Esposizione dei Salmi

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Salmo 119 (118)

Discorso 24

1 - [v 113.] Il passo del salmo di cui col beneplacito di Dio stiamo per intraprendere l'esposizione comincia così: Ho odiato gli iniqui e ho amato la tua legge.

Non dice: " Ho odiato gli iniqui e amato i giusti ", e nemmeno: " Ho odiato l'iniquità e amato la tua legge "; ma, dopo aver detto che ha odiato gli iniqui, come per mostrarne il motivo soggiunge: E ho amato la tua legge.

Ciò dicendo, precisa che negli iniqui egli non odia la natura umana ma l'iniquità che li rende nemici della legge [ divina ] da lui amata.

2 - [v 114.] E prosegue: Mio aiuto e sostegno sei tu.

Aiuto, per compiere il bene; sostegno, per evitare il male.

Le altre parole: Ho arcisperato nella tua parola, in tanto può proferirle in quanto parla da figlio della promessa.

3 - [v 115.] Un vescovo alle prese con le esigenze di gente indiscreta

Ma qual è il senso del verso successivo: Allontanatevi da me, o maligni, e scruterò i comandamenti del mio Dio?

Non dice infatti: " Eseguirò ", ma: Scruterò.

Desidera che i malvagi si allontanino da lui, e in effetti li scaccia via da sé anche ricorrendo alla forza, per poter conoscere perfettamente e diligentemente i comandamenti di Dio.

Ciò perché i cattivi, se ci mettono alla prova dandoci modo di praticare i comandamenti, ci distraggono dal penetrarne le profondità.

E questo non soltanto quando ci perseguitano o vogliono attaccar brighe, ma anche quando ci onorano e ci rispettano, esigendo però da noi come contropartita che ci prodighiamo a soddisfare le loro voglie viziose e affariste spendendo il nostro tempo in tali attività.

Lo fanno anche ( perché no? ) quando opprimono i deboli, costringendoli in tal modo a ricorrere a noi perché ne patrociniamo la causa.

Né a noi è consentito in tali casi dire ad essi: O uomo, dimmi, chi mi ha costituito giudice o arbitro tra voi? ( Lc 12,14 )

Infatti in tali ricorsi l'Apostolo incaricò gli ecclesiastici perché facessero da arbitri, proibendo ai cristiani di deferire al tribunale [ pubblico ] i loro contrasti. ( 1 Cor 6,1 )

Noi non ci stanchiamo di dire, non solo a chi s'appropria dell'altrui ma anche a chi esige con avidità esagerata la restituzione del proprio, che hanno da guardarsi da ogni sorta di cupidigia, e presentiamo loro l'immagine di quell'uomo a cui fu detto: Stolto, questa notte l'anima tua ti sarà tolta, e quanto hai preparato di chi sarà? ( Lc 12,20 )

Ma non c'è verso. Nemmeno se diciamo questo essi si allontanano e ci lasciano in pace, ma ci opprimono con la loro ressa.

Implorano e strepitano fino a che non ci abbiano costretti a occuparci delle cose che loro stanno a cuore, sottraendoci dalla meditazione dei comandamenti di Dio che sono il nostro amore.

Oh, con quanta avversione per le turbe turbolente e con quanto desiderio per la parola divina fu detto: Allontanatevi da me, o maligni, e scruterò i comandamenti del Dio mio!

Ci perdonino [ lo sfogo ] i fedeli che vivono nell'obbedienza e solo di rado ricorrono a noi per cause d'ordine temporale, adattandosi poi con tutta arrendevolezza alle nostre sentenze.

Costoro certo non ci assillano con le loro querele ma piuttosto ci consolano con la loro docilità.

Ci sono però di quelli che fra loro si comportano con ostinata pervicacia e, dopo aver oppresso i buoni, se ne infischiano anche delle nostre sentenze.

Costoro veramente ci fanno perdere tempo: quel tempo che avremmo potuto, o dovuto, spendere nelle cose di Dio.

Ebbene, a causa di costoro sia lecito anche a noi esclamare, usurpando questa voce del corpo di Cristo: Allontanatevi da me, o maligni, e scruterò i comandamenti del mio Dio.

4 - [v 116.] In tal modo egli ha - per così dire - scacciato dagli occhi del suo cuore le mosche che insistentemente venivano a molestarlo.

Dopo di che si volge di nuovo a colui al quale aveva detto: Mio aiuto e sostegno sei tu; ho sperato nella tua parola. ( Sal 119,114 )

Continuando l'invocazione dice: Accoglimi secondo la tua parola e vivrò, e non mi fare arrossire nella mia attesa.

