Discorsi su argomenti vari

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I continenti vengono incoraggiati

Contro la cattiveria degli invidiosi e vengono esortati a guardarsi dalla superbia

1.1 - Chi segue il Cristo è odiato dal mondo
1.2 - Ci sono nemici anche quei cristiani apparenti che amano il mondo
2.3 - I consacrati sono necessariamente oggetto di critiche e calunnie
4.4 - A quali condizioni la vita nella castità è migliore di quella nel matrimonio
5.5 - Il fondamento dell'umiltà
6.6 - La carità serve a evitare la superbia
7.7 - Come il Signore esaudisce le nostre preghiere
8.8 - Contro la superbia di chi vive nella castità
9.9 - I casti che sono superbi sono peggiori degli sposati, e saranno dannati

1.1 - Chi segue il Cristo è odiato dal mondo

Nel passo del Vangelo che è stato letto, il Signore ci ha insegnato che chi crede in lui crede in colui che lo ha mandato. ( Gv 12,44 )

É certezza della nostra fede che ci è stato mandato il Salvatore: l'annuncio del Cristo infatti viene dato dal Cristo stesso, cioè dal corpo di Cristo che è esteso su tutta la terra.

Certo egli era nei cieli quando diceva al persecutore che infieriva qui sulla terra: Perché mi perseguiti? ( At 9,4 ) ma con ciò dichiarava che egli è anche qui in noi.

Come lui è in noi qui, così noi siamo là in lui: e il Cristo totale va in tal modo crescendo, saldato in unità dalla carità.

Lui stesso che è il nostro capo, è il salvatore del suo corpo.

Dunque il Cristo è annunciato dal Cristo, il capo dal suo corpo, e dal suo capo è difeso il corpo.

Per questo il mondo ci odia, come ci ha detto lo stesso Signore, ( Gv 15,18-21 ) che non si riferiva solo ai pochi Apostoli quando disse che il mondo li avrebbe odiati.

E ancora, rivolgendosi non solo a loro, ma a tutto il suo corpo e a ogni suo membro, disse che dovevano gioire quando la gente li avrebbe insultati e avrebbe detto male di loro, perché grande sarebbe stata la loro ricompensa nei cieli. ( Mt 5,11-12 )

Chi dunque vuole appartenere al corpo di Cristo, esserne membro, non deve meravigliarsi se il mondo lo odia.

1.2 - Ci sono nemici anche quei cristiani apparenti che amano il mondo

Ma se sono molti a ricevere il sacramento del suo corpo, non tutti quelli che lo ricevono avranno presso di lui il luogo promesso ai suoi membri.

Quasi tutti riconoscono il sacramento del suo corpo, perché tutti insieme prendono il cibo nei suoi pascoli; ma verrà chi li dividerà ponendo alcuni alla destra, altri alla sinistra.

E sia gli uni che gli altri chiederanno: Signore, Signore, quando ti abbiamo visto e ti abbiamo servito?, ovvero: Quando ti abbiamo visto e non ti abbiamo servito?

Questa la domanda di tutti, ma agli uni egli dirà: Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete il regno; agli altri invece: Andate nel fuoco eterno che è stato preparato per voi dal diavolo e dai suoi angeli. ( Mt 25,31-41 )

2.2 - Dunque, o carissimi, tutti noi che con retta coscienza siamo membri del Cristo, non dobbiamo ritenere nostri nemici solo quelli che sono apertamente estranei a noi, perché nemici molto peggiori sono quelli che sembrano apparentemente corpo di Cristo e invece non gli appartengono.

Costoro infatti sono presi dall'amore del mondo e sono quindi malvagi.

Essi giudicano di noi in base a quello che essi apprezzano e ci invidiano quelle che sono fortune sul piano mondano, che invece noi deploriamo.

Ci ritengono felici proprio per quello che costituisce per noi un pericolo; invece la felicità interiore di cui noi godiamo, essi non la comprendono neppure, perché non la gustarono mai.

