Proverbi

Libro sapienziale della Bibbia.

Il titolo deriva da una tradizione inadeguata del termine ebraico meshalim, che venne reso in latino con proverbii.

Il termine ebraico in realtà è assai più ricco; può indicare gli oracoli profetici, oppure le parabole, i detti popolari, le massime di tipo sapienzale, gli enigmi, le satire.

A questi diversi generi letterari appartengono i meshalim del libro Proverbi; sono testi nati dall'osservazione della vita quotidiana, tramandati oralmente, raccolti in epoca monarchica e successivamente arricchiti e rielaborati fino a formare, con l'aggiunta della sezione iniziale ( esortazioni ad acquistare la sapienza: Pr 1-9 ) e della sezione finale ( elogio della donna ideale: Pr 31,10-31 ) certamente composte in epoca tardiva, l'attuale libro dei Proverbi.

L'attribuzione di alcune collezioni di detti all'interno dell'opera al re Salomone ( anche 1 Re 5,12 ) ha indotto a porre l'intero libro sotto il suo nome.

La riflessione attenta sui casi e le vicende della vita umana, una riflessione che si apre ad accogliere massime sapienziali nate anche in altre aree culturali, conosce e confessa i limiti della propria ricerca: "Principio della sapienza è il timore del Signore" ( Pr 1,7 ).

Vi è un limite radicale alla sapienza umana, limite dato dal nostro essere creature che non sono padrone della propria vita.

I nostri sono sempre discorsi umani, segnati dal limite.

In questa coscienza sta il principio della sapienza che in alcuni passi viene personificata ( Pr 8; Pr 9,1-6 ); esistente prima della creazione, la sapienza collabora con il Signore alla creazione del mondo, offre il suo cibo, invita alla sua tavola.

Nella sapienza personificata il Nuovo Testamento vede una relazione con la persona di Gesù Cristo ( Col 1,15-20 )

… numerici Pr 30,15
  Am 1,3