Catechismo della Chiesa Cattolica

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III. Gesù e la fede d'Israele nel Dio unico e Salvatore

587 Se la Legge e il Tempio di Gerusalemme hanno potuto essere occasione di « contraddizione » ( Lc 2,34 ) da parte di Gesù per le autorità religiose di Israele, è però il suo ruolo nella redenzione dei peccati, opera divina per eccellenza, a rappresentare per costoro la vera pietra d'inciampo. ( Lc 20,17-18; Sal 118,22 )
588 Gesù ha scandalizzato i farisei mangiando con i pubblicani e i peccatori ( Lc 5,30 ) con la stessa familiarità con cui pranzava con loro. ( Lc 7,36; Lc 11,37; Lc 14,1 )
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Contro quelli tra i farisei « che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli altri » ( Lc 18,9; Gv 7,49;
Gv 9,34 ), Gesù ha affermato: « Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi »
( Lc 5,32 ).

Si è spinto oltre, proclamando davanti ai farisei che, essendo il peccato universale, ( Gv 8,33-36 ) coloro che presumono di non aver bisogno di salvezza, sono ciechi sul proprio conto. ( Gv 9,40-41 )

589 Gesù ha suscitato scandalo soprattutto per aver identificato il proprio comportamento misericordioso verso i peccatori con l'atteggiamento di Dio stesso a loro riguardo. ( Mt 9,13; Os 6,6 )
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È arrivato a lasciar intendere che, sedendo a mensa con i peccatori, ( Lc 15,1-2 ) li ammetteva al banchetto messianico. ( Lc 15,23-32 )

Ma è soprattutto perdonando i peccati, che Gesù ha messo le autorità religiose di Israele di fronte a un dilemma.

Infatti, come costoro, inorriditi, giustamente affermano, solo Dio può rimettere i peccati. ( Mc 2,7 )

Perdonando i peccati, Gesù o bestemmia perché è un uomo che si fa uguale a Dio, ( Gv 5,18; Gv 10,33 ) oppure dice il vero e la sua Persona rende presente e rivela il Nome di Dio. ( Gv 17,6; Gv 17,26 )

590 Soltanto l'identità divina della Persona di Gesù può giustificare un'esigenza assoluta come questa: « Chi non è con me è contro di me » ( Mt 12,30 );

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altrettanto quando egli dice che in lui c'è « più di Giona … più di Salomone » ( Mt 12,41-42 ), « c'è qualcosa più grande del Tempio » ( Mt 12,6 ); quando ricorda, a proprio riguardo, che Davide ha chiamato il Messia suo Signore, ( Mt 12,36.37 ) e quando afferma: « Prima che Abramo fosse, Io Sono » ( Gv 8,58 );
e anche: « Io e il Padre siamo una cosa sola » ( Gv 10,30 ).

591 Gesù ha chiesto alle autorità religiose di Gerusalemme di credere in lui a causa delle opere del Padre che egli compiva. ( Gv 10,36-38 )
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Un tale atto di fede, però, doveva passare attraverso una misteriosa morte a se stessi per una rinascita
« dall'alto » ( Gv 3,7 ), sotto lo stimolo della grazia divina. ( Gv 6,44 )

Una simile esigenza di conversione di fronte a un così sorprendente compimento delle promesse ( Is 53,1 ) permette di capire il tragico disprezzo del sinedrio che ha stimato Gesù meritevole di morte perché bestemmiatore. ( Mc 3,6; Mt 26,64-66 )

I suoi membri agivano così per « ignoranza » ( Lc 23,34; At 3,17-18 ) e al tempo stesso per l'« indurimento » ( Mc 3,5; Rm 11,25 ) dell'incredulità. ( Rm 11,20 )

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