La Genesi alla lettera

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Libro VII

8.11 - Quella materia non avrebbe potuto essere "vita felice"

Poiché, se la vita con cui fu fatta l'anima umana, era già felice, allora ha subìto un deterioramento e per conseguenza non è più la materia dell'anima e questa è un'emanazione di quella.

Ora, quando la materia viene formata, soprattutto da Dio, è certamente resa più perfetta dalla formazione.

Ma anche se l'anima umana potesse considerarsi come l'emanazione d'una vita creata da Dio in un certo stato di felicità, neppure in questo caso si potrebbe pensare ch'essa cominciasse ad esistere in virtù d'un atto dovuto ai suoi meriti se non dal momento in cui cominciò a vivere una vita propria, quando fu fatta anima vivificante la carne servendosi dei sensi del corpo come messaggeri ed essendo cosciente della propria vita individuale con la volontà, l'intelligenza e la memoria.

Poiché, se c'è qualche essere da cui Dio trasse questa emanazione per infonderla nella carne già formata da lui creando l'anima con una sorte di soffio, e, se questo essere si trova in uno stato di felicità, non si muove in alcun modo né si muta né perde nulla allorché da esso emana ciò con cui è fatta l'anima.

9 - Quella materia non può essere un'anima irrazionale

Siffatto essere infatti non è un corpo e perciò non può diminuire a causa di una specie di esalazione.

9.12 Se al contrario un'anima irrazionale è in un certo qual modo la materia di cui è fatta l'anima razionale - cioè l'anima umana - sorge un altro quesito: di che cosa è fatta l'anima irrazionale?

Poiché anch'essa è fatta solo dal Creatore di tutte le cose.

Proviene forse da una materia corporea? Perché, allora, non possiamo dire la stessa cosa dell'anima razionale?

Salvo che si dica che Dio non può produrre in un attimo un effetto che si ammette potersi ottenere - diciamo così - gradualmente.

Per conseguenza, quali che siano le tappe intermedie, se un corpo è la materia dell'anima irrazionale e l'anima irrazionale è la materia dell'anima razionale, senza dubbio un corpo è la materia dell'anima razionale.

Ma nessuno, ch'io sappia, ha mai osato affacciare una simile opinione, tranne chi sostiene che l'anima non è altro che una specie di corpo.

9.13 - Si confuta la metempsicosi

Se, inoltre, concederemo che un'anima irrazionale è una sorta di sostrato materiale da cui è tratta l'anima razionale, bisogna guardarsi dal credere alla possibilità che l'anima trasmigri da una bestia in un uomo, poiché questa è un'opinione assolutamente contraria alla fede cattolica.

Poiché avverrebbe che, qualora questa anima, cambiandosi in meglio, divenisse quella di un uomo, anche l'altra a sua volta, cambiandosi in peggio, diventasse l'anima di una bestia.

Quest'opinione ridicola sostenuta da alcuni filosofi, fu causa d'imbarazzo per gli stessi loro seguaci posteriori, i quali affermarono che i loro maestri non avevano sostenuto una siffatta opinione ma che non erano stati ben compresi.

Anch'io credo che sia così; press'a poco allo stesso modo uno potrebbe interpretare il passo delle nostre Scritture in cui è detto: L'uomo costituito in onore non ha compreso ed è stato paragonato agli animali bruti ed è diventato simile ad essi, ( Sal 49, 13.21 ) o quell'altro ove si legge: Non abbandonare alle bestie l'anima che ti loda. ( Sal 74,19 )

In realtà tutti gli eretici leggono le Scritture e sono eretici per il solo fatto che non le comprendono bene e sostengono con pervicacia le loro false opinioni contro la verità delle Scritture.

Ma qualunque sia l'opinione di tali filosofi riguardo alla trasmigrazione delle anime, tuttavia non è conforme alla fede cattolica credere che le anime delle bestie trasmigrano negli uomini o quelle degli uomini nelle bestie.

10.14 - Dalla somiglianza dei costumi non deriva che l'anima dell'uomo trasmigri nelle bestie

Che davvero gli uomini, a causa della loro condotta, diventino simili alle bestie lo proclama la storia dei fatti umani e lo attesta la Scrittura.

Ecco perché il Salmista, da me citato, dice: L'uomo, pur essendo nell'onore, non ha compreso: è stato paragonato alle bestie prive di ragione ed è diventato simile ad esse; ( Sal 49,13 ) ma ciò si riferisce naturalmente alla vita presente, non alla vita dopo la morte.

