La storia della Chiesa

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§ 83. Diffusione e divisione del movimento protestante

I. All'interno della Germania

1. Il movimento avviato da Lutero possedeva una straordinaria forza d'espansione.

Nella Riforma tedesca dei prìncipi esso trasse vigore dall'egoismo politico e dalla scontentezza generale nei confronti della Chiesa ( e in parte anche nei confronti della società ).

Che una parte rilevante dei nuovi aderenti fosse animata da motivi poco nobili, lo lamentava amaramente Lutero stesso ( specialmente a partire dalla fine degli anni 20 ) con Melantone.

È difficile dire fino a che punto ciò sia valso, anche per gli ecclesiastici che ricoprivano cariche direttive.

Invece l'intima forza di attrazione del pensiero riformatore si manifestò nella conquista di un gran numero di uomini di valore, sul piano teologico e organizzativo, i quali diffusero la nuova dottrina in ogni parte dell'impero e, in misura notevole, anche fuori di esso.

Il fattore decisamente più efficace - oltre alla dinamica enorme, talvolta sconcertante della personalità di Lutero, delle sue idee e delle sue parole - fu la forza del messaggio cristiano della « Parola », il quale nella semplicità della sua sintesi, che centrava però l'essenziale, fu scolpito senza tregua nei cuori degli uditori e dei lettori, con fede profonda, ma non di rado, naturalmente, anche con spaventoso fanatismo.

Inoltre l'innovazione, com'è ovvio, traeva il suo impulso dalla veemenza del rifiuto d'obbedienza nei confronti della vecchia Chiesa e dalla critica ampiamente legittima rivoltale.

2. a) Naturalmente anche in quest'opera il principio dell'individualismo, affermato in effetti da Lutero, manifestò le sue tendenze disgregatrici.

L'abbiamo già detto: Lutero non voleva affatto che la coscienza del singolo cristiano si erigesse a giudice nei confronti del contenuto della Rivelazione.

L'idea della coscienza autonoma gli è assolutamente estranea.

Soltanto il secolo XVIII ha frainteso grossolanamente il riformatore su questo punto.

Tuttavia l'innovazione religiosa ed ecclesiastica, distaccata dal magistero della Chiesa, fece sì che nel suo seno stesso, e per logica interna, sorgessero ben presto delle divergenze dottrinali: l'essenza dell'eresia, ossia la scelta della dottrina, produsse i suoi effetti anche in seno all'eresia stessa; si manifestò la caratteristica dell'errore, l'autodissoluzione.

La costatazione di questa evidente realtà divenne subito uno dei principali argomenti degli avversar! della Riforma, che intervennero per difendere l'antica dottrina ( § 90 ).

La frantumazione in seno al protestantesimo è una realtà che nei secoli successivi dovrà spingersi fino ad intaccare il nucleo centrale stesso della dottrina.

Questo va riconosciuto e se ne debbono ricercare le cause; questo fatto non può essere minimizzato, altrimenti non si prende sul serio, nella sua auto-comprensione, l'annuncio riformatore e ci si pone in aspro contrasto con Lutero stesso, che, formalmente, era dogmaticamente altrettanto intollerante quanto i cattolici ( vedi Lutero a proposito di Zwinglio, cap. II, 2 ).

b) Detto questo, però, non va dimenticato ciò che di comune sussiste fra i vari gruppi del protestantesimo.

Predomina di gran lunga la coscienza di voler servire a una concezione comune del cristianesimo in campo pratico.

Anche là dove la fonte, ossia la Sacra Scrittura, è stata interpretata in maniera diversa, fino alla contraddizione, si è però sempre mantenuto uno speciale, forte vincolo con essa.

A prescindere dai casi estremi di confuso fanatismo ( v. cap. 10 ), sui quali non è facile esprimere un equo giudizio globale, l'innovazione protestante, nelle sue diverse sfumature, è rimasta, in profondità, un movimento originalmente cristiano.72

3. Già mentre Lutero era ancora in vita concezioni divergenti, fra lui e Melantone, avevano portato a taluni contrasti teologici in seno al protestantesimo.

Dopo la morte di Lutero doveva accendersi più che mai il problema dell'interpretazione autentica della sua dottrina.

Le nascenti polemiche teologiche sono una prova schiacciante delle tensioni interne e dell'eterogeneità esistente nella dottrina stessa di Lutero.

