Discorsi sul Vecchio Testamento

Indice

Sul responsorio del salmo 57

"Pietà di me, pietà di me, o Dio, in te mi rifugio"

1 - Sia nei beni che nei mali di questo mondo c'è tentazione
2 - Unica disposizione giusta: confidare nella misericordia di Dio
3 - Cristo esempio di umiltà
4 - Così l'uomo fu disprezzato, ma da Dio fu glorificato
5 - L'uomo deve desiderare cose sublimi, ma la strada è l'umiltà
6 - Esempio dei due figli di Zebedeo
7 - Chi costruisce un alto edificio scava fondamenta profonde
8 - Il regno dei cieli è preparato per gli umili
9 - Sia ricchi che poveri confidino in Dio

1 - Sia nei beni che nei mali di questo mondo c'è tentazione

In tutte le cose di questo mondo, buone o cattive, in tutte c'è tentazione.

I beni di questo mondo infatti seducono per ingannare; i mali minacciano per spezzare.

E poiché in tutti e due c'è tentazione, cioè tanto nel bene quanto nel male di questo mondo, ecco che il cristiano non è mai sicuro.

Con tutto il cuore dica e faccia quello che or ora abbiamo cantato: Pietà di me, pietà di me, o Dio, in te mi rifugio. ( Sal 57,2 )

È una voce questa che non scoraggia il povero e non esalta il ricco; in chi è depresso infonde speranza, e in chi è al sicuro non consente l'orgoglio.

Perché l'anima che si rifugia in Dio non si gonfia per i beni e non si abbatte per i mali.

Sa che tutte queste cose passano come ombra, ( Sap 5,9 ) mentre non passa colui al quale ha detto: In te mi rifugio.

2 - Unica disposizione giusta: confidare nella misericordia di Dio

In te, dice dunque il servo al Signore, la creatura al creatore, colui che è stato fatto a colui che l'ha fatto, lo schiavo a colui che l'ha redento, il prigioniero a colui che l'ha liberato e, per dirla in breve, l'uomo a Dio.

Due cose sono così proposte alla considerazione dell'uomo, che conosca Dio e che conosca se stesso, Dio perché confidi in lui, se stesso perché non confidi in se stesso.

Perché è inutile che gli uomini che sono molto sicuri di sé e che disprezzano gli altri, è inutile che dicano: "Io non mi fido di quello; sarei pazzo ad appoggiarmi a lui".

Questo a volte è l'umiltà che lo fa dire, a volte la superbia.

Che tu non confidi nell'uomo, è bene, ( Sal 118,8 ) ma purché non confidi neanche in te stesso.

Colui infatti che confida in se stesso o confida nell'uomo, oppure lui stesso non è uomo.

E allora questa è l'unica espressione che rimane la giusta: Pietà di me.

E quale merito potrò avanzare perché tu abbia pietà di me?

Non la mia giustizia, non la mia ricchezza, non la mia forza.

Non dunque per i miei meriti, ma perché io in te mi rifugio. ( Sal 57,2 )

Ha chiesto un premio dopo aver offerto un sacrificio.

E che cosa ha offerto? Non un toro, non un caprone, non un ariete, non l'incenso dell'Arabia, non ornamenti d'oro, non qualcosa acquistato a caro prezzo e molto prezioso, ma qualcosa che è più caro di tutto, se stesso.

Nessuna cosa infatti è più cara a Dio di colui che è l'immagine di Dio.

3 - Cristo esempio di umiltà

Iddio ha posto tutto al di sotto dell'uomo, e l'uomo al di sotto di sé.

Vuoi che sia sotto di te tutto ciò che Dio ha fatto? Sii tu sotto di Dio.

Sarebbe grande impudenza che tu pretenda che le creature inferiori stiano sotto di te e intanto tu non riconosci sopra di te colui che le ha create.

Iddio dunque ha disposto quel che ha creato ponendo sotto di sé colui che è sua immagine e tutto il resto sotto di questa.

Accogli lui e ti innalzerai sull'umano.

Non disprezzare lui e poi ti disprezzi pure chiunque voglia.

Che male potrà farti chi ti disprezza, se non ti disprezza Dio?

Egli irride a chi ti disprezza, perché poi ti premia.

"Intanto però mi disprezza …". Anche Cristo fu disprezzato.

