Esposizione dei Salmi

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Salmo 119 (118)

Discorso 7

1 - [v 17.] Quattro specie di ricompensa

Se ricordate, o carissimi, quanto in precedenza ha detto il salmo, questo ricordo ci faciliterà la comprensione del testo seguente.

Chi parla si esprime come un solo uomo, ma a parlare sono le membra di Cristo: quel corpo che costituisce una unità ed appartiene all'unico Capo.

Ebbene, prima aveva detto: In base a che il giovanetto raddrizzerà la sua via?

Osservando le tue parole; ( Sal 119,9 ) ora, parlando con maggiore chiarezza, chiede aiuto per tradurre in pratica il suo proposito.

Dice: Ricompensa il tuo servo; vivrò e osserverò le tue parole.

Se chiedesse a Dio la ricompensa per un bene compiuto, significherebbe che ha già osservato le parole del Signore.

Ma il testo non dice: " Dammi la ricompensa perché io ho osservato le tue parole ", esigendo ( per così dire ) la ricompensa d'un bene compiuto obbedendo.

Al contrario dice: Ricompensa il tuo servo; vivrò e osserverò le tue parole.

E questo cos'altro è se non riconoscere che chi è morto non le può osservare?

Che cioè non le possono osservare gli infedeli, dei quali sta scritto: Lascia che i morti seppelliscano i loro morti. ( Mt 8,22 )

Per "morti" intendiamo dunque gli infedeli, mentre per "vivi" intendiamo i credenti, poiché il giusto vive mediante la fede, ( Rm 1,17 ) né c'è altra risorsa per osservare le parole di Dio all'infuori della fede, che opera attraverso l'amore. ( Gal 5,6 )

È proprio questa fede che domanda colui che pronunzia le parole: Ricompensa il tuo servo; io vivrò e osserverò le tue parole.

Inoltre, siccome prima dell'avvento della fede all'uomo non è dovuto se non il castigo per il male [ di cui è reo ], mentre Dio con una grazia indebita l'ha beneficato accordandogli dei doni invece che dei castighi, per questo l'orante del nostro salmo può invocare da Dio anche la ricompensa e dire: Ricompensa il tuo servo, e io vivrò e osserverò le tue parole.

Ci sono infatti quattro specie di ricompensa:

la ricompensa per la quale si infliggono castighi quale pena del male, come quando Iddio castiga gli empi col fuoco eterno;

la ricompensa per la quale si accordano beni in compenso del bene, come quando Iddio darà ai giusti il Regno dei cieli;

la ricompensa per la quale si accordano beni in luogo dei castighi, come quando Cristo con la sua grazia giustifica l'empio; ( Rm 4,5 )

e finalmente la ricompensa di chi ripaga col male il bene, come quando Giuda e il popolo ebraico nella loro malizia perseguitarono il Cristo.

Di queste quattro specie di ricompensa, le due prime rientrano nell'ambito della giustizia, quando cioè si ripaga il male col male e il bene col bene; la terza, cioè quando si rende il bene invece del male, è una ricompensa di misericordia, mentre l'ultima non si riscontra in Dio, in quanto egli non dà ad alcuno il male in compenso del bene.

La più necessaria, fra le categorie di ricompensa qui elencate, è la terza, poiché se Dio non avesse accordato il bene invece del male [ che noi si meritava ] non ci sarebbe stato alcuno al quale concedere il premio per il bene compiuto.

2 - Dio aiuta con la grazia e ricompensa secondo giustizia

Considera il caso di quel Saulo che poi divenne Paolo.

Dice: Dio ci ha salvati non in vista di opere di giustizia da noi compiute ma in base alla sua misericordia attraverso il lavacro della rigenerazione. ( Tt 3,5 )

E ancora: Un tempo io fui bestemmiatore e persecutore e violento, ma ottenni misericordia perché agii per ignoranza nella mia incredulità. ( 1 Tm 1,13 )

E ancora: Vi do però questo consiglio come uno che dal Signore ha ricevuto la misericordia sì da essere fedele, ( 1 Cor 7,25 ) da ottenere cioè la vita, poiché il giusto vive di fede. ( Rm 1,17 )

Dunque, per la sua iniquità, prima che egli vivesse per la grazia di Dio, egli era morto; e di questa sua morte parla apertamente quando dice: Sopraggiungendo il precetto, il peccato prese vita, e io morii; e così risultò per me che il precetto, che mi doveva condurre alla vita, mi fu causa di morte. ( Rm 7,9-10 )

Ebbene, a Paolo Dio accordò un bene invece di un male: la vita invece della morte.