Non sanno che i riconoscimenti che ci vengono dal mondo sul piano temporale, costituiscono per noi più un pericolo che un onore: essi infatti non sanno distinguere i due tipi di gioia.

2.3 - I consacrati sono necessariamente oggetto di critiche e calunnie

Perciò rivolgiamo ora la nostra esortazione a voi in particolare, carissimi, qui presenti in gran numero, che avete assunto l'impegno più alto di vita cristiana, vivendo nella continenza di cui Dio vi ha fatto dono, e quindi, per grazia del Signore, non per meriti vostri, occupate un posto eminente nel corpo di Cristo.

Proprio a questa forma di vita guarda con sospetto la gente cattiva e invidiosa; ma l'essere oggetto di critica deve servire da prova.

Potremmo cedere alle critiche degli uomini solo se nel professare la vita di continenza cercassimo riconoscimenti umani.

Se tu sei un servo di Dio casto, ecco che la gente è pronta a immaginare tue colpe di impudicizia, a sparlare, ad accusarti, e indugerà volentieri a denigrarti perché chi è malevolo prova un gusto particolare nel formulare i peggiori sospetti.

Ma solo se uno ha intrapreso la via della continenza per ricevere lodi dalla gente, può cedere alle critiche: e rovinerebbe così tutto il suo proposito di vita.

3.3 - Se invece ha imparato a dire con l'Apostolo: Questo è il nostro vanto: la testimonianza della coscienza, ( 2 Cor 1,12 ) le calunnie servono addirittura ad accrescere la sua ricompensa.

Tuttavia si preghi anche per chi calunnia perché, mentre fa crescere i nostri meriti, non trovi lui la morte.

Anche questo ci serve da prova: se non avessimo nemici, non avremmo per chi pregare secondo l'insegnamento del Signore che ci dice: Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi odiano. ( Mt 5,44 )

Come provare, saggiando il nostro cuore, se siamo capaci di fare quello che il Signore ci comanda, qualora non incontrassimo nessuno che ci sia nemico, ci calunni, ci diffami sparlando di noi?

Vedete dunque che anche i cattivi sono necessari ai buoni.

In questo mondo noi siamo, per esprimerci con immagini, come nel crogiuolo di un orefice: se tu non sei oro, bruci anche tu; se sei oro, il malvagio è la paglia che brucia per te.

Se invece anche tu sei paglia, sarete insieme solo fumo.

4.4 - A quali condizioni la vita nella castità è migliore di quella nel matrimonio

Tuttavia dovete sapere anzitutto che le membra migliori del corpo di Cristo non sono le sole membra: merita lode la vita coniugale, che ha pure il suo posto nel corpo di Cristo, così come nel corpo umano non si trovano solo le parti collocate in alto, quali gli occhi nel viso, e se i piedi non reggessero le parti alte, queste sarebbero prostrate a terra.

Per questo l'Apostolo dice: E quelle parti del corpo che sono indecorose, sono più necessarie.

Dio ha composto il corpo in modo che non vi fosse in esso disunione. ( 1 Cor 12,23-25 )

Riconosciamo come membra del corpo di Cristo coloro che vivono la vita coniugale, se sono veramente membra di Cristo, se cioè sono fedeli, se sperano e attendono la vita futura, se sanno perché portano il segno di Cristo.

Sappiamo che essi rendono onore a voi e vi ritengono migliori di sé.

Ma voi dovete rendere loro non meno onore di quello che essi rendono a voi.

Se voi infatti avete la santità della vita casta, dovete avere il timore di perderla per superbia.

La santità della vita casta si perde sia violando la castità sia diventando superbi.

E posso dire che coloro che vivono la vita coniugale, se conservano l'umiltà, sono migliori di chi vive nella castità ma è superbo.

Riflettete, carissimi, su quello che ora vi dico.

Vi invito a considerare il diavolo: a lui, nel giudizio di Dio, non potranno essere imputati adulterio e fornicazioni, perché non può commetterli, non avendo la carne.

Sarà la sola superbia, unita all'invidia, a mandarlo nel fuoco eterno.