Per questo motivo il Salmista, dicendo: Non abbandonare alle bestie l'anima di chi ti loda, ( Sal 74,19 ) desiderava che la propria anima non fosse consegnata in potere delle bestie - simili agli individui dai quali il Signore ci comanda di stare in guardia allorché dice che sonO vestiti di pelli di pecore ma nell'interno sono lupi rapaci - o desidera che la sua anima non sia data in potere del diavolo e dei suoi angeli, poiché anche il diavolo è chiamato [ nella Scrittura ] leone e drago. ( Mt 7,15; Sal 91,13 )

10.15 - Si confuta l'argomento dei filosofi che propugnano la metempsicosi

Ma che specie d'argomento portano i filosofi che credono che le anime degli uomini dopo la morte possono trasmigrare nelle bestie e quelle delle bestie negli uomini?

Essi forse argomentano che sarebbe la somiglianza dei costumi a trascinare gli uomini in animali loro somiglianti, come gli avari in formiche, i rapaci in avvoltoi, i crudeli e i superbi in leoni, i sensuali, che vanno in cerca d'immondi piaceri, in porci e così via secondo altre simili analogie.

Questo è quanto essi asseriscono senza riflettere però che in base a siffatto ragionamento sarebbe assolutamente impossibile che l'anima d'una bestia dopo la morte trasmigri in un uomo.

Poiché un porco non è affatto più simile a un uomo che a un porco; e quando i leoni diventano mansueti, diventano più simili ai cani o anche alle pecore che non agli uomini.

Le bestie quindi conservano i costumi delle bestie e anche se alcune di esse diventano un po' dissimili dalle altre, rimangono tuttavia più simili agli individui della loro specie che non agli uomini; le bestie inoltre sono di gran lunga più diverse dagli uomini che non dalle bestie; le loro anime perciò non saranno mai anime di uomini se essi fan trasmigrare in se stessi le anime d'individui che sono loro simili.

Ora, se questo argomento è falso, in qual modo sarà vera l'opinione di quei filosofi, dal momento che non adducono nessun altro argomento perché si possa ammettere, se non la verità, almeno la probabilità della loro teoria?

Perciò sarei anch'io più incline a credere - come anche i loro successivi seguaci - che quei filosofi, i quali per primi esposero nei loro libri questa teoria, volessero piuttosto fare intendere che a causa della perversità e turpitudine dei loro costumi gli uomini diventano simili alle bestie in questa vita e così, in certo senso, si mutano in bestie; con ciò mirano a mostrare agli uomini il loro stato vergognoso e distoglierli dalle loro insane passioni.

11.16 - Trasmigrazioni immaginarie sognate

Ora, certi fatti che si racconta siano accaduti - come quello che si narra di certuni che ricordavano in quali corpi di bestie erano stati - o sono falsi o illusioni prodotte dal demonio nell'anima di quegli individui.

Se infatti nel sonno accade che uno per abbaglio della memoria può essere indotto a credere di ricordare d'essere stato ciò che non è stato o d'aver fatto ciò che non ha fatto, non dovrebbe sembrare strano se, per una giusta disposizione di Dio a noi nascosta, è permesso ai demoni di produrre siffatte immagini nello spirito anche di persone in stato di veglia.

11.17 - La tesi dei Manichei peggiore di quella dei filosofi

I manichei invece, che credono d'essere o pretendono esser considerati cristiani, a proposito della trasmigrazione o ritorno ciclico delle anime, hanno opinioni più erronee e più detestabili che non quelle dei filosofi pagani o d'altri individui stolti che hanno questa concezione, poiché questi distinguono la natura dell'anima da quella di Dio, mentre essi affermano che l'anima non è altro che la sostanza stessa di Dio, anzi che è assolutamente identica a ciò che è Dio.

Essi poi non esitano ad affermare che l'anima subisce mutamenti tanto vergognosi che, secondo la loro incredibile dissennatezza, non c'è alcuna sorta d'erbe o di vermiciattoli a cui l'anima non sia mescolata e in cui non possa trasmigrare.

Se però essi allontanassero dal loro spirito siffatte questioni oltremodo oscure che, trattate da essi con mentalità carnale, inevitabilmente li fanno cadere in un pantano di opinioni false e mostruose, dovrebbero attenersi con tutta fermezza all'unico principio chiaramente insito dalla natura in ogni anima razionale, senza bisogno di ricorrere alle tortuosità d'alcuna discussione.

Dovrebbero attenersi cioè al principio che Dio è assolutamente immutabile ed incorruttibile.

Allora andrebbe subito in fumo tutta la loro favola dalle mille forme, inventata dalla loro mentalità stolta e sacrilega sulla mutabilità di Dio, completamente indegna di lui.

11.18 - La materia dell'anima non è dunque neppure un'anima irrazionale

12 - L'anima non è tratta da un elemento corporeo

Che cos'è dunque ciò con cui è stata fatta l'anima per mezzo del soffio di Dio?

