Catechesi tradendae

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Lo Spirito santo, maestro interiore

72 Al termine di questa esortazione apostolica, lo sguardo del cuore si volge verso colui che è il principio ispiratore di tutta l'opera catechetica, e di coloro che la compiono: lo Spirito del Padre e del Figlio, lo Spirito santo.

Nel descrivere la missione che tale Spirito avrebbe avuto nella chiesa, Cristo adopera queste parole significative: « Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto ». ( Gv 14,26 )

Ed aggiunge: « Quando… verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera…, vi annunzierà le cose future ». ( Gv 16,13 )

Lo Spirito è, dunque, promesso alla chiesa ed a ciascun fedele come un Maestro interiore che, nel segreto della coscienza e del cuore, fa comprendere ciò che s'è bensì udito, ma che non si è in grado di afferrare.

« Lo Spirito santo istruisce fin d'ora i fedeli - diceva a questo proposito sant'Agostino - nella misura in cui ciascuno è capace di intendere le cose spirituali, e accende nel loro cuore un desiderio di conoscere tanto più vivo quanto più ognuno progredisce nella carità, grazie alla quale ama le cose che già conosce e desidera conoscere quelle che ignora ».124

Missione dello Spirito è, inoltre, quella di trasformare i discepoli in testimoni di Cristo: « Egli mi renderà testimonianza e anche voi mi renderete testimonianza ». ( Gv 15,26s )

Ma c'è di più.

Secondo san Paolo, che sintetizza su questo punto una teologia latente in tutto il Nuovo Testamento, è tutto l'« essere cristiano », tutta la vita cristiana, vita nuova di figli di Dio, che è una vita secondo lo Spirito. ( Rm 8,14-17; Gal 4,6 )

Soltanto lo Spirito ci consente di dire a Dio: « Abbà, Padre! ». ( Rm 8,15 )

Senza lo Spirito noi non possiamo dire: « Gesù è Signore ». ( 1 Cor 12,3 )

Dallo Spirito provengono tutti i carismi che edificano la chiesa, comunità di cristiani. ( 1 Cor 12,4-11 )

È in questo senso che san Paolo affida ad ogni discepolo di Cristo la consegna: « Siate ricolmi dello Spirito ». ( Ef 5,18 )

Sant'Agostino è molto esplicito: « Il fatto che crediamo ed operiamo ci appartiene in ragione della libera scelta della nostra volontà, e tuttavia l'uno e l'altro vien dato dallo Spirito di fede e di carità ».131

La catechesi, che è crescita nella fede e maturazione della vita cristiana verso la pienezza, è conseguentemente opera dello Spirito santo, opera che egli soltanto può suscitare ed alimentare nella chiesa.

Questa costatazione, nata dalla lettura dei testi or ora citati come anche di altri numerosi passi del nuovo testamento, ci conduce a due convinzioni.

Innanzitutto, è chiaro che la chiesa, quando adempie la missione, che è sua, di far catechesi - come, del resto, ogni cristiano che in tale missione s'impegna nella chiesa ed in nome della chiesa - deve essere pienamente cosciente di agire come strumento vivente e docile dello Spirito santo.

Invocare costantemente questo Spirito, essere in comunione con lui, sforzarsi di conoscere le sue autentiche ispirazioni, deve essere l'atteggiamento della chiesa docente e di ogni catechista.

È necessario, poi, che il desiderio profondo di comprendere meglio l'azione dello Spirito e di abbandonarsi sempre maggiormente a lui - dato che « stiamo vivendo nella chiesa un momento privilegiato dello Spirito », come rilevava il mio predecessore Paolo VI nella sua esortazione apostolica Evangelii nuntiandi132 - susciti un risveglio catechetico.

In effetti, il « rinnovamento nello Spirito » sarà autentico ed avrà una vera fecondità nella chiesa, non tanto nella misura in cui susciterà carismi straordinari, quanto piuttosto nella misura in cui porterà il più grande numero possibile di fedeli, sulle strade della vita quotidiana, allo sforzo umile, paziente, perseverante per conoscere sempre meglio il mistero di Cristo e per testimoniarlo.

Io qui invoco sulla chiesa catechizzante questo Spirito del Padre e del Figlio, e lo supplico di rinnovare in essa il dinamismo catechetico.

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124 In Ioannis Evangelium Tractatum, 97, 1: PL 35, 1877
131 Retractationum liber I, 23, 2: PL 32, 621
132 Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 75