Le Aggregazioni Laicali nella Chiesa

Indice

Premessa

1. - Una nuova stagione aggregativa

La presenza di molteplici forme aggregative dei fedeli laici segna positivamente la fase attuale della vita della Chiesa.

Se sempre nella sua storia "l'aggregarsi dei fedeli ha rappresentato in qualche modo una linea costante, come testimoniano sino ad oggi le varie confraternite, i terzi ordini e i diversi sodalizi, esso ha però ricevuto uno speciale impulso nei tempi moderni".

Anche per la Chiesa in Italia possiamo parlare di "una nuova stagione aggregativa l dei fedeli laici".1

A queste aggregazioni noi Vescovi guardiamo con, attenzione, con speranza e fiducia.

Sono, infatti, significative modalità di vita cristiana e luoghi di formazione, dove i fedeli laici ricevono aiuto per meglio conoscere la loro dignità battesimale e per partecipare attivamente alla vita e alla missione della Chiesa.

Nella varietà dei carismi, dei metodi e dei campi di azione, i fedeli laici trovano ulteriori occasioni per incontrarsi e vivere la loro appartenenza alla Chiesa, maturare nella vita di fede ed essere testimoni della vita e della risurrezione del Signore Gesù davanti al mondo.

Con la presente Nota, in comunione con il Santo Padre Giovanni Paolo II, intendiamo

riaffermare la ragione ecclesiologica delle aggregazioni laicali e il loro diritto di presenza nella Chiesa,

favorire e rinsaldare il dialogo tra loro e quello di ciascuna con le altre realtà ecclesiali,

accompagnare la necessaria opera di discernimento con la guida autorevole e con l'incoraggiamento.

In particolare, mentre riprendiamo i contenuti della Nota pastorale del 22 maggio 1981 sui Criteri di ecclesialita dei gruppi, movimenti e associazioni,2 intendiamo rispondere al bisogno di svilupparne i contenuti e gli orientamenti alla luce del Codice di Diritto Canonico del 1983, dell'Esortazione apostolica Christifideles laici di Giovanni Paolo II e dei successivi documenti della Conferenza Episcopale Italiana, in particolare del documento Evangelizzazione e testimonianza della carità.3

La Nota vuole pure rispondere alle istanze presenti oggi nella vita della Chiesa, chiamata ad una "nuova evangelizzazione", come anche alle esigenze di una convinta e salda testimonianza di comunione e unità ecclesiale: sono, queste, dimensioni essenziali, oggi particolarmente urgenti, nella delicata fase che il nostro Paese sta attraversando.

2. - La varietà delle realtà aggregative e loro denominazioni

È vasta la tipologia delle molteplici forme aggregative.

La stessa terminologia, con la quale sono identificate, è abbastanza varia e non sempre è intesa alla stesso modo.

L'Esortazione Christifideles laici parla di "associazioni, gruppi, comunità e movimenti".4

Questi e altri nomi che potrebbero essere impiegati lasciano intendere quanto il fenomeno aggregativo sia ampio e differenziato.

Allo scopo di orientare in tanta diversità, la Nota pastorale del 1981 aveva offerto alcune indicazioni di massima, le quali, pur nei limiti della loro provvisorietà funzionale, sono valide ancora oggi.

Le richiamiamo sinteticamente.

Col nome di associazioni si indicano le aggregazioni che hanno una struttura organica ed istituzionalmente caratterizzata quanto alla composizione degli organi direttivi e all' adesione dei membri.

Il nome di movimenti è attribuito a quelle realtà aggregative nelle quali l'elemento unificante non è tanto una struttura istituzionale quanto l'adesione « vitale » ad alcune idee-forza e ad uno spirito comune.

Sono denominati gruppi le aggregazioni di vario tipo che sono caratterizzate da una certa spontaneità di adesione, da ampia libertà di auto-configurazione e dalle dimensioni alquanto ridotte, che permettono una maggiore omogeneità tra gli aderenti.5

In un campo nel quale ben raramente si danno realtà rigide e fisse, non sempre i termini di associazione, movimento e gruppo corrispondono alla figura sostanziale che designano.6

Per questo, in rapporto alle diverse realtà aggregative dei fedeli laici, la presente Nota preferisce usare il termine generico di aggregazione.

In ogni caso, la molteplicità delle aggregazioni di fedeli laici, come pure la varietà delle forme, dei metodi e dei campi operativi, trovano il loro momento di convergenza nel loro scopo di "partecipare responsabilmente alla missione della Chiesa di portare il Vangelo di Cristo come fonte di speranza per l'uomo e di rinnovamento per la società".7

3. - Le organizzazioni di ispirazione cristiana

Particolare fisionomia assumono le associazioni ecclesiali di animazione cristiana delle realtà temporali, il cui impegno specifico è la pastorale sociale.

Distinte da queste sono le "organizzazioni di ispirazione cristiana", nelle quali i fedeli laici, interpretando le diverse situazioni culturali, professionali, sociali e politiche, agiscono in nome proprio, come cittadini, guidati dalla coscienza cristiana.

Alla luce e con la forza della fede, essi operano nelle realtà temporali sotto la propria responsabilità personale o collettiva, per farle crescere secondo le prospettive di un autentico umanesimo plenario.

Queste realtà associative sono strumenti concreti per una efficace azione dei cristiani nel mondo, anche se, come ha ricordato il Concilio, questa loro azione è distinta da quella che i cristiani compiono in nome della Chiesa in comunione con i loro pastori.8

Se l'autorità pastorale della Chiesa non assume una diretta responsabilità, nel senso che "non spetta ai pastori della Chiesa intervenire direttamente nella costruzione politica e nell'organizzazione della vita sociale.

Questo compito rientra nella vocazione dei laici, che agiscono di propria iniziativa con i loro concittadini",9 tuttavia i Pastori riconoscono il ruolo decisivo di una simile presenza organizzata nel sociale.

Infatti l'operare dei laici "non può mai essere svincolato [ … ], sul piano dottrinale e morale, dal riferimento al messaggio del Vangelo, dal riferimento, in concreto, alla dottrina sociale della Chiesa.

Le attività dei laici nelle realtà temporali non possono prescindere da questo riferimento negli obiettivi che perseguono e nemmeno nei mezzi, nei metodi, nello stile da essi adottati".10

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1 Giovanni Paolo II, Esort. apost. Christifideles laici, n. 29 ( 30 dicembre 1988 ).
2 Cf. Comm. Ep. Apostolato dei laici,
Criteri di ecclesialità dei gruppi, movimenti e associazioni ( 22 maggio 1981 ).
3 C.E.I., Doc. past. Evangelizzazione e testimonianza della carità ( 8 dicembre 1990 ).
4 Christifideles laici, n. 29
5 Cf. Criteri di ecclesialità, n. 6
6 Cf. Ivi, n. 7
7 Christifideles laici, n. 29
8 Cf. Gaudium et spes, n. 76
9 Congr. Dottrina della Fede, Istruzione Libertatis conscientia, n. 80 ( 22 marzo 1986 )
10 C.E.I., Doc. past. Evangelizzare il sociale.
Orientamenti e direttive pastorali, nn.74-75 ( 22 novembre 1992 );
Cf. più diffusamente Criteri di eccelsialità, n. 11 e le note 3-5