Meditazioni per le principali feste dell'anno

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MF 113

San Francesco da Paola ( 1416-1507 )
2 aprile

1 San Francesco da Paola fu straordinariamente umile, difatti non volle essere sacerdote perché se ne riputava assolutamente indegno.

Per la stessa ragione chiamò Minimi i religiosi del suo Ordine, dicendo loro che dovevano considerarsi al di sotto di tutti gli altri e che non mettessero alcuno al di sotto di essi.

Fu il primo a mettere in pratica questo precetto perché egli stesso serviva i Confratelli a tavola e lavava loro i piedi, anche ai novizi.

Ma Dio innalza chi ordinariamente si abbassa ( Lc 14,11 ), perciò lo onorò con il dono dei miracoli e della profezia e da allora la sua fama si sparse dovunque.

Voi avete la grande gioia di lavorare all'istruzione dei poveri, ufficio questo che non è né stimato, né soprattutto onorato da chi non è profondamente cristiano; ringraziate Dio di avervi messo in una situazione che vi dà la possibilità di procurare la santificazione vostra e quella degli altri, pur non avendo nulla di attraente nella mentalità comune che spesso, anzi, la disprezza.

2 Questo Santo nutriva un tenero amore per tutti i suoi Confratelli e voleva che essi facessero altrettanto.

Volle che la carità fosse la caratteristica del suo ordine e i suoi membri imparassero a fare tutte le cose per carità.

Quanta gioia questa virtù procura a chi la pratica con tutta la cura possibile!

Oltre all'obbedienza è proprio la carità che unisce i cuori.

Scopo finale è portare i cuori al perfetto amore di Dio; in comunità, quindi, tutti devono lavorare assiduamente per arrivare a essere uniti in Dio e ad avere uno stesso cuore e uno stesso animo.

I religiosi non devono avere altra preoccupazione perché - come scrive san Giovanni - chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui ( 1 Gv 4,16 ).

Siete un tutt'uno con i vostri Fratelli?

vi rivolgete ad essi e li trattate sempre con carità?

O non date piuttosto retta all'avversione e all'antipatia? ( Sir 6,16 )

Compenetratevi di questo sentimento perché nelle comunità bisogna far rivivere i sentimenti che animavano i primi cristiani che avevano un cuore solo e un'anima sola ( At 4,32 ).

3 San Francesco ha portato, per così dire, agli eccessi la vita rigorosa del suo Ordine.

Non aveva ancora tredici anni quando si ritirò in una zona desertica trascorrendo tutto il tempo nella veglia, nell'orazione e nel digiuno.

Le sue astinenze hanno dell'incredibile: eppure le praticò per sei anni.

Abitualmente camminava scalzo e, in qualsiasi stagione, prendeva un breve riposo disteso sulla nuda terra.

Faceva un solo pasto al giorno ( di solito dopo il tramonto del sole ) che consisteva in un tozzo di pane e in un bicchiere di acqua.

Ha obbligato, con un voto, i suoi religiosi a non mangiare mai carne, tranne in caso di malattia.

Doveva proprio odiare il suo corpo, per trattarlo con tanto rigore!

Noi, invece, ci lamentiamo di vivere poveramente, pur sapendo che Gesù stesso ne ha dato l'esempio e che tanti santi hanno condotto una vita molto austera.

Bisogna che i santi esempi che sono narrati nelle loro biografie e che i loro seguaci praticano, ci incoraggino a imitarli, pur restando nello spirito del nostro Istituto.

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