5.5 - Il fondamento dell'umiltà

Quando in un servo di Dio s'insinua la superbia, subito le si accompagna anche l'invidia.

Non c'è superbo che non sia anche invidioso.

L'invidia è figlia della superbia, e questa è una madre che non resta mai sterile: dove si trova, subito genera.

Perché essa non entri in voi, considerate che nel tempo della persecuzione non ricevette la corona solo Agnese che era vergine, ma anche Crispina che era donna sposata; e risulta che alcuni dei consacrati cedettero, mentre molti dei coniugati sostennero il combattimento e vinsero.

Non invano quindi l'Apostolo dice a tutti i membri di Cristo: Ciascuno di voi consideri gli altri superiori a se stesso, e ancora: Gareggiate nello stimarvi a vicenda. ( Fil 2,3; Rm 12,10 )

Se questa è la vostra convinzione, non vi riterrete mai dei " grandi ".

Conviene che facciate attenzione più a quello che vi manca che a quello che avete: badate di non perdere quello che avete e fate suppliche per ricevere quello che ancora vi manca.

Bisogna considerare in quante cose siamo inferiori, non in quante superiori.

Se infatti vuoi misurare di quanto hai superato un altro, rischi di insuperbirti; se invece consideri tutto quello di cui ancora difetti, ne gemi, ma proprio questa pena serve a curarti, a mantenerti umile, e camminerai con più sicurezza, evitando sia di cadere sia di gonfiarti di orgoglio.

6.6 - La carità serve a evitare la superbia

É da auspicare che tutti pongano mente solo alla carità: essa solo è superiore a tutto, e niente senza di essa ha valore; ovunque essa si trovi, attira a sé tutto.

Di essa si dice: Non è invidiosa; e il perché viene spiegato da quello che subito segue nel testo: Non si gonfia. ( 1 Cor 13,4 )

Tra i vizi, come avevo cominciato a dire, viene prima la superbia e subito segue l'invidia, che è generata dalla superbia, non viceversa.

É infatti l'amore di eccellere, che diciamo superbia, a farci provare invidia.

Proprio perché la superbia precede e l'invidia le viene dietro, l'Apostolo, nel suo elogio della carità, ha detto prima: Non è invidiosa,e poi: Non si gonfia, e non viceversa; Non si gonfia è aggiunto come indicazione della causa per cui Non prova invidia.

Se non è invidiosa perché non si gonfia, questo significa che, se si gonfiasse, sarebbe invidiosa.

Fate crescere dunque in voi la carità, e l'anima viene resa vigorosa perché non si gonfia.

L'Apostolo dice anche: La scienza gonfia.

Ma questo non comporta che dobbiate rifuggire dalla scienza e scegliere l'ignoranza per non gonfiarvi.

Se l'ignoranza fosse preferibile alla scienza, non vi sarebbe motivo perché io parli a voi, e se si dovesse rifuggire dalla scienza perché non gonfi, io non dovrei esporvi con ordine e precisione i vari argomenti, né farvi riflettere su quello che già sapete o informarvi di quello che ignorate.

Dovete anzi amare la scienza, ma anteporre a essa la carità: la scienza gonfia quando sia sola, ma poiché la carità edifica, ( 1 Cor 8,1 ) non permette che la scienza gonfi.

E dove essa edifica, la scienza è cosa salda: non può esservi gonfiamento di orgoglio là dove la roccia è il fondamento.

7.7 - Come il Signore esaudisce le nostre preghiere

E che sia forte tentazione la vanteria, cioè l'orgoglio, è provato dal fatto che per tale vizio persino il nostro grandissimo Apostolo diceva essergli stata messa una spina nella carne, come un messo di satana da cui essere percosso.

Quando si prende a pugni uno, perché non si risollevi, lo si colpisce al capo.

Così anche nel caso di Paolo la scienza che possedeva e la rivelazione delle cose grandi che gli era stata donata, potevano far temere che egli si vantasse, s'inorgoglisse, come egli stesso dice: Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un messo di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia.

