Meditazioni per le domeniche dell'anno

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MD 8

II domenica dopo la festa dei Re
( Gv 2,1-11 )

Esattezza dell'obbedienza

1 Racconta il Vangelo odierno, che Gesù fu invitato a un matrimonio insieme a Maria sua Madre e ai suoi discepoli e che il vino venne a mancare.

Gesù allora cambiò l'acqua in vino perché pregato dalla Santa Vergine sua Madre che disse ai servi di fare tutto ciò che suo Figlio avrebbe detto loro ( Gv 2,2-5 ).

Le i sapeva benissimo che la cosa migliore che quei servi potevano fare, per impegnare Gesù a compiere quel miracolo, era una completa sottomissione ai suoi ordini.

È questa la disposizione migliore che dobbiamo avere anche noi, se vogliamo ottenere una tale abbondanza di grazia, che operi in noi prodigi e, superando noi stessi, una specie di miracoli.

Perciò il Saggio afferma che la caratteristica del vero obbediente è riportare vittoria ( Pr 21,28 ).

Ma solo l'obbedienza esatta produrrà questo effetto: esattezza dapprima rispetto alla cosa comandata, in modo che chi obbedisce sia pronto a fare tutto ciò che gli viene comandato, e non manifesti più inclinazione per una cosa o per un'altra.

Per arrivare a questo livello bisogna lavorare molto per morire a noi stessi, altrimenti è molto difficile non far capire la nostra preferenza per una cosa o per un'altra.

Bisogna inoltre soffocare ogni ripugnanza in modo che - almeno nel limite possibile - chi comanda non debba preoccuparsi di giudica e discernere ciò che piace o non piace a chi obbedisce.

Si può dire di voi che, sia all'interno che all'esterno, avete raggiunto una completa indifferenza a quanto vi viene o vi verrà comandato?

Siete esatti e fedeli a eseguire punto per punto gli ordini dei vostri Superiori?

Nulla chiedere e nulla rifiutare è il segno distintivo più sicuro per capire se siete entrati in questo ordine di idee.

2 Il Vangelo nota ancora che Gesù disse a chi serviva a tavola di riempire di acqua le sei giare che erano lì e che servivano per le purificazioni dei giudei; essi così fecero e le riempirono fino all'orlo ( Gv 2,2-25 ).

L'espressione fino all'orlo ci fa capire che il vero obbediente, non solo fa quanto gli è comandato, ma lo fa con la massima esattezza, volendo obbedire nel modo in cui è comandato.

Quei servi potevano contentarsi di obbedire a Nostro Signore riempiendo all'incirca le anfore, ma non si contentarono di questo: perché volendo fare ciò che era stato comandato e con esattezza, eseguirono l'ordine alla lettera, non solo riguardo alla cosa, ma anche al modo di compierla.

Perciò riempirono le anfore fino all'orlo: volendo essere esattissimi nell'obbedienza, presero il verbo riempire in tutta l'estensione del termine.

È così che dovete comportarvi quando i Superiori vi danno un ordine: dovete non solo eseguirlo, ma farlo nel modo in cui vi è stato comandato.

Vi dicono, ad esempio, di eseguire un lavoro con un certo strumento: se voi fate con un altro, anche più utile, non siete esatti nella vostra obbedienza.

In classe dovete usare il segnale; se adoperate la voce, credendo di riuscire meglio nel vostro scopo, obbedite in quanto alla cosa, non in quanto al modo e questo non si addice a un religioso perfettamente obbediente.

Se volete essere perfetti obbedienti state dunque attenti, in futuro, a controllarvi bene, per non fare le cose in modo diverso da quello che vi è stato comandato.

3 C'è ancora un rilievo da fare a proposito dell'esattezza con cui si deve obbedire e riguarda il tempo in cui dev'essere eseguito l'ordine.

Per ben obbedire, bisogna fare le cose nel tempo stabilito, né prima né dopo, perché l'esattezza nel tempo è importante quanto l'ordine ricevuto e il modo di eseguirlo.

Solo così l'obbedienza può dirsi perfetta.

Gesù si è sempre comportato così e così fecero i servi delle nozze.

Con questo episodio evangelico, Gesù Cristo vuol far capire che, per compiere quel miracolo, attese il tempo che suo Padre gli aveva prescritto.

Questo voleva intendere quando rispose alla Santa Vergine sua Madre, che la sua ora non era ancora venuta ( Gv 2,4 ), l'ora cioè di compiere il miracolo.

Quelli che servivano a tavola riempirono di acqua le anfore non appena Gesù Cristo lo disse loro; versarono poi quest'acqua cambiata in vino e la portarono al maggiordomo per fargliela assaggiare ( Gv 2,8 ), seguendo sempre i precisi ordini del Salvatore.

Cercate di essere altrettanto esatti quando ricevete qualche ordine, perché Dio vuole che lo eseguiate al momento stabilito e non in un momento di vostra scelta.

Se, ad esempio, suonate in ritardo la campana degli esercizi spirituali o vi arrivate quando essi sono già iniziati; se il mattino vi alzate prima dell'ora stabilita, non praticate con esattezza l'obbedienza perché non lo fate all'ora stabilita dal regolamento e quindi non obbedite come dovreste, perché l'esattezza del tempo è parte integrante dell'obbedienza esatta e puntuale.

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