Evangelizzazione e testimonianza della carità

Indice

III - Tre vie per annunciare e testimoniare il vangelo della carità

43. - Lasciando spazio alle singole Chiese particolari per mettere in atto il vangelo della carità secondo le tradizioni e le situazioni a loro proprie e il loro specifico cammino, vogliamo proporre tre significative scelte pastorali che possono costituire un comune terreno di lavoro, di confronto e di reciproco arricchimento nel prossiino decennio.

Non si tratta di orientamenti esclusivi, ma di vie privilegiate attraverso le quali il vangelo della carità può farsi storia in mezzo alla nostra gente:

- l'educazione dei giovani al vangelo della carità;

- l'amore preferenziale per i poveri;

- la presenza responsabile dei cristiani nel sociale e nel politico.

1. - Educare i giovani al vangelo della carità

44. - Il mondo dei giovani vive e sperimenta, con intensità tutta particolare, le contraddizioni e le potenzialità del nostro tempo.

Subendo le forti pressioni della società dei consumi, non di rado i giovani si mostrano fragili e incostanti, incapaci di dare un senso al proprio vivere, prigionieri del "tutto e subito", spinti talvolta verso forme di emarginazione psicologica, sociale ed economica.

Anche dal punto di vista dell'evangelizzazione assistiamo al crescere di fenomeni come l'indifferenza e la difficoltà di accedere all'esperienza di Dio, oppure la forte soggettivizzazione della fede e l'appartenenza ecclesiale condizionata, nonché una sorta di endemico deperimento del consenso intorno ai principi etici.

Ma, nonostante il diffuso disagio giovanile, a volte manifesto, altre volte soffocato, i giovani esprimono anche oggi le attese dell'umanità e portano in se gli ideali che si fanno strada nella storia:

il rispetto della libertà e dell'unicità della persona,

la sete di autenticità,

un nuovo concetto e stile di reciprocità nei rapporti fra uomo e donna,

il riconoscimento dei valori della pace e della solidarietà,

la passione per un mondo unito e più giusto,

l'apertura al dialogo con tutti,

l'amore per la natura.

Di fronte alla complessità e ai rapidi cambiamenti del mondo giovanile le nostre Chiese corrono il rischio di mostrarsi, talvolta incerte e in ritardo.

La pastorale giovanile, da realtà pacifica, collegata quasi spontaneamente con i modelli di socializzazione presenti nel nostro contesto culturale, è diventata oggi una realtà in profondo mutamento e alla ricerca di se stessa.

Convivono proposte e modelli differenti, alcuni più riusciti ed equilibrati, altri non privi di unilateralità e di carenze.

Il compito della trasmissione della fede alle nuove generazioni e della loro educazione a un'integrale esperienza e testimonianza di vita cristiana diventa quindi una essenziale priorità della pastorale.

45. - In questa prospettiva suggeriamo, senza pretesa di completezza, alcuni orientamenti di contenuto e di metodo e alcune scelte operative.

- In ogni Chiesa particolare non manchi un'organica, intelligente e coraggiosa pastorale giovanile, ricca di tutti quegli elementi che ne permettono l'incisività e lo sviluppo.

Premesse indispensabili devono essere un preciso progetto educativo, che sappia coinvolgere, nel rispetto degli apporti e dei cammini specifici, le realtà giovanili ( gruppi, associazioni, movimenti ) presenti in diocesi; l'avvio o l'incremento di organismi diocesani di coordinamento e di partecipazione; il confronto con il continuo cambiamento tipico del mondo giovanile e la riflessione e verifica sulla condizione giovanile nel territorio.

- Perché una pastorale giovanile sia solida ed efficace, bisogna rivolgere costante attenzione alla preparazione spirituale, culturale e pedagogica di educatori in grado di accompagnare e guidare i ragazzi e i giovani nella maturazione del loro cammino di fede.

"Formare i formatori", per i nuovi tempi e le nuove esigenze che la Chiesa si trova a dover affrontare, una evidente necessità pastorale.

- Occorre puntare su proposte essenziali e forti, coinvolgenti, che non chiudano i giovani in prospettive di compromesso e nei loro mondi esclusivi, ma li aprano alla più vasta comunità della Chiesa, della società e della mondialità.

