Formazione dei futuri Sacerdoti

Indice

II. Al secondo livello: Formazione pastorale

20. I tre scopi

Il secondo livello di formazione specificamente pastorale da impartire, quindi, durante i curricoli filosofico e teologico a tutti indistintamente quanti si avviano al ministero sacerdotale si proponga tre scopi:

a) addestrare gli interessati all'uso corretto degli strumenti della comunicazione sociale e, in genere, di ogni tecnica di espressione e di comunicazione, nelle attività pastorali, quando e come le circostanze lo comportino;32

b) formarli, in questo campo, maestri e guide degli altri ( recettori in genere, educatori, e quanti operino nei mass media ) con l'insegnamento, la catechesi, la predicazione, ecc., e come consulenti, confessori, direttori spirituali;

c) soprattutto sensibilizzarli e prepararli a un necessario continuato adeguamento della loro futura attività pastorale, compresa quella d'inculturazione della fede e della vita cristiana nelle diverse Chiese particolari,33 in un mondo psicologicamente e socialmente condizionato dai mass media,34 e ormai dalla tele ( infor ) matica.35

21. Addestramento pratico

L'insostituibile funzione del ministero della parola nell'apostolato sacerdotale richiede la necessaria formazione, teorica e pratica, del futuro sacerdote all'arte del dire.

Per conseguire il primo di detti scopi, cioè la formazione teoretica all'uso pastorale dei mass media, converrà, innanzi tutto, istruire gli alunni sulle modalità espressivo-comunicative ( i cosiddetti "linguaggi" ) proprie ai singoli strumenti, in relazione ai "messaggi" che s'intendono comunicare, e alle caratteristiche recettive delle varie "udienze".

E ciò mediante lezioni metodiche, da approfondire con analisi critico-comparate di pubblicazioni e di programmi tipo, attuali o di repertorio.

Inoltre, occorrerà esercitarli, possibilmente con l'apporto di esperti esterni, nel retto uso degli stessi strumenti: nella dizione e nel comportamento avanti ai microfoni, alle cineprese e alle telecamere, specialmente nelle azioni liturgiche.

Allo scopo gioveranno anche l'elaborazione e poi le discussioni collegiali, di interviste, di servizi giornalistici, di shorts pubblicitari e di programmi radio e televisivi.

Ciò può riferirsi ai periodici interni al seminario e, in circuiti chiusi, sia alle prestazioni esterne, ad esempio: nelle parrocchie, nelle scuole e nella stampa locale, religiosa e laica.

In particolare vanno incoraggiate e, se necessario e possibile, sussidiate le pubblicazioni del seminario quali preziosi veicoli per stimolare ed esercitare la creatività degli alunni.

22. Sussidi didattico-pastorali

In questo addestramento pratico all'uso pastorale dei mass media si dedichi una conveniente attenzione anche ai vari altri mezzi e tecniche di espressione e di comunicazione, che possono presentarsi come similari o sussidiari.

Tra questi risalta il teatro.

Se ne raccomanda la cura per addestrare i futuri sacerdoti a bene intenderlo e valutarlo quando, come molto spesso avviene, venga programmato dai mass media,36 ed anche perché la produzione e l'interpretazione personale di testi teatrali contribuisce ad affinare le capacità comunicative degli alunni avanti al pubblico, e a prepararli al lavoro di gruppo.

Vengono, poi, i dischi, le audio e videocassette, le diapositive e le filmine, i vari group media, multimedia e minimedia, e gli audiovisivi in genere, che nel loro modico costo e facilità d'uso possono offrire particolari vantaggi didattico-pastorali, specialmente nella catechesi e nell'animazione di gruppo.

23. "L'uomo totale"

Per conseguire gli altri due scopi di questa formazione pastorale converrà non ignorare, almeno nei loro punti essenziali, le varie tematiche socioculturali: tecnologia, telematica, antropologia culturale, sociologia, economia, semiologia e linguistica, psicologia e pedagogia, ecc. in quanto connesse con la comunicazione umana attuata con i mass media e con le tecnologie più recenti.

Nelle stesse tematiche si inquadrerà quella propriamente religiosa e morale-pastorale degli strumenti della comunicazione sociale.

