Meditazioni per le domeniche dell'anno

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MD 35

IV Domenica dopo Pasqua
( Gv 16,5-14 )

Vantaggi che procurano le sofferenze, sia interiori che esteriori

1 Una volta Gesù Cristo disse agli Apostoli che sarebbe tornato da colui che l'aveva mandato e il loro cuore si riempì subito di tristezza ( Gv 16,6 ).

Era la presenza del Maestro che dava loro consolazione e sostegno; soffrivano molto perciò al pensiero di separarsi da lui, persuasi che se Gesù non fosse stato più visibilmente in mezzo a loro, essi non avrebbero più avuto l'aiuto di cui non potevano fare a meno.

Non avendo ancora ricevuto lo Spirito Santo, si attaccarono a ciò che colpiva i sensi, senza alzare lo sguardo più in alto.

Quando si è costretti ad abbandonare il mondo e, nel lasciarlo, a rinunciare ai piaceri dei sensi, capita talvolta di fare questa rinuncia per puro gusto, mossi dall'attrattiva sensibile che abbiamo per Dio e per le cose di Dio, che dà una soddisfazione incomparabilmente superiore a quella dei sensi.

Avviene quindi che un piacere più grande ci spinge a privarci volentieri di uno che è di gran lunga inferiore; questo vuol dire, però, che non siamo ancora completamente distaccati da qualsiasi piacere.

Chiedete insistentemente a Dio un distacco completo, per affezionarvi a lui solo, che possiede la felicità di questa vita e dell'altra.

2 Quando Gesù Cristo si rese conto che i suoi Apostoli erano diventati tristi perché aveva loro rivelato che presto li avrebbe lasciati, aggiunse che la sua partenza sarebbe stata vantaggiosa per loro ( Gv 16,7 ).

Chi si è consacrato a Dio crede, spesso, che la sua presenza sensibile sia l'unico sostegno della sua pietà e che se dovesse provarlo con aridità e pene interiori, decadrebbe completamente dallo stato di santità a cui Dio l'aveva innalzato.

Ha pure l'impressione che, persa ogni attrattiva per l'orazione e la facilità di farla, ogni cosa è per lui perduta e che Dio lo respinge interamente da sé.

Il suo interiore piomba nella desolazione e immagina che ogni via per raggiungere Dio gli sarà d'ora in poi preclusa.

È questo il momento di ripetergli le parole che Gesù Cristo disse ai suoi Apostoli, e cioè che se Dio si allontanava sensibilmente da lui, questo allontanamento gli sarebbe stato vantaggioso, perché ciò che egli considerava una perdita, sarebbe diventato un vero guadagno, a condizione però che fosse riuscito a sostenere volentieri questa prova.

3 Il motivo principale per cui Gesù Cristo disse agli Apostoli che la sua partenza sarebbe stata vantaggiosa per essi era questo: che se non se ne fosse andato, lo Spirito Consolatore non sarebbe venuto da loro; e che, una volta partito, glielo avrebbe inviato ( Gv 16,7 ).

Convinciamoci dunque che, talvolta, si guadagna di più a essere privi delle consolazioni spirituali che a goderne, perché più ci distacchiamo da ciò che piace ai sensi, più Dio ci fornirà i mezzi per andare puramente a lui, appunto perché siamo svincolati da ogni legame con le creature.

È soltanto a queste condizioni che lo Spirito di Dio va in un'anima e la ricolma delle sue grazie.

Smettete allora di lamentarvi se vi capita di soffrire un po', sia interiormente che esteriormente.

Siate convinti che più accetterete di soffrire, più avrete mezzi per appartenere completamente a Dio.

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