A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me.

Ed egli mi ha detto: Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza. ( 2 Cor 12,7-9 )

Il malato nella sua sofferenza, chiede che gli sia tolto quello che il medico gli dà per guarirlo, ma il medico risponde di no: se fa male, è un male che guarisce.

Tu chiedi che ti liberi da quello che ti fa soffrire e il medico rifiuta di liberartene perché quella sofferenza ti guarisce.

Perché, ti chiedo, sei venuto dal medico? per guarire o per non soffrire?

Il Signore dunque non esaudì Paolo in quello che chiedeva; ma lo esaudì dandogli la guarigione.

Non è importante che Dio vi esaudisca secondo la vostra volontà: non è da apprezzare come una gran cosa che uno veda esaudita la sua preghiera: domandategli che cosa chiede e domandate in che cosa fu esaudito.

Ritenete importante non che la risposta del Signore sia secondo la vostra richiesta, ma che sia secondo la vostra utilità.

Anche i demoni furono esauditi in quello che chiedevano, e fu loro permesso di entrare nei porci, come volevano.  ( Mt 8,31-32 )

Fu esaudito anche il principe dei demoni, il diavolo, al quale non fu negato il permesso di tentare Giobbe: Giobbe fu provato, ma il diavolo fu confuso. ( Gb 1-2 )

Anche gli israeliti furono esauditi nel loro desiderio, ma voi sapete che cosa capitò loro quando ancora avevano il cibo in bocca. ( Nm 11 )

Non considerate quindi molto importante essere esauditi in quello che si desidera.

Talvolta Dio concede quello che si chiede quando è irato, e lo nega invece quando è benevolo.

Ma quando voi chiedete a Dio quei beni che lui stesso raccomanda, comanda e promette per la vita futura, chiedete con tranquillità, prostrandovi in preghiera con tutte le vostre forze, per ricevere.

Sono beni che vengono dati dalla benevolenza di Dio, provengono non dalla sua ira ma dalla sua misericordia.

Quando invece oggetto delle vostre suppliche sono beni temporali, chiedete senza insistenza e con timore, affidando al Signore di concederveli se giovano, e non concederveli nel caso che vi nuocciano.

Che cosa faccia bene, che cosa invece faccia male, lo conosce il medico, non il malato.

8.8 - Contro la superbia di chi vive nella castità

Abbiamo detto che tra coloro che vivono nella castità ci sono sia gli umili che i superbi; ma quelli tra loro che sono superbi, non si ripromettano il regno di Dio.

In questo è destinato ai consacrati un posto più elevato, ma: Chi si esalta sarà umiliato. ( Lc 14,11 )

Al posto più alto non si deve tendere per amore dell'altezza: solo mantenendosi nell'umiltà è dato di raggiungerlo.

Se ti esalti, Dio ti abbassa; ma se ti abbassi, Dio ti innalza.

Così ha detto il Signore, e niente può essere aggiunto o tolto alle sue parole.

Ma coloro che vivono nella continenza giungono spesso a tal punto di superbia che diventano ingrati non solo verso qualsiasi persona, ma anche verso i loro genitori, montando in superbia perché quelli generarono prole, essi invece disprezzarono le nozze.

Ma non potrebbero neppure essere ingrati, se quelli non li avessero generati.

Il figlio pretende una superiorità sul padre coniugato per il fatto che non ha preso moglie; allo stesso modo la figlia che non ha preso marito, si crede superiore alla madre.

Ma non è certo migliore chi è superbo; se fosse migliore, sarebbe certamente umile.

Se uno desidera trovarsi migliore, si interroghi dentro se vede in sé della superbia: dove c'è gonfiezza di superbia c'è il vuoto, e il diavolo cerca di farsi il nido dove vede del vuoto.

9.9 - I casti che sono superbi sono peggiori degli sposati, e saranno dannati

Infine, miei fratelli, arrivo a dire che è bene che coloro che vivono con superbia la vita di continenza, abbiano delle cadute, perché siano umiliati proprio in quella che era il motivo del loro orgoglio.

