Alcuni aspetti della Chiesa intesa come comunione

Indice

III - Comunione delle chiese, eucaristia ed episcopato

11. L'unità o comunione tra le Chiese particolari nella Chiesa universale, oltre che nella stessa fede e nel comune Battesimo, è radicata soprattutto nell'Eucaristia e nell'Episcopato.

È radicata nell'Eucaristia perché il Sacrificio eucaristico, pur celebrandosi sempre in una particolare comunità, non è mai celebrazione di quella sola comunità: essa, infatti, ricevendo la presenza eucaristica del Signore, riceve l'intero dono della salvezza e si manifesta così, pur nella sua perdurante particolarità visibile, come immagine e vera presenza della Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica.49

La riscoperta di un'ecclesiologia eucaristica, con i suoi indubbi valori, si è tuttavia espressa a volte in accentuazioni unilaterali del principio della Chiesa locale.

Si afferma che dove si celebra l'Eucaristia, si renderebbe presente la totalità del mistero della Chiesa in modo da ritenere non essenziale qualsiasi altro principio di unità e di universalità.

Altre concezioni, sotto influssi teologici diversi, tendono a radicalizzare ancora di più questa prospettiva particolare della Chiesa, al punto da ritenere che sia lo stesso riunirsi nel nome di Gesù ( cf. Mt 18,20 ) a generare la Chiesa: l'assemblea che nel nome di Cristo diventa comunità, porterebbe in sé i poteri della Chiesa, anche quello relativo all'Eucaristia; la Chiesa, come alcuni dicono, nascerebbe « dal basso ».

Questi ed altri errori simili non tengono in sufficiente conto che è proprio l'Eucaristia a rendere impossibile ogni autosufficienza della Chiesa particolare.

Infatti, l'unicità e indivisibilità del Corpo eucaristico del Signore implica l'unicità del suo Corpo mistico, che è la Chiesa una ed indivisibile.

Dal centro eucaristico sorge la necessaria apertura di ogni comunità celebrante, di ogni Chiesa particolare: dal lasciarsi attirare nelle braccia aperte del Signore ne consegue l'inserimento nel suo Corpo, unico ed indiviso.

Anche per questo, l'esistenza del ministero Petrino, fondamento dell'unità dell'Episcopato e della Chiesa universale, è in corrispondenza profonda con l'indole eucaristica della Chiesa.

12. Infatti, l'unità della Chiesa è pure radicata nell'unità dell'Episcopato.50

Come l'idea stessa di Corpo delle Chiese richiama l'esistenza di una Chiesa Capo delle Chiese, che è appunto la Chiesa di Roma, che « presiede alla comunione universale della carità,51 così l'unità dell'Episcopato comporta l'esistenza di un Vescovo Capo del Corpo o Collegio dei Vescovi, che è il Romano Pontefice.52

Dell'unità dell'Episcopato, come dell'unità dell'intera Chiesa, « il Romano Pontefice, quale successore di Pietro, è perpetuo e visibile principio e fondamento.53

Questa unità dell'Episcopato si perpetua lungo i secoli mediante la successione apostolica, ed è fondamento anche dell'identità della Chiesa di ogni tempo con la Chiesa edificata da Cristo su Pietro e sugli altri Apostoli.54

13. Il Vescovo è principio e fondamento visibile dell'unità nella Chiesa particolare affidata al suo ministero pastorale,55 ma affinché ogni Chiesa particolare sia pienamente Chiesa, cioè presenza particolare della Chiesa universale con tutti i suoi elementi essenziali, quindi costituita a immagine della Chiesa universale, in essa dev'essere presente, come elemento proprio, la suprema autorità della Chiesa: il Collegio episcopale « insieme con il suo Capo il Romano Pontefice, e mai senza di esso.56

Il Primato del Vescovo di Roma ed il Collegio episcopale sono elementi propri della Chiesa universale « non derivati dalla particolarità delle Chiese,57 ma tuttavia interiori ad ogni Chiesa particolare.

Pertanto, « dobbiamo vedere il ministero del Successore di Pietro, non solo come un servizio "globale" che raggiunge ogni Chiesa particolare dall'"esterno", ma come già appartenente all'essenza di ogni Chiesa particolare dal "di dentro" ».58

Infatti, il ministero del Primato comporta essenzialmente una potestà veramente episcopale, non solo suprema, piena ed universale, ma anche immediata, su tutti, sia Pastori che altri fedeli.59

L'essere il ministero del Successore di Pietro interiore ad ogni Chiesa particolare è espressione necessaria di quella fondamentale mutua interiorità tra Chiesa universale e Chiesa particolare.60

14. Unità dell'Eucaristia ed unità dell'Episcopato con Pietro e sotto Pietro non sono radici indipendenti dell'unità della Chiesa, perché Cristo ha istituito l'Eucaristia e l'Episcopato come realtà essenzialmente vincolate.61

L'Episcopato è uno così come una è l'Eucaristia: l'unico Sacrificio dell'unico Cristo morto e risorto.

La liturgia esprime in vari modi questa realtà, manifestando, ad esempio, che ogni celebrazione dell'Eucaristia è fatta in unione non solo con il proprio Vescovo ma anche con il Papa, con l'ordine episcopale, con tutto il clero e con l'intero popolo.62

Ogni valida celebrazione dell'Eucaristia esprime questa universale comunione con Pietro e con l'intera Chiesa, oppure oggettivamente la richiama, come nel caso delle Chiese cristiane separate da Roma.63

Indice

49 Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 26 § 1;
S. Agostino, In Ioann. Ev. Tract., 26, 13
50 Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 18 § 2, n. 21 § 2, n. 22 § 1
Cf. anche S. Cipriano, De unitate Ecclesiae, 5: PL 4, 516-517;
S. Agostino, In Ioann. Ev. Tract., 46, 5
51 S. Ignazio D'Antiochia, Epist. ad Rom., prol.: PG 5, 685;
cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 13 § 3
52 Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 22 § 2
53 Ibidem, n. 23 § 1
Cf. Costit. dogm. Pastor aeternus;
S. Cipriano, De unitate Ecclesiae, 4: PL 4, 512-515
54 Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 20;
S. Ireneo, Adversus haereses, III, 3, 1-3: PG 7, 848-849;
S. Cipriano, Epist. 27, 1: PL 4, 305-306;
S. Agostino, Contra advers. legis et prophet., 1, 20, 39: PL 42, 626
55 Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 23 § 1
56 Ibidem, n. 22 § 2;
cf. anche n. 19
57 Giovanni Paolo II, Discorso alla Curia Romana, n. 9, 20-XII-1990
58 Giovanni Paolo II, Discorso ai Vescovi degli Stati Uniti d'America, n. 4, 16-IX-1987
59 Cf. Costit. dogm. Pastor aeternus, cap. 3;
Costit. dogm. Lumen gentium, n. 22 § 2
60 Cf. supra, n. 9
61 Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 26;
S. Ignazio D'Antiochia, Epist. ad Philadel., 4: PG 5, 700;
Epist. ad Smyrn., 8: PG 5, 713
62 Cf. Messale Romano, Preghiera Eucaristica III
63 Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 8 § 2