Lui al quale viene detto: In te mi rifugio, ( Sal 57,1 ) è venuto ad esser disprezzato per te, e ti ha redento proprio perché disprezzato.

Tu non saresti salvato, se egli non fosse stato disprezzato.

Disprezzato in che senso? Perché ha preso la veste di servo, la tua stessa forma.

Altro era infatti quel che si nascondeva, altro quel che si vedeva.

Si nascondeva Dio, si vedeva l'uomo. ( At 3,13 )

4 - Così l'uomo fu disprezzato, ma da Dio fu glorificato

Tutto dunque, egli che per noi si fece via, tutto ciò che gli uomini quaggiù ambiscono come qualcosa di grande, egli lo rifiutò; egli che tutto aveva, a cui apparteneva il cielo e la terra, per mezzo del quale erano stati fatti il cielo e la terra, al quale nei cieli e nel più alto dei cieli servivano gli angeli, egli che sfugava i demoni, che scacciava le febbri, che apriva gli orecchi ai sordi e gli occhi ai ciechi, che comandava al mare, ai venti e alle tempeste, che risuscitava i morti.

Egli tanto poteva, eppure contro di lui tanto poté colui che egli aveva creato.

Benché creatore dell'uomo, si sottomise all'uomo, quando apparve come uomo per liberare l'uomo.

Si sottomise all'uomo, ma nelle vesti di uomo, nascondendo la      divinità; manifestatosi come uomo, come uomo fu disprezzato, riconosciuto più tardi come Dio; ma riconosciuto proprio perché prima era stato disprezzato.

E anche a te non volle dare la gloria, se non dopo averti insegnato l'umiltà.

5 - L'uomo deve desiderare cose sublimi, ma la strada è l'umiltà

Ogni uomo desidera cose sublimi.

Ma sulla terra che c'è di sublime? Se dunque desideri cose sublimi, il cielo desidera, le cose celesti desidera, desidera le cose sopracelesti.

Brama di essere concittadino degli angeli, anela verso quella città, verso di essa sospira, là dove non perderai l'amico e non dovrai soffrire il nemico, dove non troverai nessuno liberato, perché da quaggiù nessuno vi può portare il suo schiavo.

Quella infatti è città eterna, dove nessuno nasce, nessuno muore, dove è perpetua e perfetta sanità, perché la sanità si chiama immortalità.

Se tu brami di essere lassù, veramente aspiri a cose sublimi.

Questo è il dove; ma considera anche il come.

Perché non c'è nessuno che non brami di essere concittadino degli angeli, di godere in Dio, di Dio, sotto Dio, di restare per sempre, di non essere afflitto da nessuna piaga, raggiunto da nessuna vecchiezza, debilitato da nessuna stanchezza, consumato da nessuna malattia e da nessuna morte.

Grande cosa, sublime cosa, desiderabile cosa.

Tu desideri di arrivarci; ma guarda per dove ci si arriva.

6 - Esempio dei due figli di Zebedeo

Ecco, quei due discepoli di nostro Signore, i santi e grandi fratelli Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, come abbiamo letto nel Vangelo, desiderarono dal Signore Dio nostro di poter sedere nel regno uno alla destra e l'altro alla sinistra. ( Mt 20,20-23 )

Essi dunque non desiderarono di esser dei re sulla terra, non ambirono dal Signore Iddio onori caduchi, non di essere ornati di ricchezze, non di avere una famiglia gloriosa, non di essere onorati di clientela, non di essere ingannati da adulatori, ma chiesero veramente qualcosa di grande e di solido, cioè di avere dei seggi nel regno di Dio, in cui si rimane per sempre.

È grande cosa quella che desiderarono, ed essi non vengono rimproverati per il desiderio, ma vengono richiamati nell'ordine.

In essi il Signore vide il desiderio delle cose grandi e colse l'occasione per insegnare la via dell'umiltà; come se dicesse: "Vedete dove voi aspirate, vedete chi sono io per voi: io che vi ho fatto sono disceso fino a voi, per voi io mi sono umiliato".

Queste parole che sto dicendo veramente non sono nel Vangelo, io però dico la sostanza delle parole che si leggono nel Vangelo.

