Agnosticismo

Dizionario

1) filos. Corrente di pensiero che sostiene l'inconoscibilità di ciò che non può essere verificato scientificamente

2) estens. Sospensione del giudizio, astensione da esso di fronte a problemi religiosi, politici ecc.


L'atteggiamento di chi intende non pronunciarsi su problemi che non rientrano nel campo dei dati dell'esperienza; il termine nacque nell'ambito del positivismo.

Pur senza negare l'esistenza di Dio, l'agnosticismo sostiene che non si può ne conoscerlo ne dimostrare che esiste.

Sostenuto nella forma più rigida da Th. Huxiey nel 1869, è posizione condivisa da tutti coloro che, anche in precedenza, non hanno riconosciuto alla ragione la possibilità di giungere a Dio: I. Kant, per il quale Dio, sottratto alla conoscenza teorica, è un postulato della ragion pratica; F. Schleiermacher, che fonda la religione sul solo sentimento, e G. Jung, che vede Dio come un prodotto delle profondità inconsce dell'io.

Nel concilio Vaticano I la Chiesa cattolica insegna che Dio "può essere conosciuto con certezza mediante la luce naturale della ragione umana a partire dalle cose create".

Questo insegnamento considera l'intelligenza umana come legittimamente aperta al trascendente e in grado di incontrarlo nella sua ricerca di verità.

v. Apofatismo; Ateismo; Catafatismo

Lett. « dottrina del non conoscere ».

Vi possono essere due significati del termine.

Nel primo caso, l'agnosticismo afferma l'impossibilità di una qualche conoscenza, specie su Dio, al di là dell'esperienza quotidiana o della scienza derivata dall'esperienza.

In questo senso, parecchie correnti di filosofia della scienza sono agnostiche nei confronti del problema religioso.

Nel secondo caso, l'agnosticismo credente è la tendenza ad esasperare l'inconoscibilità di Dio e dei suoi attributi da parte della ragione umana, al punto da renderlo ad essa sconosciuto e da predicare così un puro abbandono alla « sola fede » senza appoggi umani.

Dal greco a-gnòsis, "non conoscenza", designa la posizione mentale di chi sospende il suo giudizio sull'esistenza di Dio, sulla sua natura e sul destino dell'uomo, in quanto li considera irraggiungibili dall'intelligenza umana: in teoria si colloca su di un'area di neutralità tra negazione ed affermazione.

Parte dalla constatazione, certo non molto originale, che la mente umana ha dei limiti che non può sorpassare sotto pena di cadere nell'illusione concettuale; il problema consiste però nel definirli: chi per principio circoscrive la conoscibilità ai fatti dell'esperienza scientifica e storica non arriva ovviamente a quanto la trascende, per cui lo dichiara inconoscibile: l'esistenza di Dio e l'immortalità dell'anima non potrebbero quindi essere né affermati né negati.

Nella molteplice ramificazione della corrente le posizioni risultano però assai variegate, tra chi professa o implica l'ateismo e chi lo respinge.

Presenta forme diverse:

postula un Dio lontano e isolato dall'uomo, sul quale nulla è consentito conoscere, né è possibile affermare o negare la sua esistenza, giungendo ad un " indifferentismo ", o, anche, all'" ateismo pratico ".

L'agnosticismo assume parecchie forme.

In certi casi l'agnostico si rifiuta di negare Dio; ammette invece l'esistenza di un essere trascendente che non potrebbe rivelarsi e di cui nessuno sarebbe in grado di dire niente.

In altri casi l'agnostico non si pronuncia sull'esistenza di Dio, dichiarando che è impossibile provarla, così come è impossibile ammetterla o negarla [2127].

L'agnosticismo può talvolta racchiudere una certa ricerca di Dio, ma può anche costituire un indifferentismo, una fuga davanti al problema ultimo dell'esistenza e un torpore della coscienza morale.

Troppo spesso l'agnosticismo equivale a un ateismo pratico.

Storia

Agostino d'Ippona, nella prima delle sue lettere ( Epistolae ), scrive che certi accademici della scuola Platonica sostenevano che "alla natura umana è negata la conoscenza", allontanandosi dalla credenza dei Padri della Chiesa, gli esegeti cristiani, dove invece è supposta anche la conoscenza certa e vera, "per ricondurre gli uomini a ricercare la verità …

Ognuno poi, distolto per quelle argomentazioni da ciò che di saldo e inconcusso aveva creduto di possedere …"

La posizione "agnostica" deriva nell'antichità da Protagora e successivamente dallo scetticismo, che praticava una simile ma più radicale sospensione del giudizio nell'epistemologia, ritenendo tutta la conoscenza umana sempre dubitabile e perfettibile.

Chi dichiara inconoscibile l'esistenza di un dio allo stesso tempo risulta talvolta non convinto della sua esistenza, cosa che rientra in alcune definizioni di ateismo.

Gli agnostici non sono necessariamente indifferenti al problema della fede e all'attività spirituale o religiosa; molti di coloro che stanno attivamente cercando una fede o sono in dubbio, hanno sostanzialmente una posizione agnostica, paragonabile al dubbio metodologico nella filosofia.

Di converso, alcuni atei, pur essendo fondamentalmente scettici circa l'esistenza di una entità superiore, ritengono in via razionale che, così come l'esistenza di questa non si può dimostrare, non si possa neppure negare.

Posizioni agnostiche sono rinvenibili, nella cultura occidentale, sin dall'antichità, ma furono spesso oggetto di attacchi violenti.

Diogene Laerzio riferisce che Protagora fu bandito dagli ateniesi e i suoi libri pubblicamente bruciati dopo che egli scrisse: « Intorno agli dèi non ho alcuna possibilità di sapere né che sono né che non sono.

Molti sono gli ostacoli che impediscono di sapere, sia l'oscurità dell'argomento sia la brevità della vita umana. » ( citato in Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, libro IX, cap. VIII )

La posizione agnostica diviene permanente in vari filosofi post-kantiani.

Come dimostrò Immanuel Kant, nella dialettica trascendentale della critica della ragion pura, la ragione che pretende di parlare dell'incondizionato, il noumeno, cade in contraddizione, tanto per dimostrarne l'esistenza quanto per negarla.


le sue [ Dio ] perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute Rm 1,20
nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare Mt 11,27
Dio nessuno l'ha mai visto Gv 1,18

Concilio Ecumenico Vaticano II

Forme e radici dell'ateismo GS 19
Favorito nel nostro tempo dal progresso scientifico e tecnico GS 57

Magistero

Concilio Vaticano I - Dei Filius Cap IV
Giovanni Paolo II, Eciclica - Fides et ratio 14-9-1998
Ne sono derivate varie forme di agnosticismo e di relativismo, che hanno portato la ricerca filosofica a smarrirsi nelle sabbie mobili di un generale scetticismo.

Catechismo della Chiesa Cattolica

L'agnosticismo 2127
  2128
  Comp. 445

Padri della Chiesa

Agostino Lettere Lettera 1
Agostino Discorsi Nuovo Testamento 117,3.5

Summa Teologica

La semplicità di Dio I, q. 3
La nostra conoscenza di Dio I, q. 12