Non può certo giovare l'essere casto a chi è dominato dalla superbia: mentre egli disprezza il matrimonio da cui nasce l'uomo, aspira proprio a quello che fu causa di caduta per il diavolo.

Certo hai fatto bene a non volere le nozze, scegliendo qualcosa di meglio; ma non te ne devi insuperbire.

Dalle nozze è nato l'uomo; la superbia ha fatto cadere gli l'angeli.

É vero che, se prendo in considerazione singolarmente i vostri beni, ritengo te migliore di tuo padre, perché non hai voluto le nozze, e parimenti te, donna, ritengo migliore di tua madre, perché la castità verginale è migliore del pudore nella vita coniugale: se poniamo a confronto le due cose, non v'è dubbio che la prima sia superiore.

Però se vi aggiungiamo altri due elementi di confronto, la superbia e l'umiltà, e io vi interrogo su questi, certo voi riconoscete che l'umiltà è da preferire alla superbia: essa appunto si deve congiungere alla santa verginità.

La superbia non solo deve essere esclusa dalla tua verginità, ma non si deve ammettere neanche in tua madre.

Ma se tua madre è umile e tu invece superba, la madre è migliore della figlia.

Vi pongo ancora a confronto.

Poco sopra, considerando un solo elemento, avevo giudicato te superiore; ma ora considerando le due cose insieme, non dubito di preporre la donna sposata che sia umile, alla vergine superba.

E risulta chiaro il motivo di questo mio giudizio: prima io mettevo a confronto due beni e dicevo superiore l'integrità verginale alla buona pudicizia coniugale, e facevo distinzione tra un bene e un altro bene migliore.

Ma ponendo a confronto superbia e umiltà, non potrei dire un bene la superbia, e dire quindi superiore a essa l'umiltà: l'una è un male, l'altra un bene: un gran male è la superbia, un gran bene l'umiltà.

Posto dunque che una è un bene, l'altra un male, se aggiungo al tuo bene, che è maggiore, quel male, ne risulta un totale di male, mentre se aggiungo al bene minore di tua madre l'altro bene, il risultato è un grande bene.

Quindi nel primo caso la madre, in quanto sposata, avrà nel regno del cielo un posto inferiore alla figlia vergine, però saranno entrambe nel cielo: la figlia più in alto e più in basso la madre, una stella fulgente l'una, una stella pallida l'altra.

Ma nell'altro caso, se cioè tua madre fosse umile e tu superba, a lei spetterebbe in cielo il suo posto quale che sia, tu invece non vi troveresti affatto posto.

E chi non trova posto in cielo, non lo potrà trovare che presso colui che di là cadde, il diavolo, che fece anche cadere l'uomo quando stava ancora ritto.

Il diavolo precipitò giù dalla sua condizione primitiva e analogamente fece cadere dalla sua l'uomo che vi si trovava ancora ritto: lui lo fede cadere, ma Cristo discese a rialzarlo dalla caduta.

Se però osservi per quale via il tuo Signore ti rialzò, vedi che ti innalzò con il suo abbassamento: facendosi obbediente fino alla morte, umiliò se stesso. ( Fil 2,8 )

Dunque il tuo Signore è umile, e tu superbo?

Umile il capo, e un membro superbo?

Non può essere: uno che ami la superbia, non ha la volontà di appartenere al corpo il cui capo è umile.

E se non appartiene a quel corpo, stia bene attento dove finirà.

Non voglio dirlo io perché non sembri che intenda accrescere il terrore.

Però vorrei averlo già destato, e aver così prodotto qualche effetto facendo cambiare qualcuno, o qualcuna, che si trovi in quelle condizioni.

Non vorrei aver solo pronunciato delle parole, ma vorrei averle fatte penetrare dentro.

Tutto si deve sperare dalla misericordia del Signore: chi desta paura rattrista, ma mentre rattrista, porta consolazione, e chi è stato rattristato si corregge.

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