Meditazioni per le principali feste dell'anno

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MF 173

San Francesco di Assisi ( 1182 - 1226 )
4 ottobre

1 San Francesco amava molto i poveri, in ogni occasione faceva loro volentieri l'elemosina e diceva che non poteva rifiutarla a nessuno di quelli che gliela chiedevano perché vedeva Gesù nella loro persona e perché era convinto che il bene che faceva loro, lo faceva a Gesù stesso ( Mt 25,40 ).

Fu questo grande amore per i poveri che mosse san Francesco a cercare di istruire più essi che i ricchi, convinto com''era, che così si erano comportati Gesù e i suoi Apostoli.

Leggiamo in san Matteo la risposta che Gesù diede ai discepoli del Battista che gli avevano chiesto cosa dovevano riferire di lui al loro Maestro: Ditegli, rispose il Salvatore che io predico il Vangelo ai poveri ( Mt 11,5; Lc 7,22 ).

Infine fu questo amore per i poveri che spinse san Francesco a servirli negli ospedali, dovunque si trovava a passare.

Ed è per meglio imitare Gesù Cristo, che amava la compagnia dei poveri, che Francesco li amò tanto appassionatamente.

La vostra vocazione vi porta ad occuparvi dei poveri e ad amarli, mentre vi dedicate alla loro istruzione.

Considerateli - assieme a san Francesco - come immagini del Signore e come quelli che sono più disposti a ricevere abbondantemente il suo spirito.

Più li amerete, più apparterrete a Gesù Cristo.

2 Ma san Francesco non si contentò di amare i poveri, volle essere povero e distaccato dai beni terreni, e volle esserlo senza mettere alcun limite.

Una volta la sua generosità verso i bisognosi suscitò le ire di suo padre.

Egli, allora, condusse suo padre alla presenza del Vescovo e, dopo aver pubblicamente rinunziato alla sua eredità, abbandonò immediatamente la sua casa e non volle più tornarci.

S'impegnò anche a privarsi di tutti i piaceri e di tutti i comodi che si possono godere in questo mondo e visse sempre nel più completo distacco, perciò esclamava spesso: Mio Dio e mio tutto.

Anche rinunziando a tutto sulla terra, ci resta sempre Dio che possiamo possedere pienamente.

Questa povertà completa e questo spogliamento totale lo riscontrava soprattutto in Gesù, al momento della nascita e della morte in mezzo a tante sofferenze.

È per questo che aveva una devozione articolare per questi due misteri e che tutti gli anni celebrava la nascita di Gesù Bambino con tenera devozione e con la disposizione di conformarsi a Gesù, nato e morto nella più rigorosa povertà.

Imparate da questo Santo ad amare la povertà e a vivere completamente distaccati da ogni cosa: più vi distaccherete dalle creature, più possederete Dio e il suo santo amore.

Anche sant'Agostino prima di convertirsi diceva che questi legami sono cose da nulla, eppure ci impediscono di appartenere completamente a Dio.

3 L'amore delle sofferenze prese talmente possesso del cuore di san Francesco che, in considerazione delle sofferenze di Gesù, una volta lasciato il mondo, non riuscì a trascorrere un solo momento della sua vita senza soffrire.

Gesù sofferente - che è stato sempre il modello di chi soffre volentieri per amor di Dio - deliziava talmente il suo cuore che non smetteva di saziarsi nella contemplazione di questo stato.

Digiunava molto austeramente quasi tutto l'anno; d'inverno era poco vestito e quindi pativa molto il freddo; trascorreva spesso l'intera notte in orazione e si flagellava aspramente.

Una vita così austera e rigorosa poteva fargli davvero esclamare con san Paolo: sono stato crocifisso con Cristo ( Gal 2,19 ).

È per questo motivo che un Serafino, mentre il Santo era in preghiera, gli impresse sul corpo le sacre stimmate della Passione.

Fu un premio che ricevette dopo aver trascorso tanti anni in continua penitenza.

Imitate questo grande Santo nel suo amore per le sofferenze, e fate in modo che la vostra anima e il vostro corpo vivano sempre nella mortificazione, ma essa sia viva in voi in modo che si possa dire che il vostro corpo esprime, per così dire, le sacre stimmate di Gesù crocifisso.

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