Meditazioni per il tempo del ritiro

Indice

MR 205

Tredicesima meditazione

Un maestro deve rendere conto a Dio del modo con cui ha svolto la sua missione

1 San Paolo dice che voi cooperate con Dio alla sua opera e che le anime dei ragazzi che voi istruite sono il campo che egli coltiva per mezzo vostro ( 1 Cor 3,9 ).

Poiché è lui che vi ha conferito il ministero che esercitate, quando comparirete davanti al tribunale di Gesù Cristo, ognuno di voi dovrà rendere conto a Dio del suo operato in quanto ministri di Dio e dispensatori dei suoi misteri ( 1 Cor 4,1 ) ai vostri alunni.

Gesù che il Divin Padre ha stabilito vostro giudice, vi dirà, proprio come fece il padrone con il suo amministratore: Rendetemi conto della vostra amministrazione ( Lc 16,2 ).

In quel momento scandaglierà il vostro cuore e vi esaminerà per vedere se siete stati bravi amministratori dei beni che vi aveva affidato e dei talenti che vi aveva regalato e che dovevate adoperare per servirlo meglio.

Sarà allora palesato a tutti il buono e il cattivo uso che ne avete fatto, perché il Signore che vi giudicherà scoprirà ciò che v'è di più nascosto e di più segreto nel fondo dei cuori ( 1 Cor 4,5 ).

Se volete impedire che questa resa di conti aumenti a ogni istante, cominciate sin d'ora a fare i conti con voi stessi ed esaminate, alla presenza di Dio, come vi comportate nell'adempimento del vostro impiego e se avete mancato ai vostri doveri.

Scandagliate con somma chiarezza il vostro animo, condannandovi con esattezza, senza risparmiarvi, di modo che quando Gesù verrà a giudicarvi, possiate sostenere il suo giudizio senza spavento, sicuri che non troverà in voi nulla da condannare, perché avete prevenuto il suo giudizio.

Comportatevi così non solo in tutto ciò che concerne la vostra persona, ma anche a proposito dei talenti e delle grazie che avete ricevuto da Dio, per compiete con precisione il compito che egli stesso vi ha dato quando vi ha eletto suoi depositari e guide dei giovani che sono suoi e sui quali ha acquistato il diritto di Padre, non solo perché li ha creati, ma anche per il battesimo che li ha consacrati a lui.

2 Considerate anche che il conto che dovrete rendere a Dio non sarà da poco, perché riguarda la salvezza delle anime dei ragazzi che Dio ha affidato alle vostre cure e di cui, nel giorno del giudizio, dovrete rispondere come dell'anima vostra.

Anzi, Dio prima vi chiederà conto dell'anima dei vostri alunni e poi della vostra, perché siete stati voi che, nell'assumere l'impegno, avete promesso di non fare distinzione tra la salvezza della vostra anima e quella degli alunni, perché vi siete impegnati a dedicare tutte le vostre forze alla salvezza delle loro anime.

Ve lo ricorda san Paolo, affermando che chi si è preso l'incarico degli altri ne renderà conto a Dio.

Non parla della propria anima ma delle anime di cui è responsabile e sulle quali deve vigilare, perché dovrà rendergliene conto ( Eb 13,17 ).

Il vero motivo è che, chi compie bene la funzione di guida e di direttore delle anime dei suoi alunni, riuscirà anche ad assolvere bene i suoi doveri verso Dio e Dio lo ricolmerà di grazie così copiose che si santificherà con maggiore facilità e contribuirà, nel limite delle sue capacità, alla salvezza degli altri.

Avete considerato, fino ad oggi, la salvezza dei vostri alunni come un vostro affare personale, per tutto il tempo che essi staranno sotto la vostra guida?

Si, è vero, dovete anche attendere alla vostra santificazione compiendo bene tutti gli esercizi che la Regola richiede.

Ma se siete animati da ardente zelo per la salvezza dei vostri alunni, troverete il tempo per farli, perché sapete bene che per santificare gli altri dovete prima santificare voi stessi.

Così facendo, attirerete su di essi le grazie necessarie per contribuire alla loro salvezza e avrete la sicurezza che, comportandovi così, Dio si prenderà cura dell'anima vostra.

Cercate, per l'avvenire, di mettervi in questa disposizione d'animo.

3 Gesù, dandovi l'incarico di istruire i fanciulli e di formarli alla pietà, vi ha affidato la cura di edificare il suo corpo che è la Chiesa e vi ha obbligato al tempo stesso a contribuire, per quanto è possibile, a renderla santa, purificandola per mezzo della parola di vita, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia, né ruga e senza alcun difetto, ma purissima e bellissima.

Proprio su questo argomento vi chiederà un conto esatto quando vi esaminerà perché ha fortemente a cuore la Chiesa, tanto da dare se stesso per lei ( Ef 5,25-27 ).

I ragazzi ne sono la parte più innocente e, ordinariamente, sono i più disposti a ricevere i sigilli della grazia.

Egli vuole che mettiate tutto il vostro impegno a santificarli, perché arrivino tutti a essere uomini perfetti secondo la pienezza di Gesù Cristo.

Vuole che non siano più instabili come sono i bambini, lasciandosi trascinare da ogni vento di dottrina, dalla frode e dall'artificio, sia dei compagni che frequentano o degli uomini che, con le loro suggestioni maligne, li iniziano all'errore.

Gesù Cristo deve, invece, trionfare in ogni cosa.

Gesù che è il loro capo, dal quale derivano il corpo della Chiesa, la sua struttura e connessione, perché essi riescano a rimanere uniti a lei e con lei, per mezzo della virtù segreta che Gesù Cristo elargisce a tutti i suoi membri ( Ef 4,12-16 ) e partecipino così alle promesse di Dio in Gesù Cristo ( Ef 3,6 ).

Mettetevi in condizione di potergli rispondere ( quando vi interrogherà ) che avete sempre compiuto bene il vostro dovere.

Siate certi che il modo migliore di farlo e anche di accontentare Gesù Cristo giudice, è di presentargli tutti i ragazzi, che avete istruito, come fossero una parte dell'edificio della Chiesa nelle cui strutture sono, per mezzo vostro, entrati per diventare il santuario ove Dio ha sede per mezzo dello Spirito Santo ( Ef 2,22 ).

Comportandovi così, riuscirete a dimostrare a Gesù Cristo che avete compiuto bene il vostro ministero e che avete saldamente lavorato alla costruzione e al sostegno della Chiesa, come Gesù vi aveva chiesto, con impegno da parte vostra.

Indice