Catechesi tradendae

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Gli Istituti di formazione

71 Un tale contributo dei laici, del quale noi dobbiamo essere riconoscenti al Signore, costituisce nello stesso tempo una sfida per la nostra responsabilità di pastori.

Questi catechisti laici, infatti, debbono essere accuratamente formati a quel che è, se non un ministero formalmente istituito, per lo meno una funzione di grandissimo rilievo nella chiesa.

Ora una tale formazione ci sollecita ad organizzare dei centri ed istituti appropriati, che siano assiduamente seguiti dai vescovi.

È, questo, un settore nel quale si rivela feconda e fruttuosa una collaborazione diocesana, interdiocesana, anzi nazionale.

Ed è qui, parimenti, che l'aiuto materiale, offerto dalle chiese più favorite alle loro sorelle più povere, avrà modo di manifestare la sua massima efficacia: che cosa di meglio può offrire una chiesa ad un'altra chiesa, se non aiutare a crescere da se stessa come chiesa?

A tutti coloro che lavorano generosamente al servizio del vangelo ed ai quali ho qui espresso il mio vivo incoraggiamento, io vorrei rammentare una consegna che era cara al mio venerato predecessore Paolo VI: « In quanto evangelizzatori, noi dobbiamo offrire ( … ) l'immagine ( … ) di persone mature nella fede, capaci di ritrovarsi insieme al di sopra delle tensioni concrete, grazie alla ricerca comune, sincera e disinteressata della verità.

Sì, la sorte dell'evangelizzazione è certamente legata alla testimonianza di unità data dalla chiesa.

È questo un motivo di responsabilità, ma anche di conforto »121

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121 Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 77