E le parole che sono nel Vangelo adesso ve le rammento, perché vi rendiate conto che quelle che ho detto io sono nate lì, come se quelle fossero le radici e le nostre i rami. ( Mt 20,26-27 )

Quando dunque il Signore ebbe ascoltato il loro desiderio, disse loro: Voi potete bere il calice che io sto per bere? ( Mt 20,22 )

Voi desiderate di sedere al mio fianco; prima rispondetemi su quanto vi chiedo: Potete bere il calice che io sto per bere?

Voi che cercate dei seggi così sublimi, non sarà per voi amaro il calice dell'umiltà?

7 - Chi costruisce un alto edificio scava fondamenta profonde

Però quando il precetto è pesante, grande ne è la ricompensa.

Il calice della passione, il calice dell'umiliazione non vogliono, non vogliono berlo gli uomini.

Desiderano cose sublimi? Amino quelle umili. 

er salire in alto bisogna infatti partire dal basso.

Nessuno può costruire una fabbrica alta se prima non ha impiantato in basso le fondamenta.

Considerate tutte queste cose, fratelli miei, e da qui partite, da qui costruitevi nella fede, per capire la strada per la quale potrete arrivare dove desiderate.

Io lo so, lo c'è alcuno tra voi che non desideri l'immortalità, l'eterna gloria e di avere l'amicizia con Dio.

Queste cose tutti le desideriamo. Ma dobbiamo conoscere la strada per arrivare, dato che arrivare è desiderio di tutti.

L'ho già detto: uno deve tirar su una capanna per il fieno, posticcia: non pensa neanche alle fondamenta.

Ma se pensa a una fabbrica dalla struttura molto alta, di grande peso, che deve durare a lungo, prima di alzare gli occhi [ per vedere ] dove arriverà, rivolgerà in basso la sua attenzione [ per vedere ] quanto debba scavare.

E quanto più alta dovrà essere la cima dell'edificio, tanto più basso sarà lo scavo per le fondamenta.

Le messi chi non desidera vederle alte? Ma per avere alte le messi, prima tu fatichi con l'aratro ad interrare il seme.

E chi ara taglia in basso. Chi ara si abbassa nel solco, perché possa innalzarsi la messe.

Gli alberi quanto più sono alti, tanto più hanno in basso le radici; perché tutto ciò che è alto parte sempre dal basso.

8 - Il regno dei cieli è preparato per gli umili

Tu, uomo avevi paura di affrontare l'oltraggio dell'umiliazione.

Ma è utile per te bere il calice così amaro della passione.

Le tue viscere sono tumide, il petto ti si è gonfiato.

Bevi l'amaro, per ritrovare la salute.

Lo beve anche il medico sano; non vorrà berlo il malato indebolito?

Così infatti disse ai figli di Zebedeo: Potete bere il calice? ( Mt 20,22 )

Però non disse: "Potete bere il calice degli oltraggi, il calice del fiele, il calice dell'aceto, il calice delle amarezze, il calice pieno di veleno, il calice di tutte le sofferenze?".

Se avesse detto così, più che incoraggiarli li avrebbe spaventati.

Ma quando si è in compagnia si ha anche più spinta.

E allora che paura hai, o servo? Quel calice lo beve anche il Signore.

Che paura hai, o infermo? Lo beve anche il medico.

Che paura hai, o infiacchito? Lo beve anche il sano.

Potete bere il calice che io sto per bere?

E quelli, desiderosi di cose sublimi, ignari delle loro forze, promettendo cose che non avevano ancora, risposero: Lo possiamo.

E Gesù: Bene. Il mio calice voi lo berrete, perché sono io che vi dono di berlo, io che da deboli rendo forti voi [ che vi ] credete forti, io che vi dono la grazia di poter sopportare, per bere il calice dell'umiliazione; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è già preparato per altri dal Padre mio. ( Mt 20,23 )

Se per quelli no, per quali altri? Se non lo meritano gli Apostoli, chi lo potrà meritare?

Chi sono questi altri? Tra questi due c'era il grande Giovanni.

Quale Giovanni? Quegli, o fratelli, che il Signore amava più degli altri, quegli che si adagiava sul petto del Signore, ( Gv 13,25 ) che dal suo petto bevve quello che poi eruttò nel Vangelo.

Quel Giovanni che scrisse: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio.

Egli era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto. ( Gv 1,1-3 )

Che grande eruttazione! Ma prima c'era stata una grande bevuta.

Ti piace quello che erutta? Guarda però dove ha bevuto.

