Timoteo

Lettere a ... e Tito

Lettere di Paolo ai suoi collaboratori ( due a Timoteo, una a Tito ) che fanno parte degli scritti apostolici del Nuovo Testamento.

Sono chiamate Pastorali, perché sono dominate da una prospettiva ecclesiale con una serie di istruzioni per la vita cristiana e dalla preoccupazione di conservare e tramandare fedelmente il "deposito" della fede.

Carattere particolare ha la Seconda lettera a Timoteo, che si presenta come una specie di testamento spirituale in forma di lettera: si rievoca il passato ( 2 Tm 1,3-5; 2 Tm 3,10-11 ), si infonde coraggio e fiducia per il presente colmo di tribolazioni e si aggiunge la prospettiva per il futuro immediato che attende l'apostolo ( 2 Tm 4,6-8.16-18 ).

Gli studiosi sono divisi su chi sia il vero autore, sulla datazione, sul valore delle informazioni biografiche su Paolo che esse contengono.

Oltre alle caratteristiche stilistiche differenti dagli altri scritti paolini, i dati fomiti dalle lettere suppongono un'attività missionaria di Paolo in Oriente successiva al primo arresto e alla prigionia romana di due anni: ma questa nuova presenza di Paolo in Oriente solleva difficoltà di carattere storico che molti ritengono un ostacolo difficilmente superabile per attribuire a Paolo le Pastorali.

Chiunque sia, l'autore è particolarmente impegnato su due fronti: la polemica antiereticale e l'organizzazione della comunità.

In queste comunità era presente un gruppo di dissidenti ( i "falsi dottori" ) che diffondevano tre errori: l'interdizione del matrimonio, l'astinenza da certi alimenti e la negazione della risurrezione dei morti.

Si tratta di errori che distruggono il carattere positivo e religioso del mondo creato affermato dalla tradizione biblica.

Tutto questo porta alla corruzione della fede e al disordine nella famiglia.

L'autore è anche preoccupato di dare una struttura organizzativa alla Chiesa.

Compaiono le figure del diacono, del presbitero e dell'episcopo: costoro ricoprono all'interno della comunità ruoli che solo in un'epoca successiva assumeranno un carattere ben definito.

Resterà ormai aggregato a Paolo ( At 17,14s; At 18,5; At 19,22; At 20,4; 1 Ts 3,2.6; 1 Cor 4,17; 1 Cor 16,10; 2 Cor 1,19; Rm 16,21 ) e rimarrà sino alla fine uno dei suoi più fedeli discepoli ( vedere 1 Tm  e 2 Tm a lui indirizzate ). At 16,1

Concilio Ecumenico Vaticano II

Esortazione di Paolo a ... sul ministero della parola Presbyterorum ordinis 13