Colui che aveva chiamato [ Dio ] mio sostegno, chiede ora che venga sorretto con aiuti sempre maggiori per poter giungere alla meta per la quale sopporta tante molestie.

Sorretto da Dio, ha fiducia di riuscire vittorioso, e questo con molto maggiore fondatezza che se si fidasse di quei fantasmi che sono le cose umane.

Quanto al futuro: E vivrò, è detto per significare che, mentre si è legati a un corpo di morte qual è ora il nostro, noi non siamo vivi.

Infatti il corpo è morto a causa del peccato e, se noi siamo salvati, lo siamo nella speranza: per la quale attendiamo la redenzione del nostro corpo e aspettiamo con pazienza ciò che speriamo senza vedere. ( Rm 8,10.23 )

Ora questa speranza non ci deluderà se nei nostri cuori è diffusa la carità di Dio per opera dello Spirito che ci è stato donato. ( Rm 5,5 )

È proprio per ricevere in maggior copia questo Spirito che si grida al Padre: Non mi fare arrossire nella mia attesa.

5 - [v 117.] Gli si lascia intendere questa tacita risposta: Se non vuoi essere confuso nella tua attesa, non interrompere la meditazione delle vie della mia giustizia.

E lui, constatando che una tale meditazione spesse volte gli viene impedita da languori spirituali, invoca: Aiutami e sarò salvo, e mediterò sempre sulle vie della tua giustizia.

6 - [v 118.] Nel pensiero maturano le nostre azioni buone e cattive

Tu hai disprezzato ( o, come da altri è stato reso sembra con maggiore aderenza al greco: Tu hai ridotto al nulla tutti quelli che si allontanano dalle vie della tua giustizia, perché il loro pensare è ingiusto.

Ecco perché ha gridato: Aiutami e sarò salvo, e mediterò sempre sulle vie della tua giustizia.

Perché Dio annienta quanti da tali vie si allontanano.

Ma perché se ne allontanano? Dice: Perché il loro pensare è ingiusto.

È nel pensiero che ci si avvicina o ci si allontana [ da Dio ].

Ogni atto, buono o cattivo, ha origine dal pensiero, e nel pensiero ciascuno è o innocente o colpevole.

In vista di ciò è scritto: Il pensiero santo ti salverà; ( Pr 2,11 ) e altrove: Dei pensieri dell'empio si farà rigoroso esame; ( Sap 1,9 ) e l'Apostolo: [ Lo attestano ] i pensieri che talora accusano e talora anche difendono. ( Rm 2,15 )

E dove potrà essere felice l'uomo che nel suo pensiero è misero?

Ovvero, come potrà non essere misero nel suo pensiero uno che è stato ridotto a zero?

In realtà è un grande squallore il peccato.

Per cui molto a proposito è detto: Siano confusi i malvagi, i quali agiscono commettendo delle vanità, ( Sal 25,4 ) cioè il vuoto, come chi è stato ridotto al nulla.

7 - [v 119.] Nel salmo seguono queste parole: Io ho considerato ( ovvero creduto o anche stimato ) trasgressori tutti i peccatori della terra.

In vari modi i traduttori latini hanno reso quell'unica parola greca che è έλογισάμην, ma l'espressione ha un senso molto profondo e con l'aiuto del Signore la si dovrà sviscerare con accuratezza dedicandole un altro trattato.

Tanto più che le parole aggiunte ( e cioè: Per questo io ho amato sempre le tue testimonianze ) la rendono assai più oscura.

Dice infatti l'Apostolo: La legge produce ira; e volendo motivare l'asserto continua: Infatti dove non c'è legge non c'è nemmeno trasgressione. ( Rm 4,15 )

Con questo lascia chiaramente intendere che non tutti [ i peccatori ] sono trasgressori, in quanto non tutti hanno ricevuto la legge.

Che poi non tutti abbiano ricevuto la legge lo dice più palesemente in un altro passo con le parole: Quanti senza legge peccarono, senza legge anche periranno. ( Rm 2,12 )

Che significa dunque: Io ho considerato trasgressori tutti i peccatori della terra?

È un problema che per ora ci contentiamo di porre, rimandandone la trattazione a un altro discorso, se Dio ce lo concederà.

Questo, perché non succeda che, data la lunghezza del presente discorso, siamo costretti a svolgere l'argomento in maniera troppo succinta, impedendo l'esatta comprensione di quel che ha da essere spiegato.

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