Meditazioni per le domeniche dell'anno

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MD 36

V Domenica dopo Pasqua
( Gv 16,23-30 )

Necessità della preghiera

1 Chiedete e otterrete.

Con queste parole del Vangelo odierno, Gesù Cristo vuole farci capire che abbiamo bisogno delle sue grazie e che dobbiamo chiedergliele.

Dio, che vuole esaudirci, ci ha fornito un mezzo sicuro per ottenerle, questo mezzo è la preghiera, che è sempre a portata di mano e di cui possiamo servirci quando vogliamo.

Sant'Agostino, per farci capire la facilità che abbiamo di compiere il bene, ci dice: se siete nell'impotenza di agire, sia per la vostra debolezza che per la violenza della tentazione o per qualsiasi altro motivo, ricorrete alla preghiera che vi darà infallibilmente il potere di compiere anche ciò che supera le vostre forze naturali.

Se vi risulta difficile essere virtuosi, dovete fare di tutto per riuscire a esserlo e vi riuscirete infallibilmente se farete prontamente ricorso alla preghiera, ricordando le parole di Gesù Cristo: Chiedete e otterrete.

2 Il motivo che deve particolarmente impegnarvi a pregare è la debolezza in cui vi ha ridotto il peccato, debolezza che potrebbe rendervi incapaci di compiere qualsiasi bene soprannaturale.

Un po' per giorno diventiamo più deboli, tutti i giorni cadiamo in nuove colpe, quindi tutti i giorni abbiamo bisogno di un aiuto sempre più grande.

Dice san Giovanni Crisostomo: la preghiera è una medicina divina che scaccia dal cuore ogni malizia e lo riempie di giustizia.

Perciò se vogliamo svincolarci completamente dal peccato, non possiamo fare niente di meglio che dedicarci alla preghiera.

Per quanto sia elevato il numero dei peccati che ha commesso una persona che ama la preghiera, essa - pur vivendo disordinatamente - può trovare nell'orazione un aiuto pronto e facile che l'aiuterà a ottenere la grazia della penitenza e del perdono.

Chiedete dunque a Dio un cuore puro che riesca a tenersi lontano da ogni colpa e abbia in orrore non solo i peccati gravi, ma ogni azione che può offuscare la coscienza e rendervi sgraditi a Dio.

3 Siamo molto soggetti alla tentazione, perciò Giobbe ( Gb 7,1 ) dice che la nostra vita è una tentazione continua, per cui san Pietro ( 1 Pt 5,8 ) precisa: il demonio nostro nemico, come leone ruggente ci gira intorno, cercando l'occasione di divorarci.

È la preghiera che ci mette in condizione di resistergli.

Gesù Cristo ha detto la stessa cosa del demonio impuro, che non si riesce a cacciare se non con la preghiera e il digiuno ( Mt 17,21 ).

Mette la preghiera prima del digiuno per farci rilevare che se la mortificazione è molto necessaria per vincere lo spirito immondo, è però molto più importante premunirsi con la preghiera, quando si viene attaccati.

Quando dunque vi sentite assaliti dallo spirito tentatore, non smettete di pregare finché non sarete riusciti ad allontanarlo definitivamente da voi.

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