Il vangelo della carità - che racchiude la verità su Cristo, sulla Chiesa e sull'uomo - deve diventare il centro dinamico e unificatore di una integrale pedagogia della fede, nella quale il rapporto dei giovani con gli adulti rimane essenziale.

- Il metodo da seguire è quello dell'evangelizzazione di tutta l'esperienza giovanile.

A tal fine la proposta evangelica, oltre che coraggiosa e integrale, deve essere attenta alle molte esigenze positive oggi diffuse, come quelle della fraternità, solidarietà e autenticità, offrendo concreti sbocchi di impegno mediante esperienze di comunione e di servizio.

Anche la fondamentale esigenza dell'amore umano ha bisogno di essere purificata dalle sue chiusure e deviazioni egoistiche, spesso legate a una comprensione superficiale e distorta della sessualità.

In tal modo i giovani potranno sperimentare nella propria vita che il vangelo della carità accoglie, purifica e porta a insospettata pienezza ogni spinta verso il vero, il buono e il bello ( cf. Fil 4,8 ) e rende capaci di amare veramente.

- È indispensabile valorizzare gli ambienti educativi e i luoghi dove i giovani vivono, operano, crescono e si incontrano, e tra questi la famiglia, la scuola - specialmente la scuola cattolica -, l'oratorio, la comunità cristiana.

Una genuina fantasia pastorale saprà inoltre individuare quelle nuove occasioni di incontro e di approfondimento che permettono agli educatori ed ai giovani di camminare insieme alla luce dell'esperienza evangelica.

- Un'attenzione privilegiata dev'essere riservata agli adolescenti, che nel contesto della nostra società domandano di essere accompagnati con grande passione educativa e senza incertezze verso Gesù Cristo.

Anche nell'itinerario di preparazione al sacramento della cresima la catechesi abbia concreto riferimento al vangelo della carità, attraverso opportune esperienze di coinvolgimento e di servizio.

- La devianza giovanile, con i molteplici fenomeni di emarginazione e di fuga dalla vita che essa presenta, costituisce oggi un rilevantissimo campo di testimonianza dell'amore cristiano, nella direzione del ricupero dei giovani già coinvolti, ma ancor prima mediante quella prevenzione che si esercita con l'opera quotidiana di una pastorale rivolta a tutti i giovani.

46. - Il vangelo della carità permette anche di sottolineare alcune dimensioni essenziali della vita cristiana che è indispensabile proporre nell'educazione dei giovani alla fede.

- Innanzitutto, la sua costitutiva risonanza vocazionale.

La vocazione cristiana è fondamentalmente unica e coincide con la sequela di Cristo e la perfezione della carità.

Siamo però chiamati a vivere questa medesima vocazione lungo diversi cammini: nelle vie del matrimonio e dell'impegno laicale, o in quelle del presbiterato, della vita religiosa, degli istituti secolari e di altre forme di speciale donazione.

Ci rivolgiamo con fiducia ai giovani e alle giovani, perche sappiano puntare in alto e non abbiano timore a seguire con generosità la via della consacrazione totale a Dio, quando avvertono la sua chiamata, rispondendo all'amore con l'amore.

Sottolineiamo al contempo che l'educazione alla gratuità e al servizio per il regno di Dio è il terreno comune su cui possono fiorire tutte le molteplici vocazioni ecclesiali.

- Anche nella scelta della professione, il giovane deve essere educato a seguire non solo il suo personale talento - che è già di per se un segno indicativo -, ma egualmente l'ispirazione di Dio e le necessità della Chiesa e della società in cui vive.

Ad esempio, i servizi sociali della salute e dell'assistenza soffrono oggi in Italia per una grave mancanza di personale, e si mostrano d'altronde particolarmente idonei a testimoniare la carità di Dio per l'uomo: sarà un indice di maturità cristiana se dal seno delle nostre comunità molti giovani sapranno scegliere una di queste strade.

- Oggi, infine, si insiste molto, e giustamente, sulla dimensione comunitaria della vita cristiana, che ha la sua matrice nel vangelo e si qualifica storicamente in rapporto alle istanze dei giovani, e d'altro lato alla scarsa solidarietà sociale e al diffuso particolarismo.