Da allora in poi esse hanno contribuito a conferire un carattere particolare a tutta la storia del luteranesimo.

I contrasti si manifestarono in un primo tempo specialmente nella controversia osiandrica73 ( imputazione giuridica oppure - secondo Osiander - reale inabitazione della giustizia di Cristo? ), poi nelle controversie « gnesioluterane ».74

Il loro capo era Flacio Illirico a Magdeburgo ( 1520-1575 ), avversari erano i filippisti, seguaci di Filippo Melamene.

In tutte le questioni controverse si trattava di sostenere una tendenza più o meno radicale: Flacio traspone il peccato originale nella sostanza dell'uomo, il sinergismo di Melantone viene negato in favore di una volontà non-libera; le buone opere vennero considerate necessario per la salvezza da Giorgio Major a Wittenberg ( 1502-1574 ), nocive da Niccolo Amsdorf ( 1483-1556 ).

Molto contrastata era anche la dottrina della Cena ( che Melantone aveva mitigato in maniera « cripto-calvinista » ) e l'atteggiamento nei confronti dell'Interini ( 1548 ), che era stato imposto come norma nelle regioni del principe Maurizio di Sassonia: la cosiddetta controversia adiaforistica.75

Dopo trattative che durarono parecchi decenni, i contrasti teologici interni giunsero a conclusione provvisoria nella Formula Concordine ( 1577 ), una professione di compromesso che nella maggior parte dei territori luterani fu accolta come vincolante.

4. In Germania, accanto a diverse chiese protestanti, andarono formandosi anche sètte protestanti, cioè si svilupparono comunità di nuova fede a carattere più o meno spiritualistico per le quali fu coniato ( specialmente da Lutero ) il nome di « fanatici ».

Sulla base del principio della Scrittura confluirono in essi elementi di tendenze apocalittiche, di socialismo e di spiritualismo ( § 77 ), provenienti dal tardo Medioevo.

Ma qui si abbandonò, in modo così arbitrario, la Tradizione ecclesiastica, che dalla posizione di fondo riformatrice ( = la Bibbia come unica fonte di fede, senza la garanzia di un magistero ) derivavano delle conseguenze che contraddicevano ad articoli essenziali della nuova dottrina.

La veemenza incontenibile della consequenzialità logico-formale manifestava anche e già qui la sua forza esplosiva.

Rappresentanti principali erano Thomas Mùntzer ( + 1525 ) a Zwickau e Mùhihausen, uomo molto dotto in filosofia ed esegesi, e gli anabattisti di Mùnster/Westfalia ( 1534, Giovanni di Leyda ).

Fra questi fanatici si fecero strada soprattutto le correnti radicali.

Il loro influsso nefasto si manifestò, per esempio, nella rivolta religioso-socialista dei contadini ( incoraggiata molto dalla dottrina della libertà predicata da Lutero) che fu soffocata nel sangue.

È un fatto secondario dal punto di vista storico che Thomas Muntzer, nel suo preteso ruolo di profeta, si sia comportato molto male.

Comunque si giudichi la violenta repressione di quella religiosità fanatica ( che da allora in poi continuò a sopravvivere come movimento sotterraneo ), fu decisivo il fatto che, in quella circostanza, l'idea democratica soggiacesse alla potenza dei prìncipi, la quale ben presto doveva trasformarsi in assolutismo e durare lunghi secoli.

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72 Fino a che punto questo giudizio sia ancora valido per certi gruppi moderni del cosiddetto protestantesimo « culturale », all'inizio del nostro secolo, o per certi movimenti che hanno abbandonato quasi completamente il contenuto di fede soprannaturale del messaggio cristiano, pur continuando a chiamarsi protestanti, è un'altra questione.
È storicamente costatabile - e stupefacente - come nel corso dei secoli perfino la figura dedivinizzata del Signore abbia sempre esercitato un influsso unificante e rinnovatore.
73 Andrea Osiander ( 1498-1552 ), sacerdote e professore di lingua ebraica; dopo il 1522 capo della Riforma in Norimberga insieme con il cancelliere cittadino Lazzaro Spengler, dopo il 1551 organizzatore di essa in Prussia.
74 Gnesio-luterano è un termine sorto nel secolo XVII per distinguere i seguaci « legittimi » di Lutero dagli altri.
75 Adiaphora ( greco ) = ciò che non è determinante; cose indifferenti.