Conviene, infatti, tener sempre presente l'"uomo totale", che gli stessi strumenti investono sotto l'aspetto individuale e sociale, prima come uomo, poi come credente e cristiano; la cui piena tutela e promozione, specialmente oggi, la Chiesa assume come compito della propria cura pastorale.37

In questa cura pastorale occorre che il sacerdote si adegui, tanto nella didattica, per rendere comprensibile agli uomini d'oggi il messaggio della salvezza, quanto nella pedagogia, per renderlo operante.

24. Attitudini comunicative

Questa formazione pastorale, teorica e pratica, all'uso degli strumenti della comunicazione sociale verrà certamente agevolata se nel seminario s'integrerà in un clima di comunicazione degli alunni, tra loro e con i propri docenti.

A tal fine occorre che:

si educhino gli alunni al silenzio interiore, necessario cosi alla vita spirituale come a quella intellettuale, per evitare il frastuono dispersivo dell'odierna comunicazione massmediale; si allenino gli alunni al frequente dialogo interpersonale e di gruppo, curando la proprietà del linguaggio, la chiarezza dell'esposizione e l'efficacia dell'argomentazione, per integrare le comunicazioni prevalentemente unidirezionali e per immagini dei mass media;

i docenti, da parte loro, trattando dei mass media e delle altre materie, curino, senza alcun pregiudizio al rigore scientifico, la massima comunicabilità, eventualmente aggiornando il proprio linguaggio;38

tutti indistintamente, in unione di volontà e di cuori, tendano a "quella comunione che secondo la fede cristiana costituisce il fine primario ed ultimo di ogni comunicazione".39

25. Sussidi e fonti

Per agevolare il lavoro agli alunni, servirà la conoscenza diretta degli autori e degli studi più accreditati, provvedendoli di testi e di riviste, e guidandoli nella discussione critica delle tesi e delle proposte avanzate dagli stessi, soprattutto se suscettibili di rilevanti applicazioni nel comportamento eticomorale dei fedeli e degli uomini in genere, e nella pratica pastorale.

Inoltre, si ricorra all'apporto specialistico di esterni e si agevolino agli alunni ad esempio nell'annuale "Giornata mondiale", dagli stessi opportunamente preparata e celebrata40 frequenti incontri con coloro che operano negli Organismi ecclesiastici dei mass media: diocesani, nazionali e anche internazionali tali l'UCIP per la stampa, l'OCIC per il cinema e l'UNDA per la radiotelevisione , e con gli operatori degli stessi nei loro ambienti professionali.

26. Corsi ed esami

Si consiglia che almeno una parte di questa specifica formazione pastorale venga offerta anche data occasione, trattandone cioè le questioni via via che lo consentano le materie umanistico-sociologiche e filosofico-teologiche.

Tuttavia la disciplina non sia considerata come ausiliaria od opzionale, ma, durante il curricolo filosofico-teologico, lezioni ed esercitazioni s'integrino in corsi organici, con esami finali.