Ma occorre anche educare i giovani a un'interiorità autentica e matura, alimentata dalla familiarità con Dio nella preghiera personale, dallo spirito di sacrificio e da una rigorosa formazione intellettuale, alla luce dei principi dottrinali e morali della fede.

2. - Servire i poveri nel contesto di una cultura della solidarietà

47. - Come già abbiamo sottolineato, l'amore preferenziale per i poveri costituisce un'esigenza intrinseca del vangelo della carità e un criterio di discernimento pastorale nella prassi della Chiesa.

Esso richiede alle nostre comunità di prendere puntualmente in considerazione le antiche e nuove povertà che sono presenti nel nostro paese o che si profilano nel prossimo futuro.

Il benessere vissuto in modo materialistico e l'eccessivo consumismo favoriscono l'espandersi delle cosiddette "povertà post-materialistiche", che, se affliggono soprattutto i giovani, toccano in genere i più deboli e indifesi, come gli anziani soli e non autosufficienti, le persone in situazione di grave o cronica malattia, le vittime dell'alcool, della droga, dell'AIDS, i morenti abbandonati, i malati di mente e i disadattati, i bambini in vario modo oggetto di violenza fisica o psicologica da parte degli adulti.

Ma non si possono ignorare anche le persistenti forme di emarginazione della donna sul lavoro e nella società, le coppie e le famiglie disgregate.

Nonostante lo sviluppo economico, permangono gravi disuguaglianze sociali e resta elevato il numero dei poveri affidati alla semplice assistenza.

Il vangelo della carità deve dare profondità e senso cristiano al doveroso servizio ai poveri delle nostre Chiese, risvegliando la consapevolezza che questo servizio è "verifica della fedeltà della Chiesa a Cristo, onde essere veramente la 'Chiesa dei poveri"',56 che nella sua opera evangelizzatrice fa proprio lo stile di umiltà e abnegazione del Signore e riconosce nei poveri e nei sofferenti la sua immagine.57

Contemporaneamente, alla luce del mistero della redenzione, occorre sempre di nuovo riscoprire il valore attivo e "creativo" di ogni tipo di sofferenza umana e il contributo decisivo che ne scaturisce per la missione della Chiesa e il progresso stesso dell'umanità.58

Solo la croce di Cristo, senza distogliere dall'impegno a rimuovere le cause della povertà e ad alleviare le sofferenze dei fratelli, può dare risposta e speranza definitive alle povertà e sofferenze più radicali dell'uomo.

48. - L'amore preferenziale per i poveri e la testimonianza della carità sono compito di tutta la comunità cristiana, in ogni sua componente ed espressione.

A una crescente consapevolezza e assunzione pratica di responsabilità da parte di tutti i credenti devono mirare, dunque, gli organismi e gli istituti che lo Spirito Santo ha suscitato e suscita nella Chiesa per testimoniare in modo profetico la carità.

- Il nostro sostegno in questo senso va anzitutto alla Caritas Italiana, che la nostra Conferenza Episcopale "ha istituito come suo organismo pastorale al fine di promuovere … la testimonianza della carità della comunità ecclesiale, in forme consone ai tempi e ai bisogni".59

Per realizzare efficacemente questo obiettivo, auspichiamo che le Caritas diocesane incoraggino e sostengano le varie e benemerite espressioni del servizio caritativo - alle quali va pure il nostro cordiale plauso e riconoscimento - e ne curino il coordinamento.

Evidenzino inoltre la loro "prevalente funzione pedagogica", promuovendo e attivando, nel corso di questo decennio, la Caritas parrocchiale in ogni comunità.

- Un apprezzamento particolarissimo rivolgiamo all'opera vasta e articolata, anche se umile e spesso nascosta, dei tanti istituti religiosi maschili e femminili che sono sorti con il carisma del servizio di carità per i poveri, espresso nella cura dei malati e degli anziani, degli handicappati, degli orfani, dei carcerati …

La storia della Chiesa in Italia è segnata dalle grandi opere dei Santi della carità!

Invitiamo ogni istituto ad essere fedele al suo carisma originario e nello stesso tempo ad aprirsi con coraggio profetico alle nuove urgenze, riconvertendo - dove necessario - le sue strutture e i suoi metodi per far fronte ai bisogni attuali dei fratelli, e orientando le proprie opere caritative, educative e sociali verso le aree geografiche e le fasce sociali più povere.