Si adagiava sul petto del Signore; ( Gv 13,25 ) nella grande cena aveva bevuto tutte queste cose che poi erutterà così felicemente nel Vangelo.

Era perciò così grande da potersi adagiare sul petto del Signore; e tuttavia anche a lui fu detto quanto la vostra Carità ha sentito: Non sta a me concederlo, ma è già preparato per altri dal Padre mio. ( Mt 20,23 )

Ma, Signore, quali altri? Se non l'ottenne Giovanni che si adagiava sopra il petto del Signore se non l'ottenne lui che si adagiava sul petto del Signore, se non l'ottenne lui che trascese il mare, l'aria, il cielo e arrivò fino al Verbo, lui che trascese cose così grandi ed arrivò fino a te in quanto sei uguale al Padre, se non ottenne lui quello che chiedeva, chi mai lo potrà ottenere?

Il Signore certo non disse a caso: è già preparato per altri.

Chi sono questi altri? Gli umili, non i superbi.

E perciò anche voi, purché siate altri, purché cioè vi spogliate della vostra superbia e vi rivestite di umiltà. ( Lc 1,51-52 )

9 - Sia ricchi che poveri confidino in Dio

Ecco, fratelli miei, abbiamo imparato, sappiamo, cantiamo, facciamo: Pietà di me, pietà di me, o Dio, in te mi rifugio. ( Sal 57,2 )

O anima felice! Sei tu povera? Rifugiati in lui, poiché nulla hai di più grande in cui possa rifugiarti.

Sei tu ricca? Rifugiati in lui, poiché ogni uomo è come erba e tutta la sua gloria è come fiore di campo; secca l'erba, appassisce il fiore, ma la parola del Signore dura in eterno. ( Is 40, 6.8 )

Sei povera? Rifugiati in lui come Lazzaro pieno di piaghe.

Lazzaro povero, Abramo ricco! Quando dal Vangelo sentiamo che quel poveretto pieno di piaghe morì e che dagli angeli fu portato nel seno di Abramo, ( Lc 16,22 ) tutti i mendicanti, gli ulcerosi, i debilitati, i reietti, quando ascoltano questa lettura, che cosa dicono?

"Ha parlato di noi". Ecco un povero, un bisognoso, uno appena sufficiente a se stesso, o magari un mendicante si accorge che nella casa di Dio c'è uno ricco, vestito come si conviene alla sua condizione.

Nel sentire questa lettura dice: "Ha parlato di me.

Io quando sarò morto, sarò portato dagli angeli nel seno di Abramo".

Poi sente che del ricco il Vangelo dice: "E quando morì, cominciò ad essere tormentato nell'inferno". ( Lc 16,22 )

Sentendo questo, il povero dice tra sé e sé: "Quello l'ha detto di me, questo lo dice di costui".

O povero, non ti illudere; non ti spaventare, o ricco.

Non lo dice di te, o povero, se tu sei un ubriacone, e non lo dice di te, o ricco, se tu sei pio.

Iddio premia la pietà, non la povertà.

Quando giudicherà, Dio non dirà: "Venga a me il senatore e si allontani il plebeo".

Ma non dirà neanche: "Venga a me il plebeo e si allontani il senatore".

Così non dirà: "Venga a me il generale e si allontani il soldato".

Ma non dirà neanche: "Venga a me il soldato e si allontani il generale".

Dirà semplicemente: "Venga a me il giusto e si allontani l'empio".

Perciò, o povero, se vuoi arrivare, mantieniti pio.

Vuoi sincerarti che il Signore ha premiato la pietà, ma non ha condannato le ricchezze?

Il povero fu portato … Dove? Nel seno di Abramo. ( Lc 16,22 )

E se leggi che cosa fu Abramo, ti accorgerai che egli era ricco. ( Gen 13,2 )

Il ricco andò avanti per preparare l'alloggio e la casa per il povero.

Ecco perché si legge nel salmo: Tutti insieme, ricchi e poveri. ( Sal 49,3 )

10 - Glorifichiamo Dio e il Signore nostro Gesù Cristo con le nostre opere buone, e con tutto il cuore diciamo: Pietà di me, pietà di me, o Dio, perché non nell'oro, non nell'argento, non nell'onore, non nelle ricchezze, non negli amici potenti, non nella moltitudine dei clienti, non nella ostentazione della servitù, ma in te io mi rifugio. ( Sal 57,2 )

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