La storia della Chiesa

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V. Realizzazioni scientifiche

1. Il quadro di questo secolo ( al quale sotto questo aspetto annettiamo una considerevole parte del secolo XVIII ) è completato inoltre da un forte impulso della scienza cattolica nel campo della storia ecclesiastica, e delle discipline storiche ausiliarie, come pure delle scienze naturali.

Qui non abbiamo a che fare con un incremento di attività già esistenti, ma in gran parte con la fondazione di qualcosa di nuovo.

La categoria del pensiero storico viene elaborata proprio in questo periodo.

Non si potrebbe immaginare la scienza storica moderna, i cui risultati condizionano essenzialmente i fondamentali atteggiamenti psicologico-intellettuali dell'uomo moderno, in tutti i campi del pensiero e dell'azione, senza questi sacerdoti francesi eruditi ( belgi e italiani ) del secolo XVII; è una rappresentazione quanto mai significativa dell'armonia tra fede e scienza.

2. Purtroppo l'audacia scientifica, che qui si manifesta in maniera imponente ( per es. nell'eruditissimo e fecondo bibliotecario e archivista abate Ludovico Antonio Muratori, 1672-1750 ) e non si ritrae neppure dalla critica alle esagerazioni del culto delle reliquie e dei santi, nei tempi successivi non rimase sempre nel segno della scienza storica cattolica, ma assunse un atteggiamento poco credente.

Ma le realizzazioni ricordate esercitano i loro effetti fino al secolo XVIII inoltrato ( periodo in cui anche la Germania entra in questa gara scientifica ) e in maniera tale che ancora oggi non sono affatto superflue.

Jean Harduin ( + 1729 ) e Giovanni Mansi ( + 1769; edizione degli atti conciliari ); il già ricordato Muratori; il lessicografo Charles Dufresne du Cange ( + 1768 ), Stefano Evodio Assemani ( + 1782; studioso di liturgie orientali ); gruppi scientifici di lavoro delle abbazie benedettine di sant'Emmerano, Ratisbona e san Biagio ( principe abate Martino Cerberi, + 1793; progetto di una « Germania sacra » ).

3. L'apertura dimostrata da questi uomini per la problematica dell'indagine scientifica, come abbiamo detto, non fu sempre fatta propria dai rappresentanti della Chiesa.

Ciò si mostrò, per es., nella famosa controversia concernente Galileo Galilei ( + 1642 ), il quale sosteneva la teoria copernicana secondo cui la terra gira intorno al sole.

La pontificia congregazione del Santo Ufficio condannò Galilei per due volte; la seconda volta, nel 1633, lo dichiarò assai sospetto di eresia, gli impose di ritrattare le sue dottrine e condannò il suo libro.

Non c'è bisogno di passar sopra ad alcuni atteggiamenti poco diplomatici e ad una certa instabilità del Galilei, o a certa mitezza con cui l'Inquisizione trattò lo scienziato ( che personalmente era amico di papa Urbano VIII ), per rammaricarci profondamente della posizione ufficiale della Chiesa: la Congregazione romana si lasciò in tal modo sfuggire un'occasione straordinaria per provare, con la sua presa di posizione, la tesi dell'armonia tra fede e scienza.

Essa esercitò una coartazione di coscienza ingiustificabile.

Galilei rimase sì un cattolico fedele fino alla morte.

Ma la guida spirituale, nei tempi successivi, sfugge all'Italia, al mondo cattolico, agli Ordini.

La nuova scienza esatta e i suoi strumenti e le sue officine ( le accademie e i laboratori ) sorgono nel nord, e i suoi grandi rappresentanti sono quasi tutti non-cattolici.

« Il nuovo mondo sorge essenzialmente al di fuori della Chiesa cattolica.

Con Galilei si erano cacciati gli scienziati » ( Dessauer ).

Va anche detto, d'altra parte, che l'errore non dipendeva dalla dottrina della fede cattolica, ne qualcosa di simile manca ad esempio nel protestantesimo ( Michele Serveto ) o nello Stato, non solo del XVII secolo, ma perfino dell'età più moderna; ne va dimenticato che l'astronomo Galilei non si era contentato di esporre un esatto sistema scientifico, ma l'aveva congiunto ad un excursus in campo teologico.

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