- L'esperienza sempre più diffusa del volontariato è un'ulteriore, forte testimonianza del servizio delle nostre Chiese in risposta alle diverse povertà e un segno della vitalità etica e sociale del vangelo della carità.

Queste energie di volontariato, molteplici e generose anche se non sempre costanti e profondamente motivate, potranno consolidarsi attraverso un maturo cammino di fede.

Cresceranno così sia l'educazione al senso umano e cristiano della gratuità e del servizio, sia il necessario coordinamento delle forze e delle iniziative, nel rispetto della giusta libertà e creatività di ciascuno.

- Negli ospedali e nelle case di cura, dove la carità si misura con il mistero della sofferenza e dove più grave è il costo di ogni mancanza di attenzione alla dignità della persona, occorre assicurare sempre l'assistenza religiosa dei degenti, promuovere capillarmente la formazione morale e spirituale degli operatori sanitari, sviluppare una presenza costante del volontariato e ancor più salvaguardare lo spazio dei legami familiari, poichè la famiglia resta in ogni situazione, la più originaria espressione dell'amore e della condivisione.

49. - Nel contesto di mondialità che va decisamente affermandosi, emergono delle precise responsabilità che la comunità ecclesiale non può disattendere o ritenere secondarie.

- Il crescente movimento immigratorio è destinato ad ampliare la presenza dei terzomondiali e dei rifugiati nel nostro paese.

Il fenomeno - che è già stato oggetto della nostra attenzione60 - va affrontato con adeguate e tempestive politiche sociali, economiche e culturali, facendosi guidare dal senso della giustizia che rispetta i diritti di ogni uomo e al contempo ne richiama i doveri, e soprattutto dallo spirito di carità che si esprime nella solidarietà verso chi ha più bisogno.

I credenti e l'intera comunità ecclesiale, senza ignorare la complessità dei problemi e impegnandosi decisamente per rimuovere le cause che spingono questi nostri fratelli ad abbandonare i loro paesi, devono avere sempre nel cuore e tradurre in scelte di vita le parole del Signore: "ero forestiero e mi avete ospitato" ( Mt 25,43 ).

- Come cristiani non possiamo non avvertire il grave disordine morale che è connesso con la produzione e ancor più con il commercio delle armi;61 con l'adozione di piani economici fondati sullo sfruttamento, diretto o indiretto, delle risorse e delle energie di lavoro delle nazioni più povere; con forme di produzione e di gestione dei beni che non rispettino la giustizia sociale e che provochino il degrado della natura.

Tutti i credenti devono assumere come proprie queste responsabilità sociali, culturali e anche propriamente politiche.

3. - Per una presenza responsabile dei cristiani nel sociale e nel politico

50. - All'inizio dello scorso decennio chiedevamo alle nostre comunità di assumere maggiormente, nella pedagogia della fede, l'impegno formativo dei laici ad essere "soggetti attivi e responsabili di una storia da fare alla luce del vangelo".62

Questo invito ha trovato largo ascolto.

Ne prova la nascita di un notevole numero di "scuole" di formazione all'impegno sociale e politico, ad iniziativa sia delle diocesi sia di associazioni e movimenti,63 e soprattutto la forte ripresa di interesse e di accoglienza per la dottrina sociale della Chiesa.

Le Settimane Sociali dei cattolici italiani, che, profondamente rinnovate nelle modalità, stanno per riprendere il loro cammino, intendono costituire un luogo di incontro e uno strumento di elaborazione culturale perche l'insegnamento della Chiesa e la ricerca dei credenti si misurino con i problemi di una società in rapido divenire e individuino obiettivi e vie di sviluppo concretamente perseguibili e in sintonia con il vangelo della carità.64

Sono aumentati tra i cristiani non soltanto la riflessione e lo studio, ma anche l'attenzione e la volontà di impegno riguardo ai problemi attuali della politica, dell'economia, della società nel suo insieme.

Appare quindi ridimensionata una certa tendenza a limitare l'orizzonte del servizio sociale a coloro con cui sia possibile un rapporto diretto e che versino in necessità immediate.

Al contempo però si dilatano nell'opinione pubblica la disaffezione e la sfiducia verso le forze politiche e le stesse istituzioni, con pesanti conseguenze sulla solidarietà sociale e sulla stessa coesione nazionale.

