Giudei

Il termine indica, in primo luogo, gli abitanti della Giudea, regione meridionale della Palestina, assegnato alla tribù di Giuda.

Dopo la morte di Salomone ( 922 a.C. ), il regno fondato da Davide si era diviso dando vita al nord al Regno di Israele, con capitale Samaria, e a sud al Regno di Giuda, con capitale Gerusalemme.

Il regno di Israele fu conquistato dagli assiri nel 722 a.C. e gli israeliti furono deportati o assimilati dai nuovi coloni insediatisi nel paese.

Il regno del sud sopravvisse fino al 587 a.C., quando Gerusalemme tu conquistata da Nabucodonosor e i giudei subirono la deportazione a Babilonia.

Quando i giudei dall'esilio poterono rientrare nella loro terra ( 538 a.C. ), il loro modo di vivere la fede era profondamente mutato.

Privati del Tempio, lontani dalla loro terra, i giudei avevano ritrovato la loro identità culturale e religiosa soprattutto attorno allo studio della Torà e all'osservanza del sabato che divennero tratti distintivi del giudaismo, cioè di quella fase dell'ebraismo inaugurata durante l'esilio e consolidata con le riforme di Esdra e di Neemia.

La sinagoga, luogo di raduno per lo studio e la celebrazione della Torà, divenne espressione tipica del giudaismo, e il ruolo degli scribi, gli interpreti della Parola di Dio, fini per relativizzare quello dei sacerdoti.

Nel Vangelo di Giovanni il termine giudei non indica tutto il popolo, ma il gruppo degli avversari di Gesù, e più precisamente i sadducei e le autorità religiose del Tempio.

v. Ebraismo

Giudeocristiani

Termine con cui vengono indicati quei movimenti all'interno del cristianesimo che in varie epoche e forme hanno sottolineato la continuità e l'affinità del cristianesimo rispetto all'ebraismo.

Del giudeocristianesimo antico, sviluppatesi in Palestina nei primi secoli d.C. nelle comunità di ebrei che avevano aderito al cristianesimo mantenendo la stretta osservanza della Torà ( v. ) mosaica, ci sono giunte solo testimonianze archeologiche o documenti provenienti da avversari, come Ireneo di Lione, i quali lo giudicarono un movimento ereticale incentrato su una cristologia di stampo adozionistico, che riconosceva cioè in Gesù una natura umana "divinizzata" da Dio in seconda istanza e non l'incarnazione del Verbo.

D'altra parte il dibattito sui rapporti con l'ebraismo segnò il cristianesimo delle origini, come testimonia il concilio di Gerusalemme sulla circoncisione dei battezzati ( At 15 ), mentre fino alla distruzione del Tempio ( 70 d.C. ) la comunità cristiana di Gerusalemme, a capo della quale si trovava Giacomo "fratello del Signore" ( Gal 1,19; Gal 2,9.12 ), mantenne un ruolo di riferimento per tutte le altre comunità.

Un importante movimento giudeocristiano fu quello degli ebioniti ( v. ).

... e cristiani Gv 1,19
  Gv 8,39
  At 24,14
  At 13,5.41
  Rm 1,16
  Rm 2,1