Meditazioni per le domeniche dell'anno

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MD 63

X domenica dopo Pentecoste
( Lc 18,9-14 )

Il disprezzo di se stessi

1 Una delle cose che contribuiscono maggiormente a farci acquistare la virtù è il disprezzo di noi stessi, difatti la superbia è l'origine di tutti i peccati ( Sir 10,13 ) - come afferma il Saggio - e così pure la buona opinione che abbiamo di noi.

Non esiste uomo, per quanto santo e prevenuto dalla grazia, che non debba concepire un certo disprezzo per sé e per tutto ciò che lo riguarda.

Merita, invece, disprezzo chi non è padrone della sua esistenza perché è Dio che gliela ha data e che può riprendergliela e può annientarlo a suo piacere!

Quale stima si può avere di un essere la cui esistenza è un seguito di colpe di cui, da solo, non è capace di liberarsi?

Questa è esattamente la condizione in cui vi trovate; eppure, ad ascoltarvi, sembra che pensiate di contare qualcosa.

Cercate di non imitare quel fariseo che, invece di pregare Dio, pensava solo a lodarsi e a ringraziarsi ( Lc 18,11 ).

2 Gesù Cristo sapeva che molti uomini sono pieni di sé e che spesso - appena aprono bocca - parlano di sé, naturalmente a proprio tornaconto.

Propose allora, nel suo Vangelo, la parabola del pubblicano e del fariseo.

Quest'ultimo faceva finta di pregare e si inorgogliva delle sue buone qualità; il primo invece si considerava un miserabile peccatore e chiedeva umilmente misericordia a Dio: solo lui fu giustificato, perché pregava con semplicità e umiltà; l'altro invece se ne andò via turbato ( Lc 18,11-14 ), perché, più che pregare, aveva oltraggiato Dio.

È un modello che il Signore vi propone e che dovete avere continuamente dinanzi agli occhi, se volete riuscire a non parlare più di voi né a pensare solo a voi.

Se vi capita di pensarci alla presenza di Dio, fatelo, ma solo per umiliarvi e per cercare i mezzi per riuscire a correggervi dei vostri difetti.

Quando pregate, dite dunque con David: Il mio peccato mi sta sempre dinanzi ( Sal 51,5 ).

3 Non dobbiamo aver paura di esagerare nel disprezzo di noi stessi.

San Francesco di Assisi - benché fosse un gran santo - si considerava il più grande peccatore del mondo; altri santi, per farsi disprezzare, fecero cose indegne di un uomo.

Voi che avete crocifisso Gesù con i vostri peccati ( Eb 6,6 ), cercate di essere simili a lui nutrendo sentimenti di umiltà ( Fil 2,5-6 ) e - esaminandovi con gli occhi della fede - prendete in considerazione solo ciò che può ispirarvi una bassa opinione di voi, davanti a Dio e davanti agli uomini.

È dimostrato che Dio dà la sua grazia agli umili ( 1 Pt 5,5 ), mettete dunque tutta la vostra cura nel fare apparire, dentro e fuori, il disprezzo di voi stessi e la soddisfazione che avete nel farlo.

Nella vostra professione di religioso e di insegnante non vi mancheranno le occasioni.

Per stimolarvi a trarne buon profitto, ritenetele come i mezzi più efficaci per santificarvi, considerandovi i più deboli degli uomini e i più incapaci a compiere qualsiasi cosa buona.

ringraziate Dio della grazia che vi fa di essere disprezzati, ricoperti di insulti e di calunnie.

Non abbiate mai alcuna stima per ciò che fate, poiché dio, con la sua bontà e con la sua grazia, è l'autore di tutto ciò che c'è di buono in voi ( Fil 2,13 ).

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