Isacco

Patriarca biblico

È il figlio donato da Dio ad Abramo, ormai anziano, e a Sarà, sterile e anch'essa avanti negli anni.

Il nome Isacco ( in ebraico jitzchàq: riderà ) è motivato dal riso di Sarà dinanzi all'annuncio della sua
nascita ( Gen 18,12 ).

Secondo la tradizione ebraica, quando Dio chiese ad Abramo di sacrificare Isacco ( Gen 22 ), Isacco acconsentì volontariamente al suo sacrificio, aiutò il padre Abramo a predisporre l'altare sul monte Moria e lo supplicò di legarlo per evitare che, vinto dalla paura, all'ultimo momento si ribellasse; un angelo inviato da Dio lo salvò dalla morte.

Divenuto anziano e cieco, fu ingannato dal figlio Giacobbe che gli carpì la benedizione.

Il Nuovo Testamento ricorda che Isacco è figlio della promessa e della fede ( Gal 4,28; Eb 11,9 ) ad ammonimento di quanti si sentono giustificati solo perché appartengono alla stirpe di Abramo.

In questo figlio unigenito offerto in sacrificio e salvato dalla morte la tradizione cristiana vede una profezia di Gesù Cristo, il Figlio unigenito del Padre ( Gv 3,16; Rm 8,32 ).

Al riso di Abramo faranno eco il riso di Sara ( Gen 18,12 ) e quello di Ismaele ( Gen 21,9; Gen 21,6 ), altrettante allusioni al nome di Isacco, forma abbreviata di jçhq'el, che significa: « Dio sorrida, sia favorevole » o « ha sorriso, si è mostrato favorevole ».

Il riso di Abramo esprime meno l'incredulità che la sua sorpresa davanti all'enormità della promessa.

Almeno vuole una conferma, che sollecita richiamando l'esistenza di Ismaele, che potrebbe essere l'erede promesso.

Gen 17,17

Sacrificio di ...

Il racconto implica la condanna, pronunziata più volte dai profeti, dei sacrifici di fanciulli ( Lv 18,21+ ).

Vi aggiunge una lezione spirituale più alta: l'esempio della fede di Abramo che trova qui il suo punto culminante.

I Padri hanno visto nel sacrificio di Isacco la figura della passione di Gesù, il Figlio unico.

Gen 22,1

Schedario biblico

Derisione E 63