51. - In questa situazione, vogliamo delineare alcune responsabilità che toccano i credenti e, in particolare, gli uomini di cultura, i politici e gli operatori economici.

- Un ruolo primario nella formazione delle opinioni e dei convincimenti, e per conseguenza dei comportamenti sia personali sia collettivi, è svolto oggi dagli uomini della cultura e della comunicazione sociale.

Invitiamo pertanto i cristiani ad impegnarsi con coraggio e spirito di iniziativa in questo amplissimo settore e ad operarvi con sincero desiderio di verità, cercando costantemente di promuovere l'incontro tra la fede e la cultura, la formazione di una mentalità più fraterna e solidale, più capace di riconoscere la dignità inviolabile di ogni essere umano, e quindi di sostenere scelte personali ed orientamenti economici e politici in sintonia con tali valori.

- Ancora più dirette, in ordine alla promozione del bene comune, sono le responsabilità dei politici e dei pubblici amministratori.

È loro richiesto di fornire agli occhi di tutti serie garanzie di competenza, moralità e chiarezza, agendo in coerenza con la fede e l'etica cristiana e sapendo anteporre le esigenze del bene comune agli interessi personali o di gruppo.

D'altra parte, in uno stato democratico le responsabilità politiche non sono monopolio di poche persone, ma coinvolgono, anche se in maniera differenziata, la generalità dei cittadini.

Ciascuno dunque è chiamato alla partecipazione e a compiere scelte coerenti, tenendo conto in particolare della conformità dei programmi proposti e degli indirizzi concretamente seguiti dalle forze politiche con i valori intorno ai quali deve convergere l'impegno dei cristiani.

- A proposito della vita politica viene da tempo sollevata quella che si suole definire la "questione morale", che in realtà si riferisce però a spazi più ampi del tessuto sociale.

Essa mette in evidenza la necessità che coloro che, a qualsiasi titolo, hanno responsabilità di guida, diano testimonianza, anzitutto con la propria vita e con il modo di condurre il proprio ufficio, di quei valori superiori che stanno a fondamento della convivenza civile.

Ma coinvolge anche, non come semplice spettatore, ogni cittadino che, con i suoi comportamenti nel lavoro, negli affari, nella vita familiare, ed esercitando i suoi diritti e doveri politici, contribuisce a rendere più o meno sano e respirabile il clima del proprio ambiente e dell'intero paese.

- In questi anni hanno acquisito ulteriore rilievo le funzioni, e quindi le responsabilità, che competono agli operatori economici nella vita sociale.

Parallelamente è cresciuto l'interesse per il rapporto tra etica ed economia, negli studiosi come negli operatori.

Vediamo in questi sviluppi una potenzialità fortemente positiva, nella misura in cui diventa chiaro che le istanze etiche non si aggiungono dall'esterno all'economia, come ad ogni altra attività umana.

Al contrario, per raggiungere anche al proprio livello - e nel rispetto della sua legittima autonomia - risultati validi e duraturi, l'economia deve promuovere un'organizzazione del lavoro e dei processi di produzione rispondente ai criteri della dignità umana, e un'equa distribuzione del reddito.

E l'etica deve farsi carico dei grandi processi dello sviluppo economico e dei loro dinamismi interni, che si pongono sempre più su scala mondiale.

Invitiamo pertanto gli studiosi e gli operatori economici, come i sindacalisti e gli altri operatori sociali, ad impegnarsi con fiducia per far sempre meglio risaltare questo profondo nesso tra economia e morale, dandone testimonianza integrale nel proprio lavoro e nella propria condotta di vita.

52. - Tra i problemi cruciali e determinanti per il prossimo decennio e per il futuro del paese, vogliamo particolarmente segnalare la politica del Mezzogiorno, quella della famiglia e quella della scuola.

- Nel nostro recente documento sul Mezzogiorno d'Italia abbiamo scritto che "la questione meridionale implica sostanzialmente l'esistenza di una crisi che è di tutto il paese e non solo del Mezzogiorno", e che "il problema della disoccupazione giovanile meridionale si configura … - per ragioni economiche, sociali e morali - come la più grande questione nazionale per gli anni '90".65

Nel confermare tali considerazioni, rinnoviamo l'impegno delle comunità cristiane e facciamo appello all'intero paese perché il Meridione possa intraprendere un processo di sviluppo rispondente alle sue capacità e caratteristiche, che trovi nella sua stessa gente la principale forza propulsiva.