Era forse un corpo terrestre e umido? Nient'affatto!

Poiché è stata piuttosto la carne ad essere fatta con questi due elementi.

Cos'altro infatti è il fango se non terra umida?

Non bisogna neppure credere che l'anima umana sia stata fatta solo con l'elemento umido, come se la carne derivasse dalla terra e l'anima dall'acqua.

Poiché è del tutto assurdo pensare che l'anima sia stata fatta con un elemento di cui è stata fatta la carne dei pesci e degli uccelli.

12.19 - L'anima non deriva dall'aria

L'anima umana dunque proviene forse dall'aria?

A questo elemento appartiene anche il soffio - quello nostro, non quello di Dio -. Ecco perché poco prima abbiamo detto che ciò si potrebbe credere verosimilmente nell'ipotesi che Dio si potesse immaginare come l'anima del mondo concepito, questo, come un unico e immenso essere animato, sicché Dio gli avrebbe insufflato l'anima traendola dall'aria del proprio corpo, allo stesso modo che la nostra anima emette l'aria traendola fuori dal proprio corpo.

Ma poiché è certo che Dio, per la sua assolutamente incomparabile trascendenza è al di sopra d'ogni elemento materiale del mondo e al di sopra di ogni essere spirituale da lui creato, in qual modo si potrebbe avanzare ragionevolmente una simile ipotesi?

Si potrebbe pensare che Dio quanto più è presente all'universo, da lui creato, in virtù della sua singolare onnipotenza, tanto più gli sarebbe possibile formare con l'aria il soffio che sarebbe l'anima dell'uomo?

Ma l'anima non è corporea, mentre tutto ciò che deriva dagli elementi materiali del mondo è necessariamente materiale, e tra gli elementi del mondo si annovera anche l'aria dell'atmosfera terrestre; perciò anche se si sostenesse che l'anima è fatta derivare dall'elemento del fuoco puro e celeste, non si dovrebbe crederlo.

Non sono mancati filosofi che hanno affermato che qualsiasi corpo può essere trasformato in un altro, ma che un corpo, terrestre o celeste, venga trasformato in anima e diventi una natura incorporea non so se l'abbia sostenuto alcuno e non viene insegnato neppure dalla nostra fede.

13.20 - Teorie dei medici riguardo al corpo umano

Per di più - se dobbiamo tener conto di ciò che i medici non solo affermano ma asseriscono anche d'essere in grado di provare - ogni corpo, benché presenti chiaramente i caratteri d'una massa terrestre compatta, ha tuttavia in sé anche una certa quantità d'aria contenuta nei polmoni e che si diffonde dal cuore nelle vene chiamate arterie.

I corpi inoltre hanno altresì l'elemento del fuoco situato nel fegato e che possiede non solo la proprietà calorifica ma anche quella illuminante che - spiegano gli scrittori - si diffonde e s'innalza fino alla parte più alta del cervello che è come dire la parte più alta del nostro corpo.

Dal cervello si sprigionano i raggi che escono dagli occhi e da esso, come da un centro si dipartono anche i sottili canalicoli che arrivano non solo agli occhi, ma anche agli altri sensi, cioè alle orecchie, alle narici e al palato per rendere possibile l'udire, il percepire gli odori e il gustare.

Essi inoltre dicono che lo stesso senso del tatto diffuso per tutto il corpo, si dirama dal medesimo cervello attraverso il midollo cervicale e il midollo spinale, quello cioè costituito dalle ossa di cui è composta la spina dorsale; di lì si propagano per tutte le membra canalicoli estremamente sottili che producono la sensazione del tatto.

14. È dunque mediante questa sorta di messaggeri che l'anima percepisce tutte le cose materiali di cui viene a conoscenza.

Essa invece è una sostanza talmente diversa che, quando vuol comprendere sia le realtà divine, sia Dio, sia se stessa, ed esaminare attentamente le proprie virtù, non deve riferirsi a questa luce percepita anche dagli occhi, ma, riconoscendo che a questo scopo siffatta luce non solo non le è d'alcun aiuto ma d'un certo ostacolo, deve elevarsi fino alla visione dello spirito.

Non si vede quindi in qual modo potrebbe essere della stessa natura degli esseri materiali se, dal più perfetto di essi, cioè la luce che s'irradia dagli occhi, non è aiutata che a percepire le forme e i colori degli oggetti, mentre essa possiede da se stessa innumerevoli cose di gran lunga diverse dagli oggetti materiali d'ogni specie ch'essa apprende solo con l'intelletto e la ragione, che è il regno irraggiungibile dai sensi fisici.

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