La storia della Chiesa

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§ 76. Rinascimento e umanesimo

I. Concetto

1. Dopo il primo appello dell'epoca messianica da parte del Battista e di Gesù stesso ( « cambiate la vostra mente » Mt 3,2 ), dopo la predicazione del battesimo come di una rinascita ( cfr. Gv 3,5 ), e dopo l'annuncio « ecco, io rinnovo ogni cosa » ( Ap 21,5 ), il concetto di un rinnovamento è stato sempre una delle più forti forze motrici nella storia del cristianesimo.

In Italia durante i secoli XII e XIII le esigenze di un rinnovamento di vita religiosa ( san Bernardo, Gioacchino da Fiore, san Francesco: Riforma della Chiesa e ritorno alla vita apostolica e alla sua semplicità ) coincisero con una generale rinascita straordinariamente rapida e profonda, con un rivolgimento e un mutamento di tutta la vita politica, economica e culturale, specialmente nelle città.

Dopo la caduta degli Hohenstaufen, e più ancora dopo che i papi si furono stabiliti ad Avignone, quest'intensa vita culturale sfociò nel grande vortice della lotta politica, che portò ad un ulteriore insospettato scatenamento e alla tensione di tutte le forze.

Una serie di movimenti sconvolgenti si verificò nella vita religiosa, ecclesiastica e politica; l'uomo scoprì in se stesso una grande quantità di energie nuove.

D'altra parte si era assistito al terrificante conflitto tra i capi della cristianità.

Alla rovinosa caduta dell'impero seguì, sul finire dello stesso XIII secolo, il crollo spaventevole del papato medievale nella persona di Bonifacio VIII; in tutta Italia si era travagliati dai gravi e irritanti abusi della curia romana ( o delle due curie durante lo scisma ) e dalla confusione politica: si provava l'ebbrezza dell'ascesa e si era in apprensione per la caduta.

Rinascevano antichissime attese di un millenario regno finale e di un imperatore-messia.

2. Questa duplice attesa di un radicale cambiamento attraverso la distruzione del mondo ( ossia del castigo dello Stato e della Chiesa ad opera del giudizio purificatore di Dio ) e specialmente attraverso il rinnovamento del mondo è alla base dell'idea del Rinascimento, sempre che si possa chiamare una « idea » l'essenza della grande realtà che è il « Rinascimento ».24

Il suo primo significativo annunciatore era stato l'abate del XII secolo Gioacchino da Fiore ( § 62,3 ).

Il più forte e vero precursore della sua « idea » fu Francesco d'Assisi ( § 57,1 ) con la sua incomparabile rinuncia al mondo da una parte, e l'impulso travolgente verso un rinnovamento interiore fondato sul Vangelo dall'altra.

L'una e l'altra volta abbiamo a che fare certamente soltanto con impulsi lontani, preparatori, ma essi avevano delle radici così profonde da rendere possibile il fenomeno del Rinascimento che sorge dopo un secolo e mezzo o due.

3. Nello sviluppo effettivo per altro ben presto le tendenze culturali ebbero il sopravvento su quelle religiose.

Per questo il movimento rinascimentale è divenuto solo in maniera indiretta un fatto religioso-ecclesiastico.

Primariamente esso è soprattutto un'esaltazione della cultura, del mondo, della vita terrena.

Esso è anche una creazione del mondo dei laici e in particolare del terzo stato ora nascente, della borghesia, della città.

Ciò non significa naturalmente che questo movimento culturale di origine laica sia stato in sostanza contrario alla Chiesa o alla fede.

La Chiesa rimane per lungo tempo e per la maggior parte dei suoi rappresentanti una cosa ovvia.

Da quasi tutti i fondatori essa veniva considerata addirittura essenziale.

Ma qui si tratta di vedere quale fosse l'orientamento più profondo.

Esso non si può confondere con l'interesse per i manoscritti, sia della Bibbia sia dei Padri della Chiesa, benché esso abbia avuto delle notevoli conseguenze.

Per quanto l'entelechia intrinseca del complesso processo si sviluppi con una propria sfera d'azione, essa porta nonostante tutto ad un indebolimento dell'elemento ecclesiastico-cristiano anche nella stessa Chiesa.

Non è una contraddizione, bensì un completamento asserire che dove il contatto con la vita della Chiesa e la fede cristiana fu abbastanza intimo, il movimento si manifestò come cristiano e rafforzò la Chiesa ( umanesimo devoto nel XV e XVI secolo ).

4. Il Rinascimento propriamente detto si sviluppa in Italia nel secolo XV ( Quattrocento, primo umanesimo ) e XVI ( Cinquecento, Rinascimento ).

Esso tocca il suo primo culmine nella Firenze dei Medici e dispiega il suo maggior fulgore nella Roma dei Borgia, di Giulio II e di Leone X.

Il movimento della rinascita, come pure l'epoca dalla quale esso sorge, son pieni di tensioni violente fino alla contraddizione interna: il segno caratteristico di un'epoca straordinariamente ricca di energie creative, quindi anche esplosive dalle quali viene indotta in tentazione.

Accanto ad una genialità quasi incomparabile e versatile si trova la più sfrenata criminalità.

La grande gloria dell'epoca, la « virtù », partecipa tanto della virtù vera e propria, quanto del vizio.

Questa sfrenatezza amorale e immorale non fu soltanto praticata, ma anche insegnata: trattati sul piacere come sommo bene e sulla politica che tiene conto soprattutto delle debolezze e dei vizi degli uomini, sono caratteristici per questo periodo ( per l'ambito della dottrina dello Stato: Machiavelli ).

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24 « Rinascimento » e « Umanesimo » vanno sì distinti, ma sulla base di una stretta affinità, cosicché molto di ciò che in seguito diremo del Rinascimento si può applicare anche all'Umanesimo.