La storia della Chiesa

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II. Movimenti Pauperistici

1. San Bernardo non era entrato nel monastero di Cluny perché esso non corrispondeva più agli ideali ascetici della regola di san Benedetto.

Nel « De consideratione » egli aveva messo in guardia la Chiesa di fronte alla potenza e alla ricchezza.

S. Ildegarda di Bingen aveva similmente visto i pericoli che qui si nascondevano.

Simili deplorazioni, soprattutto contro la Curia e i prelati in genere, provenivano già allora dai più svariati Paesi cristiani.

Tutto questo, come abbiamo già visto,308 mira, al di là di una critica moralizzante, a concezioni decisive circa la natura della Chiesa.

La Chiesa gerarchico-monastica credeva, per così dire, che il mondo fosse convertito in maniera tanto profonda e definitiva, che sembrava rappresentare il regno di Dio ( civitas Dei ) e la Gerusalemme celeste in terra.

Ora, attraverso la corrente di rinnovamento del XII secolo, affioravano degli strati cristiani che non solo non trovavano alcun accesso a quelle forme della Chiesa imperiale e della riforma, ma ai quali lo « stato di perfezione » monastico sembrava insufficiente.

2. Simili considerazioni indussero un ricco commerciante di Lione, Pietro Valdes, a distribuire le sue sostanze ai poveri ( 1173 ).

Egli si propose di attuare il suggerimento del Signore ( in Mt 10,9ss ) e cominciò a peregrinare predicando la penitenza e conducendo una vita di povertà apostolica.

Raccolse attorno a sé uomini e donne animati del suo stesso sentimento, e li inviò a due a due a predicare la penitenza.309

In bocca ai Valdesi l'imperativo « Ritorno alla Chiesa apostolica povera! » aveva carattere essenzialmente religioso.

La Sacra Scrittura ( come illustrazione della vita del Redentore povero; soprattutto con l'invito di Cristo al giovane ricco: Mt 19,16-39 ) era tutto per loro ed è proprio con loro che comincia il grande movimento biblico laico.

Lo zelo di questi « poveri di Lione » era buono, anzi esemplarmente evangelico; essi si sentivano veramente come pecore mandate fra i lupi.

Tutto questo però rappresentava pure una sfida al mondo cristiano e, in primo luogo, alla gerarchia e alle abbazie.

a) Purtroppo a questi carismatici mancarono spesso le necessarie cognizioni per la predicazione.

Perciò questa fu loro proibita anche dall'arcivescovo di Lione, e in seguito dal Concilio Lateranense nel 1179.

Anche questo scontro fra i rappresentanti della « vita apostolica » carismatica e i rappresentanti del ministero apostolico non fu privo di una certa tragicità.

Malinteso e diffidenza da parte della Chiesa, radicalismo e confusione da parte dei « poveri di Lione » portarono alla perdita della possibilità di una reciproca fecondazione.

Accadde quello che nel corso della storia della Chiesa dobbiamo spesso lamentare: i mal compresi si irrigidirono nelle loro tendenze errate.

( Ciò non giustifica affatto coloro che non andarono incontro, con sufficiente amore, al nuovo che stava per sorgere ).

b) Le idee dei Valdesi sono contaminate in modo vario o anche oscuro; sono molto differenti nei diversi gradi di sviluppo e nei diversi Paesi.

Dove le loro comunità non sono ancora organizzate, partecipano ancora, per lungo tempo, alla vita della Chiesa.

Il loro rifiuto all'obbedienza della Chiesa essi non lo esprimono in una precisa teoria ( teologica ), bensì nella loro condotta.

In pratica, per esempio ( come del resto prima di loro i gregoriani ) fanno dipendere la validità dei sacramenti dalla dignità del sacerdote che li amministra.

Nell'insieme le loro idee si fondavano sulla concezione spiritualizzante ( e talvolta spiritualistica ) della Chiesa.

Tutti in armonia con i loro princìpi, hanno la tendenza di rifiutare la successione apostolica dei vescovi e anche la vita monastica.

Per loro la vita apostolica e la vocazione carismatica costituiscono una specie di successione, sulla quale possono fondare una gerarchia di vescovi, sacerdoti e diaconi.

Non mancano neppure influssi dell'ideale monastico.310

È tuttavia evidente l'atteggiamento di fondo laicale.

Più radicale è il quadro in movimenti affini dell'Italia del Nord dove si infiltrarono maggiormente elementi càtari: negazione del Purgatorio, quindi rifiuto del culto dei Santi, dell'indulgenza, rifiuto del giuramento, del servizio militare, della pena capitale ( = rifiuto dell'unione della Chiesa con il potere secolare! ).

Limitazione dei sacramenti al battesimo, alla cena e alla penitenza: si preannunciano molti elementi dei futuri movimenti ereticali.

Per la prima volta appare un movimento che - in grado diverso - rifiuta la Chiesa storica tradizionale in quanto tale e si appella ad una Chiesa misteriosa nella quale una successione diretta dovrebbe unirla agli Apostoli.

3. Poiché i Valdesi non si sottomisero, nel 1184 furono scomunicati da Lucio III.

Con ciò, naturalmente, il problema non era risolto.

Innocenzo III riconobbe che qui c'erano anche dei valori positivi e tentò pertanto, con successo, di convogliare nuovamente nella Chiesa parti del movimento stesso.

Nonostante il disagio che i predicatori vaganti suscitavano coi loro attacchi, mantenne ferma la necessità e il diritto dell'annuncio della predicazione in opposizione al rovinoso silenzio del clero, dei canonisti e dei monaci, i « cani muti ».

Ma il principale vincitore fu Francesco d'Assisi ( § 57 ) quando realizzò, nell'ambito della Chiesa, l'ideale della povertà apostolica e della predicazione missionaria.

In Valdes e nel suo movimento noi vediamo per la prima volta nel Medioevo il laicato partecipare ampiamente e in modo indipendente alla soluzione dei problemi religiosi del tempo: un altro e ( come dimostra questo primo tentativo ereticale ) allarmante segno di un'epoca nuova, che combatterà il clericalismo caratteristico del Medioevo.311

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308 Or. il movimento dei « Pauperes Christi » e i primi predicatori vaganti ( § 51; per Bernardo, v. § 50 ).
309 Valdes si fece tradurre la Sacra Scrittura in provenzale da due chierici.
310 Anche tra i Valdesi ci sono i « perfetti »; emettono i classici voti, rinunciano - però al lavoro manuale per potersi dedicare alla cura d'anime.
311 Lo sviluppo della pietà laica si manifesta parallelamente al risveglio spirituale.
Ce lo documenta la poesia del XII secolo che traspone in parte antichi motivi ecclesiastici alla vita del mondo; ce ne forniscono prova le figure dei fondatori-mecenati nel coro di Naumburg, al posto di Santi ( § 60,4c ); per la Francia la seconda parte del Roman de la Rose, che, nonostante molte allegorie, ha carattere spiccatamente terreno-naturale e inculca la soddisfazione degli istinti. Inoltre abbiamo sfacciati travestimenti dei misteri cristiani.