Meditazioni per le principali feste dell'anno

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MF 96

Adorazione dei Re
6 gennaio

1 Non possiamo mai smettere di ammirare la Fede ( Is 9,1; Mi 5,1 ) dei santi Magi; perché come dice san Bernardo, non si è trovata in Israele una fede simile a quella di questi ammirevoli Gentili.

Scorgono una stella nuova e straordinaria e, senza indugio, partono da un lontano paese per cercare Uno che non conoscono e che non è conosciuto neanche nel suo paese.

Illuminati da questa luce e ancor più da quella della fede, annunziano subito un nuovo Sole di giustizia nel luogo stesso dove è nato e meravigliano tutti al diffondersi di questa notizia.

Non ne sono sorpresi perché sono illuminati dalla vera luce e perché si può andare a Gesù, mossi solo dalla fede ( 2 Cor 5,7 ), come afferma san Paolo.

Quella stella non apparve loro invano, perché la sua apparizione fece loro ricevere la grazia di Dio e quel giorno fu per essi un giorno di salvezza ( Is 49,8 ), perché furono molto fedeli alle ispirazioni divine.

Siamo sempre attenti alle ispirazioni che riceviamo da Dio e sempre pronti a seguirle, come fecero i santi Magi che si lasciarono guidare dalla stella che indicava loro il cammino?

La salvezza e la felicità di un'anima dipendono spesso da una pronta fedeltà alla grazia.

Dio concesse a Samuele il favore di parlare con lui, perché per ascoltarlo si alzò dal letto tre volte di seguito, non appena ebbe inteso la sua voce ( 1 Sam 3,3-15 ).

San Paolo meritò la sua straordinaria conversione perché fu prontamente fedele alla voce di Gesù Cristo che lo chiamava ( At 9,4-5 ).

Questi sono i vostri esempi: imitateli.

2 I Re Magi entrarono a Gerusalemme, si diressero verso il palazzo di Erode e chiesero: dov'è il re dei Giudei nato da poco? ( Mt 2,2 ).

Furono davvero arditi a chiedere questa informazione proprio nel palazzo del re!

È vero - dice sant'Agostino - che erano molti i re nati in Giudea e che Erode stesso che vi regnava aveva molti figli; ma è certo che nessuno di essi i Magi erano venuti ad adorare e riconoscere come re, perché il cielo non li aveva attirati lì per loro.

È vero - aggiunse san Fulgenzio - che anche Erode aveva avuto da poco un figlio nel suo palazzo, che era stato adagiato in una culla d'argento ed era rispettato in tutta la Giudea: i Magi tuttavia lo disprezzano e non fanno alcun riferimento a lui durante la loro permanenza nel palazzo del reale.

Quale santo ardimento mostrarono i nostri Magi, penetrando nella capitale e fino al trono di erode!

Non avevano paura perché la fede che li animava e la maestà di chi cercavano, faceva loro dimenticare e perfino disprezzare ogni considerazione umana nei riguardi del re cui s'erano rivolti e che era infinitamente inferiore a colui che era stato annunziato da una stella.

Non finiremo mai di ammirare questi Gentili che, pur cresciuti tra gli errori del paganesimo, mostrarono di avere una fede tanto viva e seguirono con tanta fedeltà i suoi lumi.

Essa s'accrebbe e si fortificò ancor più quando Erode, dopo aver radunato i Sommi Sacerdoti e gli scribi del popolo, chiese loro dove doveva nascere il Cristo, e venne a sapere da loro che sarebbe nato a Betlemme ( Mt 2,4-5 ).

Avuta questa risposta la comunicò ai Magi e li assicurò che, dopo di essi, sarebbe andato anche lui ad adorarlo ( Mt 2,8.12 ).

Essi però si accomiatarono da Erode, senza preoccuparsi di lui.

È così che la fede deve farvi disprezzare ciò che il mondo stima.

3 Usciti da Gerusalemme i Magi andarono subito nel povero villaggio di Betlemme e lì trovarono il re che cercavano.

Furono guidati dalla stella che li precedeva, finché giunse e si fermò sopra un bambino, avvolto in poveri stracci, con Maria sua madre ( Mt 2,9.11 ).

Com'è che, dinanzi a tanta povertà, i Magi non pensarono di essersi ingannati?

Sono quelle le insegne di un re? esclama san Bernardo.

Dov'è il suo palazzo? dove il suo trono? dov'è la sua corte?

La stalla, spiega, è il suo palazzo; la mangiatoia il suo trono e la sua corte è formata dalla santissima Vergine e da san Giuseppe.

Quella stalla non parve loro affatto disprezzabile; quei poveri pannolini non urtarono il loro sguardo; non si meravigliarono affatto di vedere un povero bambino allattato dalla mamma.

Anzi si prostrarono dinanzi a lui ( Mt 2,11 ), continua san Matteo, lo rispettarono come il loro Re e l'adorarono come il Dio.

Fecero questo perché erano mossi dalla fede che riempiva il loro animo.

A voi tocca spesso riconoscere Gesù sotto i poveri stracci dei bambini che vengono alla vostra scuola: adoratelo in essi; amate la povertà e onorate i poveri, seguendo l'esempio dei Magi; perché chi è incaricato di istruire i poveri, non deve disprezzare la povertà.

Speriamo che sia la fede a indurvi a farlo con affetto e zelo, perché essi sono le membra di Cristo ( 1 Cor 12,27 ).

Comportandovi così attirerete su di voi la compiacenza del divin Salvatore e riuscirete finalmente a trovarlo, perché anch'egli ha sempre amato i poveri e la povertà.

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