religiosi e di impegno apostolico, nel pieno della loro missione, assalite da dubbi, da tormenti, da sconforti, da delusioni nel loro ministero; alle anime di sacerdoti religiosi e di impegno apostolico di età avanzata, talora depresse, nell'ansietà, nella solitudine, nell'abbandono, nella malattia.

Per tutte queste sofferenze, per tutte queste anime ripetiamo le parole di Gesù « Sappiate che io sarò sempre in voi, tutti i giorni! »

A lui, a Gesù deve essere rivolto il nostro pensiero, il nostro grido, pur in mezzo a tante voci che possono alzarsi attorno a noi, ispirate da sentimenti di conforto, ma che tante volte restano senza eco nelle anime.

È Lui e Lui solo che è sempre con noi, ed è Lui solo la Via, la Verità e la Vita, è Lui solo la « Risurrezione », è Lui solo che ha promesso: « Ed io vi consolerò! »

Non lasciamo inascoltata questa voce, non lasciamo cadere la mano che ci tende; aggrappiamoci a questa mano perché ci attiri presso il suo Cuore che ha tanto amato gli uomini, che ha provato nella sua vita e nella sua Passione e morte tutte le incomprensioni, le angosce, le sofferenze: per questo è Lui solo che può capirci e infondere nel nostro cuore la pace, la serenità, la rassegnazione.

Preghiamo la Vergine Immacolata, che con Gesù ha condiviso le sue pene e le sue sofferenze, perché ci aiuti a riprendere ogni giorno il cammino con coraggio e con fiducia per arrivare a Gesù.

La nostra partecipazione e la nostra ricerca del Cuore di Gesù, amico e fratello, unendoci a Lui e a Maria Santissima saranno il nostro piccolo contributo sofferto e perciò più valido, alla realizzazione della Redenzione nel mondo di oggi, per noi e per i nostri fratelli.

Sarà la nostra preghiera e la nostra offerta al Padrone della messe perché mandi tanti operai alla Sua messe, che tanto ne sente la necessità proprio in questi tempi in cui il lavoro è così ampio e gli operai sono così pochi.

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Preghiamo per le anime che più sentono la necessità di incontrare Gesù nella loro vita per superare e accettare le sofferenze fisiche e spirituali.

Intenzioni particolari

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenze le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni dell'apostolato tra i giovani e i sofferenti

- le vocazioni all'Unione Catechisti

- le vocazioni giovanili in difficoltà e le anime consacrate che più soffrono

le intenzioni degli iscritti alla Crociata della Sofferenza: B. B. ( Torino ) per le sue sofferenze fisiche e spirituali; L. C. ( Genova ) per le sue grandi sofferenze fisiche, senza speranza; F. L. ( Torino ) per le sue sofferenze fisiche e spirituali; C. M. ( Licata ) per la sua salute; Famiglie C. e B. ( Terruggia ); D'A. M. G. ( Catania ); S. R. R. ( Catania ) per una grazia particolare; M. L. ( Vibo Valentia ) per la propria famiglia; B. M. ( Torino ); A. D. C. ( Collegno ) per la sua salute; C. A. ( Tarante ); M. F. ( Torino ); e tutte le altre intenzioni degli iscritti alla Crociata della Sofferenza.

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio:

L'anima eletta di un grande Missionario, Frère Polycarpe Marie ( Antonio Frari ) delle Scuole Cristiane che eroicamente spese la sua vita per 60 anni in Madagascar e nell'Isola della Réunion; l'anima fraterna del Catechista Edmundo Espejo Olivera, attivo organizzatore dell'Unione in Perù; l'anima generosa del dott. Aldo Billia ( Torino ); i genitori di S. O. ( Acireale ); i genitori e la moglie di M. F. C. ( Torino ) e tutti i defunti della Crociata della Sofferenza.

La Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso e Gesù viva sempre nei nostri cuori!