Regola non bollata ( 1221 )

Capitolo III

Del divino ufficio e del digiuno

[9] Dice il Signore: "Questa specie di demoni non si può scacciare se non con la preghiera e col digiuno" ( Cfr. Mc 9,28 ).

E ancora: "Quando digiunate non prendete un'aria melanconica come gli ipocriti" ( Mt 6,16 ).

[10] 3 Perciò tutti i frati, sia chierici sia laici, recitino il divino ufficio, le lodi e le orazioni come sono tenuti a fare.

I chierici recitino l'ufficio e lo dicano per i vivi e per i defunti, secondo la consuetudine dei chierici.

Per i difetti e le negligenze dei frati dicano, ogni giorno, il Miserere mei, Deus ( Sal 51 ) con il Pater noster.

Per i frati defunti dicano il De profundis ( Sal 130 ) con il Pater noster.

E possano avere soltanto i libri necessari per adempiere al loro ufficio.

Anche ai laici che sanno leggere il salterio, sia concesso di averlo; agli altri, invece, che non sanno leggere, non sia concesso di avere alcun libro.

[11] I laici dicano il Credo in Dio e ventiquattro Pater noster con il Gloria al Padre per il mattutino, cinque per le lodi, per l'ora di prima il Credo in Dio e sette Pater noster, con il Gloria al Padre; per terza, sesta e nona, per ciascuna di esse, sette Pater noster; per il vespro dodici, per compieta il Credo in Dio e sette Pater noster con il Gloria al Padre; per i defunti sette Pater noster con il Requiem aeternam; e per le mancanze e le negligenze dei frati tre Pater noster ogni giorno.

[12] E similmente, tutti i frati digiunino dalla festa di Tutti i Santi fino al Natale e dalla Epifania, quando il Signore nostro Gesù Cristo incominciò a digiunare, fino alla Pasqua.

Negli altri tempi poi, eccetto il venerdì, non siano tenuti a digiunare secondo questa norma di vita.

E secondo il Vangelo, sia loro lecito mangiare di tutti i cibi che vengono loro presentati ( Cfr. Lc 10,8 ).

Indice