Indice

32 Cf. I Appendice, n. 7:154; n. 11:15; n. 18:68; n. 22:106ss; n. 35
33 Ad gentes divinitus, n. 16, n. 19, n. 22;
Gaudium et spes, n. 44, n. 58, n. 62;
Unitatis redintegratio, n. 4, n. 17;
Orientalium Ecclesiarum, n. 4, n. 5, n. 6;
Pio XII, Enc. Evangelii praecones, 2 giugno 1951;
Giovanni, Enc. Princeps Pastorum, 28 novembre 1959;
Paolo VI, Omelia Hi amicti sunt, tenuta in occasione della canonizzazione dei Martiri Ugandesi, 18 ottobre 1964: Insegnamenti, II, pp. 588-589;
Motu pr. Ecclesiae Sanctae, 6 agosto 1966;
Disc. Greetings to you ai Vescovi dell'Asia, 28 novembre 1970;
Giovanni Paolo II, Cost. Apost. Sapientia christiana, 29 aprile 1979;
Disc. Quelle joie ai Vescovi dello Zaire riuniti a Kinshasa, 3 maggio 1980;
Disc. I am overjoyed, ai Vescovi della Nigeria, 15 febbraio 1982
34 "Senza questa formazione nessuno oggi può esercitare un apostolato efficace nel mondo d'oggi ogni giorno più condizionato da detti strumenti" ( Communio et progressio, n. 111, che rimanda alla Ratio fundamentalis, par. 4 e n. 68 ).
"Gli uomini di oggi vengono come avviluppati e quasi sommersi dal cumulo delle comunicazioni divulgate da questi strumenti, i quali ne modellano continuamente le opinioni e il comportamento in tutti gli aspetti della vita, compreso quello religioso" ( ibid., n. 127 ).
Ma già il 16 giugno 1957 la Congr. del Concilio rilevava la necessità "au sein d'un monde qui se renouveUe, et dont les techniques modernes ont bouleversé la face [ … ] d'adapter les méthodes ( de l'enseignement religieux ) aux conditions psychologiques de l'homme d'aujourd'hui".
Paolo VI, poi, nel Messaggio per la VIII Giornata Mondiale, del 16 maggio 1974, trattava di una "ricerca per un rinnovamento dei metodi di apostolato";
e nell'Allocuzione del 22 giugno 1974 richiamava il dovere di una "formazione pastorale: cercando e chiedendosi [ … ] come servire più efficacemente il mondo nel quale siamo chiamati a vivere e ad operare in nome di Cristo; e di una formazione dottrinale [ … ] adatta ai tempi, che li aiuti a meglio comprendere il mondo"
35 "Il mondo della comunicazione sociale è impegnato oggi in un vertiginoso quanto complesso e imprevedibile sviluppo si parla già di un'epoca tecnotronica, per indicare la crescente interazione fra tecnologia ed elettronica, ed è attraversato da non pochi problemi, connessi con la elaborazione di un nuovo ordine mondiale dell'informazione e della comunicazione, in rapporto con le prospettive dischiuse dall'impiego dei satelliti e dal superamento delle barriere dell'etere.
Si tratta di una rivoluzione che non solo comporta un cambiamento nei sistemi e nelle tecniche di comunicazione, ma coinvolge l'intero universo culturale, sociale e spirituale della persona umana [ … ].
Il giornale, il libro, il disco, il film, la radio, soprattutto il televisore, e adesso il videoregistratore, fino al sempre più sofisticato computer, rappresentano ormai una fonte importante, se non l'unica, attraverso la quale il giovane entra in contatto con la realtà esterna e vive la propria quotidianità" ( Giovanni Paolo II, Messaggio per la XIX Giornata mondiale, 15 aprile 1985.
Sul necessario aggiornamento specifico del clero cf. anche I Appendice, n. 7:154; n. 11:15; n. 12:5; n. 18:68; n. 22:110 e 111; n. 29 e n. 32
36 Al rilievo dell'lnter mirifica sul "teatro, che oggi questi strumenti vanno largamente diffondendo" ( n. 14 ), fa eco la Communio et progressio notando che "lo spettacolo teatrale [ … ] conta oggi pubblici enormi di recettori che, o vi assistono di presenza, o lo seguono trasmesso per radio o dalla televisione" ( n. 158 )
37 "Salvare la persona umana e rinnovare l'umana società: l'uomo nella sua unità e totalità, corpo e anima, cuore e coscienza, intelletto e volontà" ( Gaudium et spes, n. 3 )
38 S. Congr. per l'Educazione Cattolica, Documento su "La formazione teologica dei futuri sacerdoti", 22 febbraio 1976, nn. 76-77
39 Communio et progressio, n. 8. Cf. anche il n. 6: "Fine ultimo di queste invenzioni è [ … ] unire gli uomini in una solidarietà sempre più stretta";
il n. 11: "Comunicare comporta qualcosa di più della semplice espressione di idee e manifestazione di sentimenti.
Infatti la comunicazione è piena quando realizza la donazione di se stessi nell'amore";
il n. 73: "Fine proprio della comunicazione sociale è [ … ] portare gli uomini a una genuina vicendevole comunione";
infine il n. 102: "Da parte sua la Chiesa confida [ … ] che la comunicazione, non soltanto avvicini gli uomini, ma li stringa in una vera e propria comunione"
40 Inter mirifica, n. 18;
e anche Communio et progressio: "Nella quale si studino i problemi più urgenti e le prospettive future degli strumenti di comunicazione, s'incontrino i responsabili dei vari settori" ( n. 100 ).
"Buona occasione per mostrarsi grati e riconoscenti verso quanti attendono a questo settore" ( n. 167 ).
Cf. anche I Appendice, n. 18 e n. 38