In questa linea ci impegniamo anche, con ferma decisione, a combattere e sradicare, anzitutto con la formazione delle coscienze, il tragico fenomeno della criminalità di stampo mafioso, che si rivela sempre più una pesantissima ipoteca sulla nostra convivenza civile.

Nella lotta contro queste organizzazioni delinquenziali, il doveroso rigore delle leggi e la loro efficacia coercitiva non vengono contraddetti, ma piuttosto aiutati a raggiungere il proprio fine, dall'annuncio e dalla testimonianza vissuta della misericordia, della riconciliazione e del perdono: solo questi infatti possono sconfiggere alla radice quella pseudocultura di morte, sopraffazione e vendetta che tiene insieme la mafia.

- Nella prospettiva del bene comune del paese, della nuova Europa da costruire insieme e del servizio allo sviluppo integrale dell'umanità, non si giustificano le varie forme di chiusure particolaristiche che insidiano il tessuto sociale, politico e culturale della nazione: siano esse di stampo corporativo, a livello professionale ed economico, o invece facciano leva su caratteristiche anche positive della propria gente e della propria terra, finendo però col trasformarle in motivi di divisione e di discordia.

Senza misconoscere le obiettive situazioni di malessere che tali tendenze denunciano, e a cui occorre far fronte, l'impegno della comunità ecclesiale non può non camminare nella direzione del rafforzamento di una solidale e unitaria coscienza comune, all'interno della quale le diversità siano stimolo di crescita e non motivo di divisione.

- Di fronte al ruolo essenziale che svolgono le famiglie nel concreto della nostra vita sociale, alla molteplicità dei problemi di cui si fanno carico, e d'altro lato alle difficoltà da cui sono minacciate, è interesse primario della collettività nazionale accordare finalmente una reale priorità alle politiche sociali a favore della famiglia, riguardanti la previdenza, il trattamento fiscale, la casa, i servizi sociali e quel complesso di condizioni per cui la maternità non sia socialmente penalizzata.66

- Il difficile inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e ancor più la diffusa realtà del disagio giovanile e la precarietà dei rapporti tra le generazioni, che già abbiamo richiamato, mettono in luce come accanto alla famiglia meriti speciale attenzione quel grande luogo di formazione della persona e di elaborazione e di trasmissione della cultura che è la scuola.

Anche qui occorre una politica globale, che valorizzi tutte le risorse e le iniziative di cui dispone la nostra società, senza indugiare in ingiuste e anacronistiche discriminazioni, ma muovendosi invece nel contesto già attuale dell'Europa unita e della crescente comunicazione e interdipendenza a livello mondiale.

In questo quadro anzitutto la comunità cristiana è chiamata a un impegno più forte e consapevole, per sostenere e valorizzare la scuola cattolica e per riproporne la presenza nella società italiana, quale tema di libertà civile e di pubblico interesse.

Indice

56 Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens, n. 8
57 Cf. Lumen gentium, n. 8; cf. anche Gaudiurn et spes, n. 88
58 Cf. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Salvifici doloris, n. 24
59 Statuto della Caritas Italiana, art. 1
60 Cf. C.E.I., Comm. Eccl. Giustizia e pace,
Nota past. Uomini di culture diverse: dal conflitto alla solidarietà ( 25 marzo 1990 )
61 Cf. Sollicitudo rei socialis, n. 24
62 C.E.I., Cons. Ep. Permanente
Doc. La Chiesa italiana e le prospettive del Paese, nn. 22-23 ( 23 ottobre 1981 )
63 Cf. C.E.I., Comm. Ep. per i Problemi Sociali e il Lavoro,
Nota past. La formazione all'impegno sociale e politico ( 1 maggio 1989 )
64 Cf. C. E.I., Nota past. ( 30 novembre 1988 )
Ripristino e rinnovamento delle Settimane Sociali dei cattolici italiani
65 Sviluppo nella solidarietà. - Chiesa italiana e Mezzogiorno, nn. 8-9
66 Cf. C.E.I., Evangelizzazione e cultura della vita umana, n. 55