Gli diede, cioè, una ricompensa quale invoca il salmista con le parole: Ricompensa il tuo servo, e io vivrò e osserverò le tue parole.

Eccolo infatti vivere e osservare le parole del Signore ed entrare in quell'altra categoria di ricompensati, dove si accordano beni in sostituzione di beni.

Ne parla lui stesso: Ho combattuto la buona battaglia, ho compiuto la corsa, ho conservato la fede; quanto al resto, è pronta per me la corona della giustizia, che darà a me in quel giorno il Signore, giusto giudice. ( 2 Tm 4,7.8 )

Precisamente! Giusto, in quanto accorda beni in premio di beni; ma prima misericordioso, quando gli aveva accordato i beni al posto dei mali.

Anzi, la stessa giustizia per la quale si rendono beni in compenso di altri beni non esclude la misericordia, come sta scritto: Egli ti corona per la sua compassione e misericordia. ( Sal 103,4 )

Difatti è vero che Paolo afferma: Io ho combattuto la buona battaglia, ( 2 Tm 4,7 ) ma come l'avrebbe vinta se non fosse intervenuto col suo dono colui al quale rivolgeva le parole: Siano rese grazie a Dio, che dà a noi la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo? ( 1 Cor 15,57 )

Egli portò a termine la sua corsa, è vero; ma come avrebbe corso o raggiunto il traguardo se non l'avesse aiutato colui che gli faceva dire: Veramente il successo non è di chi vuole né di chi corre, ma di Dio che usa misericordia. ( Rm 9,16 )

E se poté conservare la fede, come vi riuscì se non perché ( come lui si esprime ) ottenne misericordia per cui divenne fedele? ( 1 Cor 7,25 )

3 - Fede iniziale e fede adulta

Non si inorgoglisca quindi in alcuna maniera l'uomo nella sua superbia!

Quando Dio premia, ricompensa i suoi stessi doni.

Quanto a colui che nella preghiera esclama: Ricompensa il tuo servo e io vivrò, se fosse totalmente morto non potrebbe pregare.

In effetti egli ha ricevuto, almeno allo stadio iniziale, un desiderio di bene, e l'ha ricevuto da colui al quale egli domanda la vita nella obbedienza.

In tal senso possedevano una certa qual fede quei tali che dicevano: Signore, accresci la nostra fede. ( Lc 17,5 )

E quel tale che, interrogato se credesse, rispose: Credo, Signore; soccorri la mia incredulità, ( Mc 9,23 ) mentre riconosce la sua mancanza di fede non ne esclude totalmente la presenza.

Concludendo: colui che, avendo la fede, implora la grazia di attuarla nell'obbedienza, ha già cominciato a vivere ma chiede la vita piena: non esige il premio per averla conservata ma implora aiuto per conservarla.

Chi infatti si rinnova [ spiritualmente ] giorno per giorno, ( 2 Cor 4,16 ) attraverso una tale crescita di vita giungerà a vivere nel giorno che mai si interrompe.

4 - [vv 18.19.] Il salmista sa poi che la parola di Dio non può essere osservata docilmente nella vita pratica se prima non viene percepita con la mente.

Per questo nella sua preghiera aggiunge le parole: Togli il velo ai miei occhi e considererò le meraviglie della tua legge.

Alla stessa esigenza si riferiscono le parole che seguono: Ospite io sono sulla terra, o - come riportano alcuni codici - forestiero io sono sulla terra: non nascondere a me i tuoi precetti.

Quanto prima aveva detto con le parole: Togli il velo ai miei occhi, ora lo ripete dicendo: Non nascondere a me; e dove prima aveva detto: Le meraviglie della tua legge, ora in termini alquanto diversi dice: I tuoi precetti.

Nei comandamenti di Dio non c'è prescrizione più splendida di quella che suona: Amate i vostri nemici, ( Mt 5,44 ) che è lo stesso di rendere il bene invece del male.

Però il discorso intorno al soggiorno ( o dimora ) di cui parla il salmo, non può essere condensato in poche parole; perciò non bastando all'esposizione di questo argomento il presente discorso, se ne dovrà attendere un altro, che terremo in seguito con l'aiuto del Signore.

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